Lun. Apr 29th, 2024

Il tema vero che emerge dai rilievi del comitato al progetto definitivo sul ponte sullo Stretto presentato dai privati, e sulla carta aggiornato a tempo di record rispetto a quello vecchio di 14 anni fa, riguarda i tempi: che saranno lunghi come scrive la stessa Eurolink rispondendo a una delle note del comitato scientifico guidato dal professore Alberto Prestininzi. Quest’ultimo non certo un “nemico” del Ponte, anzi: Report lo incontrò nello studio dell’ex ministro Pietro Lunardi, vero deus ex machina di questo ritorno al ponte salviniano, che lo definiva «un amico di famiglia». Ma di fronte alle carte anche i più ben disposti devono mettere nero su bianco le cose che non vanno. Ed ecco cosa si legge nella relazione: «Il comitato ritiene opportuno che in fase di progetto esecutivo si verifichi la robustezza della struttura del Ponte in maniera più ampia». Oppure: «Il comitato chiede lo svolgimento di analisi non lineari dell’impalcato soggetto a vento turbolento».

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La risposta del consorzio fa capire bene come i tempi non sia compatibili con quelli chiesti dalla politica e dal ministro (approvazione del progetto esecutivo entro luglio 2024). Perché sottolinea come queste «analisi non lineari» sul vento siano «dispendiose in termini temporali».

Secondo alcuni ingegneri questi modelli non lineari sugli effetti del vento in una struttura unica al mondo come il Ponte sullo Stretto richiedono mesi considerando la difficoltà dell’opera. La controrisposta del comitato ai dubbi sui tempi posti dal consorzio privato è chiara: «Si conferma la necessità e si raccomanda l’esecuzione di analisi non lineari». E aggiungono dal comitato, sempre in tema di esami sul vento: «Una problematica è legata all’aggiornamento del documento “valutazione del vento” adottata nel piano definitivo nel 2011 e fatto nel 2004 da un gruppo di ricerca dell’Università di Genova. Si ritiene che il documento debba essere adeguato e aggiornato».

Le raccomandazioni riguardano anche l’utilizzo dell’acciaio: «Il comitato scientifico raccomanda che in sede di piano esecutivo si tenga contro dell’attuale quadro normativo», sui materiali, «e si specifichino i requisiti meccanici per gli acciai in modo congruo alle normative vigenti. (…) Il comitato ritiene necessario inoltre che la progettazione esecutiva tenga debito conto dell’effettiva reperibilità degli acciai da impiegare, raggiungendo un opportuno livello di flessibilità a riguardo».

Ma non solo. Il comitato chiede ulteriori esami che non sono stati inseriti nel progetto definitivo: «Il comitato scientifico ritiene opportuno che nell’aggiornamento delle analisi strutturali vengano riesaminati scenari che tengano conto dell’azione combinata del vento e dei carichi di traffico ferroviario e stradale e ciò al fine di una conferma del livello di sicurezza e di funzionalità del Ponte anche nel caso di eventi estremi». Insomma, non si tratta di piccole raccomandazioni, anzi. E anche se politicamente il comitato al momento non ha bloccato l’iter, comunque con i sessantotto rilievi messi nero su bianco ha posto più di un dubbio su un piano, quello definitivo, che secondo alcune premesse doveva essere di fatto un progetto quasi esecutivo. Vuol dire che in tempi brevi si sarebbero potuti avviare i cantieri. «La relazione demolisce l’aggiornamento del progetto — dice Bonelli — e dimostra la fretta della politica rispetto alle norme».

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