Lun. Apr 29th, 2024

Riflessioni, proposte e un unico filo conduttore: la violenza contro le donne è un crimine odioso da contrastare con ogni mezzo. Nella giornata dedicata alla difesa dell’universo femminile contro ogni abuso, tanti i messaggi provenienti dal mondo delle istituzioni e della politica.

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Occhiuto: “Costruiamo società in cui abusi e sopraffazioni non trovino spazio”

“L’universo femminile è un dono, un mondo di sentimenti, energia e talenti. Coltiviamo oggi e sempre i valori del rispetto e del rifiuto di ogni violenza, che è solo l’ultimo rifugio per gli incapaci. Nella Giornata contro la violenza sulle donne – resa ancora più densa di significato per il recente e drammatico femminicidio di Giulia Cecchettin – ribadiamo la nostra ferma volontà di costruire una società civile e avanzata in cui abusi e sopraffazioni non trovino spazio”. Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.

Mancuso: “Trasformare la solidarietà in azioni tangibili”

“I dati sulla violenza alle donne sono allarmanti, ma occorre evitare che dopo l’indignazione suscitata da casi drammatici, tutto resti come prima”. Lo dice – in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza alle donne” – il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso.

“È apprezzabile – sottolinea – l’approvazione, da parte del Parlamento, di un pacchetto di misure che punta a rafforzare il ‘Codice Rosso’ e a colmare i vuoti legislativi che impediscono di intervenire di fronte alla minaccia.  Ed è anche apprezzabile l’impegno della Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali, attraverso una campagna di comunicazione che prenderà il via il 25 novembre e proseguirà per un anno con una serie di iniziative in cinque date simboliche. Per fermare questa barbarie che si consumato sulle donne, ognuno deve fare la propria parte”. Aggiunge Mancuso: “Questa Presidenza, consapevole che anche la Calabria  conta le sue vittime (dal  2020 ad oggi 17 femminicidi cui si aggiungono   le molte  violenze sessuali e la  miriade di episodi di soprusi e violenze che non vengono denunciati), sta predisponendo un Protocollo d’intesa che a giorni sarà siglato tra il Consiglio regionale, l’Osservatorio sulla violenza di genere e  l’Aterp (Azienda sull’edilizia residenziale pubblica della Regione), per offrire soluzioni alloggiative alle donne vittime di violenza e ai loro figli, prevedendo la loro collocazione e il recupero di una quotidianità lontana dagli abusi. L’obiettivo è mettere a sistema un percorso virtuoso, per scongiurare tragedie familiari e dare continuità all’azione a tutela delle donne. Ci muove la convinzione che ogni Istituzioni abbia il dovere di trasformare la solidarietà alle donne in azioni tangibili, ferme, efficaci”.

Princi: “Cambiamento culturale che deve partire dalla famiglia”

