Sab. Mag 4th, 2024

Reggo Calabria, gli uffici della Procura Generale in condizioni di degrado sempre più grave: senza i requisiti minimi di sicurezza, i funzionari rischiano la vita ogni giorno

No, nei locali del Giudice di Pace e della Procura Generale di Reggio Calabria non sono entrati i terroristi di Hamas né cadute le bombe della Russia di Putin: non siamo in Israele né in Ucraina, ma nel cuore di Reggio Calabria, a pochi metri dal Castello Aragonese, accanto la Chiesa degli Ottimati. E proprio qui si è sfiorata l’ennesima tragedia: una porzione del tetto di un ufficio si è staccata improvvisamente precipitando al suolo, sulle scrivanie di alcuni funzionari del Giudice di Pace. Fortunatamente era notte e non ci sono stati morti né feriti, ma è stata soltanto una casualità: fosse accaduto di giorno, le conseguenze sarebbero state molto più pesanti.

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Stiamo parlando degli uffici che il 3 gennaio 2010 sono stati colpiti dall’intimidazione di ‘Ndrangheta più grave degli ultimi anni con la bomba notturna che ha poi innescato una durissima risposta da parte dello Stato, con il Consiglio dei Ministri del governo Berlusconi a Reggio Calabria e lo storico pacchetto di misure anti-‘Ndrangheta voluto dall’allora ministro Alfano. Da quel giorno i locali sono presidiati da una pattuglia dell’Esercito, fissa in loco da appunto quasi 14 anni, necessaria a garantire la sicurezza dei locali dai criminali della malavita ma totalmente ininfluente sulla sicurezza dei locali stessi.

La situazione è insostenibile perchè l’episodio di questi giorni (il crollo si è verificato nella notte tra domenica e lunedì) non è un caso isolato: già in passato si sono verificati altri eventi analoghi dovuti alla vetustà dei locali che non hanno i requisiti minimi di sicurezza. Un allarme che i magistrati hanno lanciato più volte, ma sono sempre rimasti inascoltati. I funzionari sono molto preoccupati al punto che ritengono che dovrebbero lavorare con i caschetti, come se fossero operai in cantiere. Dopo il crollo dei giorni scorsi, lunedì sono intervenuti i Vigili del Fuoco che hanno sigillato complessivamente sei locali: il bagno degli uomini, la stanza delle scorte, due cancellerie e due stanze dei Sostituti Procuratori.

Poco tempo fa, un funzionario ha ottenuto un maxi risarcimento per un analogo infortunio sul lavoro rimediato negli stessi locali. La beffa più grande è che la Procura paga per questa struttura, di proprietà della Curia Arcivescovile, un affitto mensile salatissimo di circa 35 mila euro. Il procuratore Gerardo Dominijanni ha già scritto più volte, in passato, alle autorità competenti e agli enti locali chiedendo una soluzione alternativa, ma dopo molto tempo ancora nulla è cambiato. Gli uffici della Procura cadono a pezzi nell’indifferenza delle autorità, non solo politiche ma anche amministrative: i sindacati lamentano l’assenza totale degli organi di controllo. Ma dopo quest’ultimo gravissimo episodio non si può continuare a rimanere impassibili di fronte ad una situazione incresciosa e molto pericolosa.

strettoweb

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