Mer. Mag 1st, 2024

La Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro ha concluso le indagini preliminari coinvolgendo 29 persone fisiche e cinque società nell’ambito dell’inchiesta Scirocco. L’accusa principale riguarda un presunto sistema di gestione illecita dei depuratori sparsi sul territorio regionale.

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Le accuse vanno dall’associazione per delinquere finalizzata a commettere reati ambientali e contro la pubblica amministrazione, alla frode nelle forniture pubbliche, all’inquinamento ambientale, al traffico illecito di rifiuti e alla tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. I sostituti procuratori Paolo Sirleo, Domenico Guarascio e Domenico Assumma dirigono l’inchiesta, che si concentra sulle società del gruppo Minieri, gestite da Mario Minieri e i suoi figli Giuseppe e Saverio, che avevano ottenuto l’appalto per la gestione dei depuratori.

L’accusa sostiene che queste società avrebbero vinto le gare d’appalto grazie a ribassi significativi, per poi non adempiere agli obblighi contrattuali. Gli inquirenti affermano che ciò ha portato a mancate manutenzioni degli impianti, gestione illecita dello smaltimento dei fanghi e liquami riversati nei corsi d’acqua e nel mare.Tra i coinvolti ci sono dipendenti delle società gestrici degli impianti di depurazione e funzionari pubblici, tra cui quelli degli uffici tecnici dei comuni di Belvedere Marittimo e Falconara Albanese. Mario Minieri, insieme ad altri, è accusato di frode nell’esecuzione dei contratti per la gestione dei depuratori.

Inoltre, Minieri è accusato anche di una tentata estorsione ai danni di un dipendente del depuratore di Cirò Marina, che avrebbe cercato di impedire azioni sindacali per ottenere lo stipendio, con minacce di pesanti conseguenze se non avesse ritirato la denuncia.

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