Gio. Mag 2nd, 2024

Si riaccendono i riflettori sulla strage di migranti a Cutro, con uno speciale di Presa Diretta in onda ieri sera su Rai Tre.

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Il racconto drammatico dei testimoni ripercorre minuto dopo minuto gli avvenimenti di quella tragica notte, lasciando una scia di dubbi, tra tutti l’interrogativo: si poteva fare meglio?. Era la notte del 26 febbraio quando a un centinaio di metri dalla costa di Steccato di Cutro un’imbarcazione stracolma di migranti si arrende alle onde, causando la morte di oltre 100 persone.

Ivan Pavon e Paolo Chefaly sono due testimoni oculari, che quella notte si trovavano sulla spiaggia, richiamati dal rumore della legna che si spezzava e dalle urla dei passeggeri. Quell’imbarcazione era l’unica in mare, non vi era traccia di soccorsi, eppure alla chiamata delle 4:34 alla Guardia Costiera i due testimoni si sentono rispondere “sappiamo già di questa imbarcazione”. È buio pesto, dalla battigia l’oscurità è interrotta solo dalle luci degli schermi dei cellulari, che i naufraghi usano per richiamare l’attenzione. Paone e Chefaly, più un loro amico, si gettano allora in mare, portano a riva quante più persone possibile, la maggior parte è già priva di sensi. I bambini, raccontano, non sapevano nuotare, arriveranno sulla spiaggia già cadaveri.

L’ambulanza e la Guardia Costiera arrivano solo un’ora dopo, alle ore 05:30, ma, come rivela Presa Diretta, senza portare con sé alcun dispositivo di sicurezza.

Nel programma anche la testimonianza di uno dei profughi, che viaggiava con lo zio e il fratellino di 7 anni, racconta che sono rimasti tre ore in mare, aggrappati a dei pezzi di legno. L’acqua era gelida e il bambino di 7 anni è morto tra le braccia del fratello. 

Si scopre, poi, che i dati di rotta e velocità dell’imbarcazione, riferiti alle autorità italiane da Frontex, erano errati, un errore che potrebbe essere l’origine del ritardo dei soccorsi.

Tanti i dubbi e tante le incongruenze sugli eventi di quella notte, è per queste ragioni che ad oggi la Procura della Repubblica di Crotone ha iscritto nel registro degli indagati 6 persone di cui tre finanzieri. I reati contestati sono omissione di atti d’ufficio, omicidio colposo e naufragio.

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