“La violenza di genere è divenuta un’emergenza sociale la cui risoluzione non è più rinviabile, visto che in Italia avviene un femminicidio ogni 72 ore. Ma non è più rinviabile neanche riconoscere e prevenire, fin dalla più tenera età, gli stereotipi di genere strettamente correlati alla violenza contro le donne. Per generare un cambiamento culturale e un impatto positivo sulla società, in cui le nostre figlie e i nostri figli possano crescere e vivere libere e liberi di essere ciò che vogliono essere, bisogna riconoscere e denunciare gli stereotipi e i modelli sociali che oggettivizzano la donna, che la ritraggono ancora oggi come soggetto debole e inferiore all’uomo e che ne minano la piena realizzazione personale. La parità di genere come riconoscimento dei diritti umani, la sensibilizzazione come prima azione di prevenzione devono diventare obiettivi primari dell’educazione. Già Aristotele nell’Etica Nicomachea aveva focalizzato ‘colui quindi che si adira per ciò che deve e con chi deve, e inoltre come, quando e per quanto tempo si deve, può essere lodato’. Potremmo dire, in altre parole, che la chiave di tutto è nel saper portare l’intelligenza nelle nostre emozioni, e quindi di conseguenza la civiltà nelle nostre strade e la premura per l’altro nelle nostre relazioni: avere autocontrollo e compassione, cioè empatia, due aspetti che nella società di oggi sono sempre più rari. Oggi viviamo un’alienazione sociale e una disperazione individuale che se non controllati, potrebbero portare a lacerazioni più profonde del tessuto sociale. Una società che è sempre più individualista e che porta a una sempre minore disponibilità alla solidarietà e ad una maggiore competitività. Distratti come siamo oggi da bisogni secondari, non essenziali siamo portati ad assecondare, essere troppo permissivi verso i nostri figli e non prestare la giusta attenzione e, quindi non sviluppare l’empatia soprattutto nei figli maschi che, invece, bloccherebbe sul nascere la violenza. Ho sentito tanti inviti a lezioni di educazione all’affettività e ai sentimenti nelle scuole, vorrei però ricordare che all’affettività, ai sentimenti ed all’ empatia veniamo educati in maniera esperienziale e sin dai primi mille giorni di vita… È la famiglia il primo posto in cui ciò deve avvenire: è la famiglia il posto relazionale in cui imparo a conoscere e riconoscermi nell’altro, a negoziare il mio punto di vista, a differire la gratificazione dei bisogni, a porgere la mano a chi è in difficoltà, a condividere, a collaborare, a rispettare, a sentimi accolto in un bisogno vedendolo soddisfatto e a sentirmi contenuto di fronte all’ insoddisfazione dello stesso per imparare a tollerare il vuoto e la frustrazione. Emozioni e sentimenti si esperiscono nelle relazioni primarie e con gli adulti più significativi per poi essere generalizzate in tutte le altre situazioni sociali. Allora si, ben venga che la scuola si attivi, apra varchi di riflessioni, intercetti situazioni di disagio ma senza pensare che ad essa spetti tutta la responsabilità della formazione e della “cura” delle fragilità dei nostri ragazzi. Come ho già anticipato, la Regione Calabria, proprio per aiutare la scuola calabrese, gravata dalla crisi che sta attraversando l’istituzione famiglia, proporrà presto la figura dello psicologo scolastico che affianchi il personale docente e gli studenti nell’affrontare questioni complesse legate allo sviluppo emotivo dei giovani. Abbiamo, altresì, previsto ulteriori investimenti mirati che promuovano percorsi formativi, tenuti da specialisti, che coinvolgano le famiglie. Non c’è nessuno che ci insegni il mestiere del genitore, ma ci può essere chi, invece, ci aiuti a riconoscere nei nostri figli i segni del disagio e a trovare modalità comunicative efficaci per aiutarli a crescere equilibrati soprattutto nelle relazioni di genere”. Così Giusi Princi, vicepresidente della Giunta della Regione Calabria.

Saccomanno (Lega): “Prevenire è possibile, ma il percorso è lungo”

