Sab. Apr 27th, 2024

Reggina, le dichiarazioni di Marcello Cardona sono clamorose

Marcello Cardona parla due mesi e mezzo dopo le dimissioni da Presidente della Reggina, ed è un fiume in piena. Quello che dice è forte, pesante, così tanto che si capisce subito perchè non ha parlato prima: con le sue verità avrebbe stroncato le già flebili speranze della Reggina nel procedimento giudiziario con cui sperava di essere riammessa in serie B. Lo abbiamo pressato quotidianamente, in questi due mesi e mezzo, a Marcello Cardona ed è sempre stato chiaro: “parlerò il giorno dopo del Consiglio di Stato, e dirò tutto“. Quel giorno dopo è arrivato e stamani ha incontrato la stampa al Circolo del Tennis Rocco Polimeni, testimoniando verità scottanti, che consentono a tanti di aprire gli occhi su quanto accaduto alla Reggina negli ultimi mesi. L’importanza dell’incontro è testimoniata dalle numerose pattuglie e volanti di Carabinieri e Polizia che presidiano il Circolo, persino con le guardie all’ingresso a blindare la struttura, evidenziando la delicatezza del momento.

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Qualcosa ce l’aveva informalmente già anticipata, (emblematico il dialogo con Saladini la notte tra 20 e 21 giugno dopo il mancato pagamento dei 757 mila euro e quel fatidico “Marcello, ci siamo presi questo rischio“), perchè a differenza di Felice Saladini il telefono di Cardona è sempre stato disponibile per tutti. E oggi le sue verità fanno rumore, tanto tumore, a maggior ragione perchè testimoniate da un Prefetto, un uomo di Stato, che le ha vissute direttamente sulla propria pelle ed è pronto a ribadirle eventualmente anche nelle aule dei Tribunali. Perchè questa storia non può finire così. Non finirà così. Su quello che è successo alla Reggina negli ultimi due mesi è doverosa un’inchiesta seria della magistratura. Ed è fondamentale che la città sappia tutti i dettagli di quanto accaduto, per avere consapevolezza, per non sbagliare nella considerazione dei responsabili, per non cadere in facili alibi e strumentalizzazioni. Soltanto facendo tesoro degli errori compiuti si impara a crescere e migliorarsi per il futuro. E Reggio Calabria ha bisogno di verità e giustizia, ecco perchè è fondamentale conoscere tutti i dettagli di quello che è successo anche se ormai per la serie B non c’è più nulla da fare. Ecco perchè le parole odierne di Cardona hanno un peso specifico enorme nella storia dello sport in questa città.

La conferenza stampa di Cardona: “scellerato non pagare quei 757 mila euro, hanno vanificato tutto il mio lavoro con la Federazione”

