Mer. Mag 1st, 2024

La Corte d’Appello di Catanzaro ha ridotto le condanne per sei imputati coinvolti nell’inchiesta Demetra 2, originatasi dalle indagini sull’autobomba che causò la morte di Matteo Vinci a Limbadi, rivelando un traffico di stupefacenti. I giudici hanno condannato Vito Barbara a 15 anni, 10 mesi e 20 giorni (riduzione rispetto ai 16 anni in primo grado); Domenico Bertucci a 6 anni e 11 mesi (riduzione rispetto agli 8 anni in primo grado); Antonio Criniti a 8 anni e 4 mesi (riduzione rispetto ai 10 anni in primo grado); Filippo De Marco a 8 anni e 7 mesi di reclusione (riduzione rispetto ai 10 anni e 8 mesi in primo grado); Pantaleone Mancuso a 8 anni, 2 mesi e 10 giorni (riduzione rispetto ai 9 anni in primo grado); Alessandro Mancuso a 2 anni e 8 mesi (riduzione rispetto ai 7 anni e 8 mesi in primo grado).

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Criniti e De Marco erano stati inizialmente arrestati con l’accusa di omicidio tentato e consumato con l’aggravante del metodo mafioso, oltre alla detenzione illegittima di un ordigno esplosivo. Tuttavia, tali accuse erano state annullate dal Tribunale del Riesame, con il giudice del primo grado che ha sostenuto la presenza di “un margine di ambiguità” e una mancanza di certezza assoluta riguardo al loro coinvolgimento nell’attentato.

Attualmente, gli imputati affrontano l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico. Vito Barbara è indicato come promotore, direttore ed organizzatore dell’associazione, mentre Criniti e De Marco si occupavano delle modalità di approvvigionamento dello stupefacente. Altri partecipi all’associazione includono Pantaleone Mancuso, Alessandro Mancuso e Domenico Bertucci.

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