Lun. Apr 29th, 2024

L’ingegnere, tra i 51 presunti “furbetti” indagati, ha rinunciato alla prescrizione ed è stato assolto dall’accusa di truffa aggravata

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Era stato definito il processo ai “fannulloni” della Regione Calabria, quello ai “furbetti del cartellino”, con annessa amplificazione mediatica e mortificazione personale. Nella rete investigativa erano finiti 51 indagati, a vario titolo accusati di abuso di ufficio, falso e truffa aggravata ai danni dello Stato, per aver certificato la falsa presenza sul posto di lavoro anche grazie ad uno scambio di badge andato avanti per mesi.
Secondo l’accusa i dipendenti regionali avrebbero timbrato il cartellino in ufficio per poi andare a fare la spesa o dal parrucchiere o a casa, o a trovare amici dedicandosi alle proprie faccende personali, sotto gli occhi di chi invece stava dietro la scrivania a lavorare. Una vicenda che aveva fatto scalpore tanto da indurre la Regione Calabria a emettere nell’immediatezza svariati provvedimenti disciplinari, ivi compresi 5 di licenziamenti e 5 di sospensione dal servizio per un periodo superiore a 11 giorni.

La rinuncia alla prescrizione e l’assoluzione di Gangemi

Il processo, però, va per le lunghe e lo scorso anno finiva in prescrizione. Di questi tempi rinunciare alla prescrizione, anche se sai di essere innocente, è davvero difficile. Ci vuole molto coraggio. Il coraggio che ha avuto l’ingegnere Salvatore Gangemi, che quell’accusa infamante di “fannullone” non riusciva proprio a digerirla, visto che la sua storia personale, anche nel periodo oggetto di indagine, restituiva, carte alla mano (se fossero state lette) una differente narrazione in ordine alla sua buona fede, correttezza, diligenza e abnegazione professionale.
E così, con l’assistenza del suoi difensori Alfredo Gualtieri e Francesco Iacopino, decide di presentarsi davanti al Giudice e di rinunciare alla prescrizione per continuare a difendersi nel merito. Chiederà di essere sentito, di produrre documenti e di sentire testimoni, in modo da consentire al Tribunale di avere una visione corretta e completa della realtà. Ieri, al termine dell’Udienza, dopo due ore di camera di consiglio, il Tribunale di Catanzaro lo ha assolto da quella accusa infamante con formula piena. Un sentenza che forse ripaga anche chi, pur non essendo “fannullone” (e non erano pochi), non se l’è sentita di rinunciare alla prescrizione, ma sapeva bene lo stesso di essere innocente.
Al termine dell’udienza Gangemi ha rilasciato la seguente dichiarazione: “sono estremamente contento e soddisfatto, certo non sorpreso, per l’esito di questa decennale vicenda giudiziaria che ha segnato nel profondo me e la mia famiglia. Ringrazio i miei avvocati per la professionalità e la vicinanza che mi hanno assicurato in tutti questi anni. In questo momento il mio pensiero va alla collega Ester Mannella, prematuramente scomparsa, che con me avrebbe combattuto la stessa battaglia e con la quale avrei certamente condiviso la gioia di un medesimo risultato”.

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