Io quando mi sono dimesso il 20 giugno ho detto subito che poi ci saremmo incontrati e chiaramente non immaginavo che questo incontro sarebbe stato così carico di amarezza, rammarico e rabbia per voi, per me e per tutta la città. Io non ho parlato prima perchè sicuramente il mio dire avrebbe influito sin dall’inizio sull’iter processuale, amministrativo, sportivo e anche giudiziario quindi le mie parole da Presidente ovviamente sarebbero state un assist magnifico per portare argomentazioni contro la Reggina. Purtroppo il mio silenzio non è servito a nulla, perchè sappiamo come sono andate le cose, ma questo è l’unico motivo per cui ho scelto di aspettare prima di parlare. Ognuno di voi potrà valutare se è stato giusto o meno il mio comportamento. Io oggi vi spiegherò l’iter, perchè è giusto che si sappia in modo trasparente cos’è accaduto. Io, che sono un reggino che è tornato a Reggio Calabria chiamato per un incarico importante a titolo completamente gratuito, solo per la città, per i reggini e per i nostri tifosi. Non avevo assolutamente bisogno di avere una visibilità ulteriore perchè la mia età e la mia storia professionale di questo mi avevano già arricchito molto. Io il 20 giugno mi trovavo a Milano per lavorare per la stagione 2023/2024 per la Reggina. Verso l’ora di pranzo, le proprietà (Saladini e Ferrero, ndr) che erano a Milano mi chiedevano di passare. Io avevo un impegno con due persone da reclutare nel settore tecnico sportivo, una delle quali aveva già incontrato la proprietà per stabilire tempo e contratto. Allora io vado nella sede degli uffici del proprietario di maggioranza, e con tono trionfale mi dicono ‘abbiamo iscritto la società’. Io recepisco la contentezza perchè il termine del concordato era stato appena 8 giorni prima e il concordato richiedeva un impegno economico per la proprietà che era importante. Io in quella settimana ho vissuto l’ansia della proprietà nel reperire i fondi per l’iscrizione, vi ricordo che io sono stato nominato Presidente al Consiglio di Amministrazione senza alcuna capacità economica nè di gestione societaria. Io ero un Presidente di indirizzo, rappresentanza, vigilanza etc. etc. Io non ho mai firmato un contratto, non ho mai incontrato procuratori, non era mia competenza e non era il mio ruolo. Mi dicono, quindi, ‘abbiamo iscritto la società’ e poi mi dicono ‘comunque la società venerdì sarà ceduta’. Allora lì io sono rimasto in silenzio, e gli ho detto subito ‘ma scusa, vendete subito venerdì? Allora io mi dimetto, perchè se vendete la società il Presidente non è più il Presidente’. E’ stata una doccia gelata, un fulmine. Io avevo un ruolo di garanzia che vendendo la società veniva meno. Non avevo più lo strumento tecnico-giuridico per fare il Presidente. Vi preciso che mi sono dimesso io, e non com’è stato detto il Consiglio di Amministrazione. Non ho mai ricevuto alcuna pec sulle dimissioni del Consiglio di Amministrazione. In tutti i casi rappresento alle proprietà presenti a quell’incontro il mio stupore per la vendita, gli dico che io quella sera dovevo incontrare quelle persone. Si parlava già allora di questo fantomatico studio Tonucci, mi dicevano che sarebbe rimasto tutto come prima, che non ci sarebbero stati problemi. Quindi iscrizione, vendita, al 20 giugno siamo ancora in una normalità formale, anche perchè per me la notizia della vendita della società per me è stato un fulmine. Stavo lavorando alacremente alla stagione 2023/2024. Avevo individuato Cascia o Moccone per il