Gio. Mag 2nd, 2024

Antonio Accorinti, un testimone chiave nel processo contro la criminalità organizzata calabrese, ha svelato dettagli inquietanti riguardanti le attività criminali legate alla famiglia La Rosa nel territorio di Tropea e Briatico.

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Accorinti ha testimoniato riguardo ai suoi tentativi di avviare un locale nella zona, dichiarando di aver cercato il sostegno di Domenico La Rosa, soprannominato “Zu micu”, e suo figlio Francesco, noto come “u bimbu”. Tuttavia, ha rivelato che, specialmente nell’ultimo anno, era necessario trattare con il padre per via delle misure coercitive imposte dal figlio.

Uno degli obiettivi di Accorinti era l’apertura di un bar o ristorante, e ha confessato di aver cercato l’intercessione dei La Rosa per facilitare l’affare. Accorinti ha indicato che Francesco era spesso coinvolto nelle trattative e che la sua presenza poteva esercitare pressioni per ottenere locali o affari.

Inoltre, Accorinti ha raccontato di uno scontro con Francesco La Rosa riguardante la cessione di una pistola da parte di un individuo soprannominato “U patatu”. Questo episodio evidenzia l’intricata rete di relazioni e scambi criminali presenti nella zona.

Il collaboratore di giustizia ha anche rivelato la presenza di armi e droga in un appartamento vicino al locale gestito da “U patatu”. Accorinti ha affermato di aver negoziato l’acquisto di varie armi con il proprietario, ma che alla fine l’accordo non è stato concluso a causa dell’assenza di pagamento.

Le testimonianze di Accorinti forniscono uno sguardo inquietante sulla criminalità organizzata operante nel territorio di Tropea e Briatico, evidenziando l’uso di coercizione e intimidazione per controllare le attività commerciali e il traffico di armi e droga nella regione.

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