Mar. Apr 30th, 2024

L’operazione della Guardia di Finanza del Gruppo di Locri che ha portato ieri al sequestro di 52 milioni di euro di crediti d’imposta frutto di un’articolata frode nell’ambito del “bonus facciate” , è partita da una denuncia del condominio “Musco” di via Cappelleri 7 a Roccella Jonica in gergo conosciuto come “Palazzo di Pignari”. Molti condomini trovarono, poco più di due anni fa, nel loro cassetto fiscale crediti derivanti da lavori del bonus facciate mai realizzati. Allora decisero, con grande senso di responsabilità, di presentare una denuncia scritta al Gruppo di Locri della Guardia di Finanza. Indagini portate avanti con grande professionalità dai militari del Gruppo guidati dal Cap. Alfredo Iannace e coordinate dalla Dott.ssa Currao della Procura di Locri. L’inchiesta ora è stata spostata alla Procura di Roma con la trasmissione degli atti per competenza territoriale. Il provvedimento di sequestro, emesso dal GIP del Tribunale di Locri, è stato convalidato successivamente dal GIP del Tribunale di Roma.
Risultano al momento indagati, a vario titolo, 31 soggetti, ma il numero sembra essere destinato a salire, per indebita percezione di erogazioni pubbliche, truffa a danno dello Stato, riciclaggio e autoriciclaggio.
Sono 37 le società finora coinvolte, tra prime e seconde cessionarie del credito. Lo scopo finale sarebbe stato quello di monetizzare parte dei crediti ricevuti presso sportelli di intermediari finanziari dislocati sul territorio nazionale.
I crediti sono risultati ceduti a 4 imprese con sede a Roma (RM) ed a San Cesareo (RM).
Gli accertamenti hanno consentito di appurare che le 4 imprese “prime cessionarie”, tutte amministrate dallo stesso soggetto attualmente indagato, risultavano avere accettato cessioni di crediti inesistenti, per un ammontare di € 52.026.930,00, da parte di nr. 160 cedenti “ignari”. Le 4 società “prime cessionarie”, hanno provveduto a monetizzare parte del predetto credito cedendo la restante parte ad altre 33 società “seconde cessionarie”, con sedi ricadenti su tutto il territorio nazionale, che hanno proceduto a loro volta a monetizzare parte dei crediti.
L’inchiesta, da quanto in evidenza, potrebbe avere ulteriori sviluppi con numeri molto più alti, tant’è che gli inquirenti stanno continuando ad indagare in più direzioni. (GM)

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