ritiro, Taibi aveva già fatto i sopralluoghi. Eravamo in una fase di costruzione della società e della prossima stagione e lo stavamo facendo in modo importante. Una società che io avevo l’entusiasmo di vederla come una bellissima stella che finalmente si sarebbe mossa con quello che avevo in testa. Quindi la notizia della cessione è stata una sorpresa inenarrabile. Ovviamente vado via e la sera incontro queste due figure importantissime che dovevano venire a Reggio per quest’idea di Reggina nuova, giovane, non vi dico i nomi perchè ora sono impegnati in altre società. Uno è un dirigente tecnico di una grossissima squadra di serie A che partecipa anche a coppe europee e che addirittura aveva incontrato il nostro maggior azionista e si era messo d’accordo, e un altro una grossa figura tecnica sportiva che avrebbe abbracciato il nostro progetto in modo molto più che entusiasta. Vado a questa cena, mi siedo e comunico che da poco avevo avuto la notizia della cessione della società. E loro mi dicono che erano lì per me, allora io riferisco che la proprietà mi ha detto che non ci sarà alcun problema. Erano le 21 di sera e li invito a parlare con le proprietà. Per me, vi lascio immaginare che tipo di cena ho affrontato con queste due persone di altissimo livello, uno che sarebbe venuto alla Reggina anche a piedi e provava a convincere l’altro. Ma uno si era già accordato con la proprietà su tempi e denaro. Quindi immaginate il mio stupore. A mezzanotte meno dieci del 20 ero seduto ancora a cena, ricevo una telefonata da una nostra consulente amministrativa: ‘Presidente è tutto a posto, è stato tutto fatto, tranne non è stato versato l’adempimento di 750 mila euro dell’omologa’. E io subito trasecolo, ‘ma scusi, che mi sta dicendo’. E mi dice: ‘guardi, deve parlare col maggiore azionista (Saladini, ndr) e col suo commercialista, hanno preso questa scelta’. Eppure io ero stato perentorio su questo negli altri giorni, e poco prima, la mattina, mi avevano detto che avevano pagato tutto. Allora io li chiamo e mi rispondono: ‘Ci siamo assunti questo rischio’. Vi siete assunti questo rischio? … Ecco, è lì allora che io ribadisco le mie dimissioni, per i due principali motivi che vi ho raccontato: il mancato pagamento e la cessione della società. Io ho lasciato la Reggina per queste due persone, nessuno mi può associare a queste due scellerate decisioni. Scellerate. Io sto da quest’altra parte, io sto da reggino dentro e con tutti quelli che dicono che sono state fatte queste due stronzate. Chiaro? Perché vi dico subito, io in questi due mesi e mezzo ho sofferto molto, come tutti i reggini, perchè ovviamente non potevo esternare questo ma poi devo tornare su un argomento per farvi capire la mia grande amarezza. Non ho detto niente, qualcuno mi riferiva dei commenti contro di me, sulla mia persona e sulla mia onorabilità, ed è giusto che si sia scritto, che si sia detto… Io nella mia vita ho sequestrato beni a super mafiosi, ho lavorato contro ndranghetisti e camorristi, quindi sono abituato a certe cose, ma capite bene che qui stavo affrontando la crescita di una società così importante, e sono rimasto esterrefatto. In silenzio per non incidere sui giudizi processuali che fino a ieri si sono svolte. Oggi sono qui, e sono qui per essere estremamente chiaro. Prego i giornalisti di chiedermi tutto, anche le domande più scomode, perchè deve essere chiara la mia posizione a tutti. Deve essere chiaro quello che ho fatto per questa società, in modo trasparente e legale”.