“Si legge in molti cartelli ‘Il silenzio uccide la dignità’. Ed è vero! Le donne devono essere sempre difese e non possiamo parlare solo quando accade la violenza o, peggio ancora, quando diventano vittime di un agire bestiale. Gli ultimi accadimenti lasciano inorriditi e non possono essere superati da un momento di indignazione e poi finire nel dimenticatoio. Bisogna reagire sotto tutti gli aspetti e prepararsi ad affrontare una battaglia culturale e di civiltà. Ognuno deve fare la sua parte e non ci sono colori da difendere. Non ci sono antidoti preparati! La società è peggiorata e spesso i problemi si scaricano sulle categorie più deboli, approfittando, in questo caso, di persone che hanno ancora fiducia nel prossimo e nella sicurezza, che non esiste. Prevenire è possibile, ma il percorso è lungo: scuola, famiglia, chiesa, associazioni, devono fare la loro parte e cercare di preparare le donne a segnalare e denunciare immediatamente e ad educare i ragazzi al rispetto, alla lealtà, all’amore vero. Sicurezza e sanzioni severe devono esserci e questo è un dovere delle istituzioni e dello Stato, che, però, deve adeguarsi all’attuale momento di grande difficoltà. Non bastano solo le manifestazioni, molto importanti, ma ci deve essere un momento di riflessione collettiva e l’assunzione di provvedimenti responsabili e incisivi. La criminalità, specialmente nelle grandi città, è presente e diventa sempre più un pericolo per tutti i cittadini, ma soprattutto per le fasce deboli e, quindi, per le donne. È necessario, pertanto, un piano completo che serva, appunto, a creare maggiore sicurezza nelle città e, nel contempo, a formare le Forze di Polizia per interventi immediati. Attenzione, telecamere, celerità degli interventi sono elementi che servono a cercare di evitare azioni violente. Ma ci devono essere degli specialisti che sappiano affrontare il problema. Tutti possono commettere reati di violenza, stupro e altro. Ed ecco la necessità di realizzare un piano complessivo che serva, seriamente, a rendere le città più sicure e a consentire alle categorie fragili e indifese, come le donne, di potersi proteggere. Quindi, tutti dobbiamo remare verso una strategia condivisa che serva realmente ad affrontare il problema con serietà ed efficacia. E oggi l’orrore che è accaduto a Catanzaro, dove una donna incinta è stata aggredita dall’ex fidanzato e da otto parenti! Un fatto di gravità inaudita. La vittima si è salvata grazie al pronto intervento dei carabinieri. Ecco, quindi, la necessità di creare una rete funzionante. A tutte le donne, quindi, la più piena solidarietà e vicinanza da parte della Lega e dei suoi militanti”. Lo dichiara il commissario regionale della Lega in Calabria, Giacomo Francesco Saccomanno.

Gruppo Pd deposita proposta di legge per sostenere l’educazione all’affettività

Nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne il gruppo del Pd in Consiglio regionale ha depositato una proposta di legge per “sostenere iniziative e progetti in materia di educazione all’affettività e informazione sessuale”.  Per il Pd è da sempre una priorità liberare le donne dalla violenza e per questi motivi, a livello nazionale, è stata proposta l’istituzione di una Commissione d’inchiesta sul femminicidio e si è fatto il massimo per approvare leggi e promuovere iniziative volte a investire sulla rete dei centri antiviolenza e delle case rifugio che sono tra i principali presidi a sostegno della libertà femminile.

La proposta di legge intende, depositata a palazzo Campanella, è volta a sostenere iniziative e progetti che possano garantire una corretta informazione sui temi dell’affettività e della sessualità agli alunni delle scuole secondarie di primo grado e delle superiori. La norma vuole offrire strumenti critici per affrontare gli stereotipi, di stimolare lo sviluppo di una sessualità libera e consapevole, di favorire una formazione aperta e rispettosa dell’identità e dell’orientamento sessuale di ciascun individuo e di offrire ogni elemento utile a instaurare relazioni paritarie e rispettose, con l’obiettivo generale di prevenire discriminazioni, abusi e violenze. Per la realizzazione dei progetti idonei a realizzare tali obiettivi, la proposta di legge prevede che la Regione attui interventi, nei limiti massimi delle risorse nazionali e dell’Unione europea disponibili e nel rispetto dei principi di concertazione e sussidiarietà, da assegnare non soltanto alle istituzioni scolastiche e agli istituti penitenziari minorili, ma anche ai consultori familiari, ai centri antiviolenza e agli organismi del terzo settore in possesso di comprovata competenza nel settore, valorizzando e potenziando le reti che mettono in collegamento istituzioni, associazioni e cittadinanza. A tale fine è previsto che le modalità ed i criteri per il riparto delle risorse medesime vengano disciplinati con un apposito regolamento adottato dalla Giunta regionale.

«La violenza contro le donne e il femminicidio sono fenomeni di natura culturale, una cultura purtroppo ancora patriarcale che non permette una equa assegnazione dei ruoli nella nostra società – affermano i consiglieri dem – e una vera parità tra uomini e donne. Ed è proprio sulla formazione che si deve puntare per cambiare la cultura e il modo delle nuove generazioni. Per questo abbiamo deciso di presentar

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