Lun. Apr 29th, 2024

E’ ancora bufera su Nicola Gratteri. Dopo le dichiarazioni dei penalisti di Napoli in seguito all’arrivo dei magistrati calabresi, adesso arriva anche il botta e risposta con gli avvocati calabresi. “Negli ultimi decenni in Europa c’è stato un forte abbassamento morale ed etico, che ha interessato tutte le categorie lavorative e in particolare quella di magistrati e avvocati. Io sono in magistratura dal 1986 e per me è inimmaginabile ascoltare certe intercettazioni telefoniche o ambientali da parte di persone che indossano la toga”, ha detto Gratteri durante l’incontro “Il rapporto etico tra magistratura e avvocatura”, che si è svolto nei giorni scorsi alla Corte di Appello di Catanzaro.

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Io sono nipote di avvocato, quando ero a Locri ho iniziato a fare il giudice civile e vedevo un altro spessore morale ed etico da parte di avvocati e magistrati. Nel mio ufficio, sia a Reggio che a Catanzaro, c’erano tre parole che ogni magistrato doveva stamparsi in mente: educazione, correttezza deontologica e lavoro – ha detto il magistrato -. L’educazione non è scontata, perché le nuove generazioni sono più scostumate rispetto a 30 anni fa. Solo perché siamo avvocati o magistrati ci sentiamo figli di un dio superiore: dobbiamo scendere dal piedistallo e metterci in discussione”.

“Non accetto visite private per ricevere scuse”

Se in un’intercettazione c’è la voce di un magistrato che prende soldi è inutile che poi fate un documento di solidarietà a reti unificate dopo trenta secondi. Abbiate la compiacenza di leggervi tremila pagine, studiate e poi fate le analisi. Io non accetto le visite private nel mio studio per ricevere le vostre scuse. Per essere credibili bisogna avere una storia di coerenza alle spalle”, chiosa Gratteri. “C’erano 1400 iscritti da tutta Italia per fare gli esami da avvocato a Catanzaro. Per me era una vergogna, venivano perché ci consideravano l’Africa del Nord. Quel fatto costa all’avvocatura catanzarese in termini di immagine e credibilità. Non risolvete tutto col documento di solidarietà, i problemi sono ancora più profondi”, continua il magistrato.

Secondo Gratteri in Calabria “è stata condotta una errata politica universitaria. A cosa servono tre facoltà di Giurisprudenza? Creiamo solo il passaporto per fare emigrare i ragazzi calabresi neolaureati e ci teniamo i ‘caproni’, facendo impoverire la Calabria. Il re è nudo è inutile che tenete condannati iscritti negli albi perché perdete di credibilità e prestigio. Dopo aver letto e studiato potete criticare e fare opposizioni, il rispetto bisogna guadagnarselo sul campo di battaglia”.

La risposta degli avvocati

A pochi giorni dall’intervento del procuratore Gratteri in un convegno sul tema ‘I rapporti etici tra avvocatura e magistratura’, è emersa ancora una volta una inaccettabile critica generalizzata verso l’avvocatura. In qualità di avvocati innanzitutto e di rappresentanti dell’avvocatura sentiamo il dovere di difendere fermamente una categoria che ha invece nel suo dna un valore altissimo che non va oscurato da nessuno, mai”. Lo scrivono in una nota gli avvocati Daniela Rodolà, Vincenza Matacera, Jole Le Pera, Valerio Murgano, Andrea Gareri e Luciano Giacobbe.

L’Avvocatura Catanzarese ha una storia di prestigio

È vero che la credibilità di ognuno nasce dalla nostra storia, come altrettanto vero che l’Avvocatura Catanzarese ha una storia di prestigio, onore e decoro. È vero che bisogna prima leggere, studiare e poi parlare, come altrettanto vero è che bisogna prima indagare, leggere, studiare e solo poi pubblicarne il risultato, o forse non pubblicarlo affatto. È vero che ognuno può avere un proprio mito in termini di eleganza, garbo e professionalità, come altrettanto vero è che il modello di riferimento è soggettivo e l’eccellenza , in ogni campo, può celarsi in soggetti più grezzi ma con doti di maggiore schiettezza e uguale professionalità”, si legge ancora nella nota.

Necessario riappropriarsi del rispetto

La categoria degli avvocati catanzaresi ha una storia che parla da sè e non può essere oscurata neppure da una mancata difesa, a cui ci pensano quotidianamente , e sul campo, gli avvocati che abbiamo l’onore di rappresentare e a cui abbiamo doverosamente sentito di dare una voce.

Il ruolo di consiglieri, il modo in cui affrontiamo quotidianamente la professione di avvocati e il rispetto per i colleghi, ci impone di prendere posizione su un discorso che, neppure troppo velatamente, ha offeso la categoria e ci ha indirettamente esposti negativamente di fronte ai nostri iscritti ed a tutti gli avvocati che, a più riprese, si aspettano dagli organi rappresentativi una tutela che consenta al nostro ruolo di riappropriarci del rispetto dovuto, anche attraverso gli organi di informazione”, concludono i legali in risposta al giudice Gratteri.

strettoweb

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