Cardona: “Reggio e la Reggina non hanno subito alcun complotto, Lega e Federazione sono stati vicini a noi e avevamo raggiunto un accordo”

“Qui abbiamo avuto la presentazione dei calendari, sono venute tutte le società, e io credo di avere avuto una rappresentanza importante per questa scelta. Poi abbiamo avuto la Nazionale di calcio, che non veniva a Reggio da 20 anni. La società ha affrontato con gli organi giudiziari la domanda dell’omologa, che non era scontata. Però chiaramente essendoci persone come me in società, le interlocuzioni sono sempre state serene. E poi cito per ultimo questa questione, che è la più importante: abbiamo affrontato un processo sportivo dove ne siamo venuti fuori in modo intelligente e importante (riferimento alla penalizzazione durante il campionato, ndr). Il non aver pagato i 757 mila euro, che è già di per sè una scellerata idea, sconfessava totalmente il mio operato nei confronti delle istituzioni sportive. Nel momento in cui c’è la normativa del salva imprese che vi dico chiaramente si aveva tutto il diritto di aderire, una legge dello Stato, io non sono esperto in diritto societario ma l’iter è stato corretto, approvato, e organi giudiziari hanno detto ok. Questo iter ha avuto, in una fase che io ricordo bene, verso novembre-dicembre quando si sapeva che la Reggina aveva aderito a questa legge quindi andava a rivedere tutto il debito in gran parte ereditato rimettendosi agli organi giudiziari. Io ho avuto interlocuzioni con il presidente di Lega e di Federazione che sono sempre state di cordialità e di rispetto per me, per la nostra città e per la nostra storia. Guardate che i complotti non esistono. Le entità di Lega e Federazione rappresentano qualcosa: la Lega rappresenta altre 19 società che hanno interessi economici, sportivi. La Federazione ha dentro il Consiglio Federale altre entità che esprimono degli interessi e convergono sui vertici. Quindi quando ho letto Gravina, Gravina contro Reggio, Balata contro Reggio, no, è tutto sbagliato. Non posso farvi vedere i messaggi che ci siamo sempre scambiati per correttezza, ma Gravina e Balata con me sono stati sempre molto corretti, hanno sempre rispettato molto la Reggina. Io in Federazione ho sempre avuto le porte aperte, il Presidente lo chiamo di nome e abbiamo confidenza, sono stati sempre sinceri. Ma non per me Marcello Cardona, ma in quanto Presidente della Reggina. I calendari non erano scontati a Reggio, li abbiamo letteralmente scippati a Como. Guardate che quelli dovevano esercitare le loro funzioni perchè le società e gli organismi della federazione si ribellavano a questa società che a Novembre era prima in partita, neo arrivati, tutti brillanti, tutti felici, parlavamo di serie A che era scontata a vedere giocare la Reggina fino al 27 dicembre, era scontata, ormai amaramente, ma tutti voi vedevate giocare quella squadra con quella spensieratezza… e allora si sono innescate invidie, gelosie. Ma come, il debito, 5%. Ma scusate, quello lo gestisce l’autorità giudiziaria. E invece c’era questa squadra del Sud brillante, stupenda, prima in classifica, e tutti erano invidiosi. Il direttore generale del Brescia già allora, loro erano ultimi, chiedevano di cacciare la Reggina subito. Poi c’era il presidente del Pisa che mi diceva ah ma io ho comprato la società, ho pagato. E io rivendicavo la correttezza della mia legge. E loro ribadivano che loro avevano pagato tutto, insomma. Sono certo che se fossimo stati penultimi o terzultimi non avremmo dato fastidio a nessuno e nessuno ci avrebbe rotto le scatole, ma lo facevano solo per i loro legittimi interessi delle altre società. Secondo me non è affatto giusto dire che siamo vittime di un complotto. Vi immaginate quanto era grave per la Federazione compromettere la propria autonomia? Significava aprire le porte a tutti, significava non far pagare i debiti più a nessuno. E invece noi avevamo trovato un equilibrio, avevamo chiuso, avevamo rispettato le istituzioni e trovato un accordo. Siamo stati i primi, con un risultato che sembrava a portata di mano, e alla mancata scadenza del 16 febbraio e del 16 marzo si è innescato il dovuto procedimento sportivo, con i deferimenti, che erano dovuti da parte della Federazioni. Gravina mi diceva che sarebbe stato deciso tutto in sede di giurisdizione sportiva. Io capisco sin da dicembre che la situazione è estremamente complicata: bisognava lavorare e far capire che la Reggina stava seguendo un percorso legale e trasparente, e quindi la mia attività è cominciata con queste interlocuzioni dove piano piano, piano piano, eravamo riusciti a far comprendere”.

Cardona: “desidero ringraziare l’unico politico che è stato vicino alla Reggina”

