Lun. Apr 29th, 2024

La storia di un catanzarese nel ricordo di sua moglie Marika Bellunato impegnata a scrivere un libro a sostegno di AIDO

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Giovanni Cioffi era un uomo generoso, di cuore, di compagnia. Ma la vita di questo catanzarese, autotrasportatore, appassionato giocatore di bocce, da molti anni in Veneto, è stata spezzata a febbraio a seguito di un aneurisma cerebrale che ha colpito l’uomo già pronto a tornare in Calabria d’estate per le consuete vacanze e per festeggiare il suo cinquantanovesimo compleanno. Sua moglie, la veneta Marika Bellunato, pensa anche alla terra del suo Giovanni, per spiegare perché è arrivata alla scelta della donazione multiorgano. Una decisione arricchita da due aspetti progettuali: l’idea di sensibilizzare l’opinione pubblica e le giovani generazioni su questo tema e la scrittura di un testo quasi ultimato da tradurre in libro; un libro per ricordare Giovanni e sostenere l’impegno dell’AIDO, Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule.

“Ero pronta ad affrontare qualsiasi situazione, anche un’eventuale disabilità che i medici già mi avevano prefigurato. Ma Giovanni se n’è andato il 6 febbraio facendo nascere in me tante domande sulla possibilità di espiantarne gli organi”, afferma Marika Bellunato per la rivista Gente Veneta del primo settembre scorso. “All’inizio non volevo e mi sentivo ferma nella decisione. Poi – prosegue – ho cambiato idea: ho ripensato a quanto successo a mio padre”, tornato a vedere grazie a un trapianto di cornee, “e al fatto che Giovanni sarebbe stato contento di questa scelta perché era una persona altruista”.

“Quanto accaduto – dice ancora Marika Bellunato su Gente Veneta, per l’articolo di Marta Gasparon – mi ha permesso di comprendere davvero quanto la vita sia un dono. E come tale vada rispettata. Mi sono iscritta anche all’Aido, venendo a contatto con persone che hanno vissuto la mia stessa disgrazia e scambiando con loro – madri, mogli, figli, nonni – opinioni sul tema”.

Questa perdita “è una ferita che non si rimargina”, ma per Marika Bellunato vale l’aspetto consolatorio, di speranza e solidarietà della donazione: “Sapere che parte di Giovanni vive ancora, forse in un bambino, in un adulto o in un anziano, è qualcosa che riempie il cuore”.

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