Dom. Mag 5th, 2024

Dodici persone sono state arrestate nelle province di Roma e Reggio Calabria dai Carabinieri che hanno eseguito un’ordinanza che dispone misure cautelari personali, emessa dal gip di Roma su richiesta dei pm della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di cittadini italiani e albanesi, gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico di droga e spaccio. L’operazione odierna trae origine da alcune risultanze investigative provenienti dalla più ampia indagine denominata «Tritone», condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma e che, nel febbraio 2022, aveva disarticolato una radicata «locale» della ‘ndrangheta di Rosarno nei comuni di Anzio e Nettuno, dedita non solo al traffico di droga, ma anche al condizionamento della vita politica locale e al controllo delle attività economiche e degli affidamenti degli appalti locali. In particolare, nell’indagine Tritone sarebbe stato documentato come uno degli ‘ndranghetisti, capace di importare ingenti carichi di narcotico dal Sud America, al fine di ottenere ulteriori ricavi, avesse esteso le proprie attività di vendita dello stupefacente dai comuni di Anzio e Nettuno ai comuni di Rocca di Papa e Grottaferrata intrecciando qui i propri affari con quelli del sodalizio, composto dagli odierni indagati.

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Le indagini, condotte dai militari di Via Selci, hanno consentito di ricostruire numerose cessioni di cocaina nonchè di documentare le capacità logistiche della consorteria che per le importazioni di narcotico aveva anche la disponibilità di un pilota di un aereo privato e di un aviosuperficie ricadente nel comune di Nettuno.

I lucrosi ricavi delle attività di spaccio venivano reinvestiti non solo nell’acquisto di ulteriori partite di cocaina, nel sostegno economico ai sodali che venivano arrestati (è il caso di uno dei sodali che era stato indotto ad assumersi la paternità dello stupefacente rinvenuto durante le indagini), nonché nell’acquisto di locali pubblici romani e nell’organizzazione di feste.

È stato, altresì, documentato come al fine di eludere le investigazioni gli indagati utilizzassero smartphones criptati, nonché facessero ricorso a vetture a noleggio, periodicamente sostituite per evitare l’installazione di microspie.

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