“Desidero ringraziare l’unico, l’unico politico che in quei momenti difficili è stato vicino alla Reggina e vicino a Reggio Calabria. L’unico politico che in quella fase di interlocuzione è venuto, ci siamo incontrati a Roma il primo maggio, in un giorno di festa, e abbiamo parlato per un’ora e mezza, che è il Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto che ha avuto parole stupende per la nostra città e ha avuto interlocuzioni istituzionali di carattere tecnico con Gravina, con il ministro Abodi, interlocuzioni serie per cercare di far capire e comprendere che la Reggina stava seguendo un percorso legale. L’unico, Occhiuto è stato l’unico. In mia presenza chiamò un parlamentare e lo invitò a fare subito un’interpellanza, e così è stato (interpellanza Cannizzaro, ndr) e abbiamo raggiunto quel risultato della riduzione della penalizzazione e del riconoscimento della bontà del nostro lavoro. Noi andiamo al primo processo: io ero contrario a non pagare le scadenze, io so com’è il mondo del calcio, ma la linea giudiziaria che favoriva certe cose allora vabbè, andiamo avanti. Si va al primo processo ai primi di aprile, tutti voi l’avete seguito, tutti seccati, prendiamo una penalizzazione che peraltro non era nemmeno il massimo che ci potevano dare. Andiamo al secondo processo subito, volevamo accelerare, con interlocuzioni abbiamo trovato un collegio grazie agli avvocati Rotella e Lubrano, e poi andiamo in Appello, il processo più importante. Io studio, tutta la notte, non dormo, e parlo in aula. Io temevo che andavamo a sbattere contro il muro, loro volevano difendere l’autonomia e io volevo trovare un equilibrio. Facciamo questo processo di appello, io faccio un intervento di questo tipo: ‘Presidente, noi siamo una società di calcio giovane, la proprietà ha ereditato tanti debiti e ha utilizzato una legge dello Stato, ma siamo dentro un ordinamento sportivo che vogliamo rispettare. Ci troviamo in mezzo ad un guado’ – ancora non avevano fatto le normative di armonizzazione per la legge – ‘dobbiamo, Presidente, dico testualmente, dobbiamo chiuderla qua, dentro la Federazione’. Mi ricordo che il Presidente mi guardò e mi disse, grazie Presidente, veramente grazie per il suo intervento. Finisce l’udienza, gli avvocati mi hanno detto che ho fatto un intervento che li ha molto colpiti. All’udienza di Appello entriamo con 7 punti di penalizzazione, ne potevamo prendere 12, eravamo in una terribile picchiata in classifica, una situazione terribile, e invece ci levano due punti e ci lasciano a -5 riportandoci dentro i playoff. Per me era un successo, ma il successo più importante lo abbiamo avuto nelle motivazioni della sentenza che blindavano la Reggina. Il collegio di secondo grado del processo di appello scrive che la Reggina ha seguito un percorso legale. Era il timbro che ci riconoscevano che quello che la società aveva fatto, aveva un criterio di legalità. Però ci danno dei punti perchè dovevano salvaguardarsi, dicendo che non avevamo rispettato alcune scadenze. Torno, parlo con le proprietà e dico subito che per me bisognava fermarsi lì, la vicenda era chiusa. Ha ragione presidente, ha ragione. Prima di enunciarlo, chiamo il Team Manager della Reggina, si chiaro, Branca, e gli dico, senta vada dall’allenatore e gli dica che è successo questo, ma subito eh non il giorno dopo, dica che è così, noi intendiamo fermarci ma voglio sapere da lui cosa ne pensa. Dopo un’ora il Team Manager mi chiama e mi dice, Presidente ho parlato, tutto a posto, è contento così. La Reggina è rientrata nei playoff, vicenda chiusa. Che significa vicenda chiusa? Significa che si doveva adempiere alle successive scadenze. Il mancato pagamento dei 757 mila euro ha fatto saltare tutto questo per aria. Da cosa è dipeso? Non lo so, non so da cosa dipende. Il concordato dava l’opportunità di pagarli entro il dieci, quindi hanno avuto quest’ideona, questa geniale idea… ma come? Invito Saladini e Ferraro a chiarire alla città perchè l’hanno fatto. Sono loro a doverlo chiarire, non io. Capite, non so se riesco a spiegarmi, il mio sentimento dopo sei mesi di rappresentare la regginità, Reggio, la Reggina in un certo modo, e aver trovato un accordo formale, legale, sportivo, con la Federazione… Abbiamo preso quei cinque punti che alla fine settimi ci siamo classificati e settimi saremmo stati, quindi una penalizzazione totalmente ininfluente. Non pagare i 757 mila euro significava sconfessare tutto. Le mie dimissioni per non aver pagato i 757 mila euro e per la vendita immediata della società, erano dimissioni che stavano dalla parte della correttezza e della regginità. Io stavo dalla parte di noi reggini, di noi tifosi. Io mi dimetto perchè non posso fare il garante di non so neanche chi: se questo vende la società, sono garante di cosa?”.

Cardona: “quando mi sono dimesso nessuno mi ha chiamato, i Sindaci non mi hanno chiamato, nessuno mi ha chiesto un cazzo”

“Quando mi sono dimesso il 20, a me non mi ha chiamato nessuno. Sì, io sono andato a parlare con i Sindaci ma è successo cinque giorni fanon il 20 giugnoNessuno si è chiesto perchè questo uomo che ha speso una vita per lo Stato e rappresentava la Reggina si stava dimettendo. Nessuno mi ha chiamato, nessuna istituzione locale, nessun tifoso, nessun giornalista, né tantomeno la proprietà. Nessuno mi ha chiesto un cazzo! Tutti a dire cosa Cardona doveva fare, ma se non ho alcuno strumento, se nessuno mi da un motivo per continuare a battagliare per la nostra squadra e la nostra città. La società era venduta! E le società si vendono in due ore? Io mi sentivo tradito!”.

Cardona e il progetto per la Reggina 2023/2024: “avevamo preso dei fenomeni, avevamo firmato contratti importanti”

“E poi le proprietà sapevano cosa stavo facendo per la Reggina 2023/2024. Noi stavamo lavorando alacremente per la prossima stagione, serviva una società più sostenibile, più sana. Guardate che la Reggina da anni non ha fatto alcun tipo di plusvalenza! Dovevamo cambiare marcia. Saremmo ripartiti dal dott. Geria, questo sant’uomo bravissimo gli faccio stracciare il contratto che aveva altrove e viene per me. E inizia operazioni importanti. Pensate, Geria in tre mesi l’ho mandato in Africa, a Lisbona, a Parigi, credo sia andato anche in Polonia. Geria al primo di luglio, quindi quello che vi dico non è una cosa tra me e lui, è tutto noto anche alla società che sapeva, aveva realizzato uno scouting pazzesco. Ci eravamo affiliati con 3-4 società siciliane che davano i calciatori al Napoli e al Benevento, e avevamo firmato i contratti per darli alla Reggina. Un lavoro importante per il futuro, per la base. Geria è andato in Gabon con Mariotto e ha preso tre ragazzi non solo bravi: li avevamo iscritti a scuola per la stagione 2023/2024. Dovevano arrivare in società 30 giovani di cui 4 avrebbero fatto parte dell’organico di prima squadra, un portiere ungherese bravissimo, un polacco, 15enni e 16 enni bravissimi che avevamo già previsto di lanciare in prima squadra per quanto erano bravi. C’era un ragazzo argentino proveniente dal Lamezia che aveva salvato la primavera dalla retrocessione e volevamo che esordisse in prima squadra. Avevamo deciso che nelle strutture della Reggina non avrebbero dormito gratuitamente la prima squadra e lo staff mangiando e dormendo senza pagare, ma avevamo deciso per la prossima stagione di dare la foresteria solo ai giovani che dovevano essere il futuro della Reggina. Avevamo lavorato con altri temi, il progetto con il Presidente Di Palma. Sono venuti a lavorare nella Reggina ragazzi minori chiamiamoli difficili. Questa era la Reggina a cui stavamo lavorando, una Reggina che doveva cambiare pelle sotto tutti i punti di vista, dalla cima al fondo. Il settore giovanile, grazie al prof. Geria, era già diventato un punto di riferimento. Vi prego, intervistatelo, chiedeteglielo. Ecco il mio grande stupore quando mi dicono che avrebbero venduto la società. Ringrazio il dott. Tramontana: con Tramontana avevamo iniziato un lavoro di approfondimento importante nel territorio. Eravamo già andati da un imprenditore reggino per dirgli che la Reggina andava sostenuta. Avevamo contattato e avuto gratuitamente da un professore universitario di medicina dell’Università di Messina, l’avallo a organizzare dentro la Reggina al Sant’Agata il settore sanitario insieme al dott. Favasuli. Avevamo programmato la formazione di massaggiatori, preparatori atletici, medici sportivi. Volevamo offrire opportunità ai giovani reggini e alle società reggine. Con Tramontana erano mesi che lavoravamo in tal senso. Quando sono venuti a casa mia nel giugno 2022 è venuto un commissario giudiziario del Tribunale di Roma, è venuto De Lillo… Saladini la proprietà la acquista da  un Tribunale, e in quel momento il valore societario della proprietà è di 200-300 milioni. E questo l’ha comprata da in Tribunale: più garanzia di questa! E poi ha avuto le garanzie della via giudiziaria. Ecco perchè non pagare quei 757 mila euro il giorno in cui aveva pagato tantissimi altri soldi è stato un macigno, è stato sconfessare tutto quello che avevo fatto fin lì”.

Cardona: “ribadisco, pagando i 757 mila euro non ci sarebbe stata segnalazione della Covisoc”

Se paghi 757 mila euro, la Covisoc non fa la segnalazione al Consiglio Federale. Finito. Eravamo già d’accordo. Tutto sarebbe finito lì. Poi dal punto di vista giudiziario tutto è andato male perchè ci siamo entrati nell’iter giudiziari. Se la Reggina paga quei 757 mila euro non si innesca alcun meccanismo, la Reggina paga tutto ed è iscritta e oggi avrebbe già fatto tre giornate di campionato in serie B. Mi ero raccomandato moltissimo con il commercialista di Saladini a pagare quella cifra. Io sono venuto a conoscenza del mancato pagamento a mezzanotte meno dieci del 20 giugno. Gli avevo detto di non fare scherzi, mi avevano assicurato che avrebbero pagato. Invito Saladini e Ferraro a fare chiarezza alla città. Avevo supplicato di pagare e rispettare tutti i rapporti. Io non piango qui di fronte  a voi solo perchè ho la mia età, ma vi rendete conto cosa è successo a me? (poi è scoppiato in lacrime comunque, ndr). Io sono venuto qui gratuitamente, questa per me è una grande delusione, con un travaglio interiore pazzesco. Io ho lavorato, mentre voi avete fatto la cronaca amara da professionisti, i tifosi hanno fatto i tifosi, io ho lavorato, Milano, Roma, Reggio Calabria, Federazione, Lega, qui, lì, sognavo per il prossimo anno con un sentimento di entusiasmo per il futuro della società, con Peppe Geria, con la società che aveva firmato i contratti“.

Cardona sullo striscione dei tifosi

Ma secondo voi io andavo dai tifosi e gli dicevo di fare uno striscione? Io non so neanche chi sono i tifosi. Hanno associato questa cosa a Gabriele Martino, che ha tanti difetti ma nelle sue vene scorre un sangue rosso che non è sangue ma è regginità. Per me è una persona per bene, non ha precedenti penali e ha partecipato alla grande storia di questa squadra. E’ un pettegolezzo che non sta nè in cielo nè in terra“.

Cardona sul futuro: “fondamentale ripartire da giovani reggini volenterosi, non si disperda il lavoro fatto con Tramontana”

Ai tifosi dico che bisogna ricominciare dalle cose buone. Il reggino sa cominciare bene. Confido molto che quest’esperienza possa essere messa a frutto. Spero che venga coinvolto il Presidente della Camera di Commercio con gli imprenditori, e spero ci siano giovani seri che vogliono crescere e fare di questo territorio qualcosa di nuovo, non quello che è adesso, del pettegolezzo, di quello contro l’altro. Gente che guardi avanti e si ricordi che chi prende la Reggina debba costruire dal basso. Gli uomini crescono quando sono piccoli, quando i nostri genitori ci dicono ‘lì quella cosa non si fa’. Bisogna costruire dal basso, questo è importante. Amaramente e silenziosamente do questo suggerimento, non bisogna buttare le cose buone, il lavoro buono che avevamo fatto con Tramontana, un lavoro importantissimo che va perseguito“. 

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