Gio. Mag 2nd, 2024

Sul ‘palcoscenico’ di Tajani: tra risvolti ironici e il richiamo ad Alberto Sordi, una riflessione sulle performance politiche e diplomatiche durante l’ultimo Lunedì dell’Angelo

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Ieri sera, ovvero Lunedì dell’Angelo -che per ironia della sorte, oppure per opera “di un destino cinico e baro” (frase di Giuseppe Saragat, consona a quanto illustrero` a breve)- dicevo, ieri sera Lunedì dell’Angelo, data la quale coincideva, persino, con il primo di Aprile (giorno noto per gli scherzi), ho visto e…purtroppo ascoltato, l’intervista dell’ineffabile ‘multitasking’ Antonio Tajani. Ancora non so se lui sia intervenuto nelle vesti di Segretario ‘Italoforzuto’ (o di quel che resta della ‘creatura’ politica fondata da Berlusconi), oppure nel ruolo di Vicepresidente del Consiglio (nonche` ‘chevalier servant’ della encomiabilmente ‘applicativa’ Premier Giorgia Meloni…e lo dico senza ironia) o quale Ministro degli Esteri (beh…glisson!) e, financo come Vicepresidente del PPE, perciò lascio a ciascuno di voler incasellare la di lui (solita e quotidiana…dove lontrova il tempo, non lo so prorio!) performance televisiva.

Mi si perdonerà il lungo profluvio elencativo del suddetto ‘mestierante’ politico -benché il non politico è giunto sino ai nostri giorni, a seguito dell’infausto 1992, allorquando la vera politica e con essa i veri Partiti, sono stati spazzati via dal Golpe Giudiziario dell’inchiesta ‘Mani Pulite’ (sempre più credibile nel titolo, qualora fosse stata definita ‘Piedi Sporchi’, ovviamente in capo a chi ‘indagava’)- epperò a tutto vi è un limite, quindi sfatiamo falsi miti e diciamo le cose cone stanno.

Principalmente, dicessero le cose chi al pari di me è veramente esperto, anzi persino testimone vivente e in presa diretta o sul ‘campo’ che dir si voglia, senza che chicchessia, si permettesse di darmi sulla voce -al netto di una mia condizione dell’essere, cioè non solo credibilmente pratico, bensi, notoriamente jettatote (patti chiari: non può essere ascrivibile reato, pur se in Italia i reati si inventano, come nel caso del ‘concorso esterno’, il quale equivale a sostenere che un uomo possa essere, appena appena incinto)- dicevo senza darmi sulla voce, altrimenti replico ancor di più a brutto muso, consentendomi di dimostrare la superficialità di succitato ‘incursore massmediatico’.

Ordunque, definire l’ultimo Presidente della Repubblica Libanese -mi riferisco a Michel Aoun, già capo di Stato Maggiore della Difesa del Paese dei Cedri, senza però, durante tale sua carica ricoperta allorquando era militare, essere riuscito non solo a proteggere, bensì lenire, i drammi della popolazione tutta, durante la guerra civile del 1975/1990- ribadisco, definirlo un grande amico dell’Italia -e tesserne, surrettiziamente le lodi- non solo è azzardato, ma oltremodo oltraggioso, in combinato disposto con falsità storica, pressapochismo politico (o presunto tale), assieme a non (di Tajani) conoscenza conclamata.

Certo, costui, si trova a ricoprire l’incarico di titolare della Farnesina, laddove prima vi si sono avvicendati Statisti veri quali De Gasperi, Moro, Fanfani, Rumor, Forlani (tutti ex Premier ed ex Segretari della DC) e financo Segni padre (poi, anche lui, Premier e Presidente della Repubblica Italiana), senza dimenticare, Giulio Andreotti ed Emilio Colombo (persino loro già Presidenti del Consiglio) -e per intenderci quali Sottosegretari avevamo persone tipo Giuseppe Zamberletti o Claudio Vitalone, non certo Maria Tripodi…povera stella- ma Tajani, si ricordasse quanto egli non sia i di sopra menzionati (al pari della Maria succitata, che non è paragonabile ai predecessori in nota immediatamente sopra).

Insomma, sol perché si sta in un ‘posto’ e si ricopre il medesimo ruolo, non ci si può smerciare quali epigoni magistrali dei magistrali Uomini di Stato, da me ricordati.

Ciò premesso, vorrei sommessamente rappresentare a suddetto ‘multitasking’ un paio di cosette, certamente non da poco, alfine di far comprendere che quando si va in TV o si svolgono missioni nella qualità di Ministro degli Esteri, sarebbe conveniente evitare di raccontare scempiaggini, così come compiere gaffes, poiché la carica ed annesso ruolo, non è assimilabile alle gag cinicamente burlesche e simpatiche di Alberto Sordi nei suoi ruoli interpretati magnificamente (e Alberto Sordi era un genio, cosa che non posso dire di altri, pur non citandone il none).

Si, è proprio cosi` o cosi` dovrebbe essere e si spera sia, poiché tali comportamenti prudenti e auspicabilmente frutto di sapienza e studi, mettono al riparo il nostro Paese, dall’irrisione altrui, la quale spesso non riusciamo ad evitare, in ragione delle nozioni che leggete di seguito, seppur in sintesi, ma dettagliata.

Difatti, i miei ‘avi politici’  ogniqualvolta mettevamo piede in Libano, indipendentemente dall’incarico che avevano, si presentavano immediatamente, innanzi e in udienza al Cardinale Patriarca Maronita (non “marinita’ come da ‘lapsus sordiano’ in ‘salsa tajanesca’, udito ieri sera) e lo dico, poiché durante l’ultima visita blitz di Tajani a Beirut, nel mese di Febbraio, ciò non e` avvenuto, lasciando di stucco moltissimi a queste latitudini, giornalisti locali inclusi (nonostante una certa nostra e solita, ‘propaganda’ benevola).

Forse -dico forse e preferisco pensare forse!- egli non sa che espressione della massima magistratura repubblicana libanese, ovvero il Capo dello Stato, è prorio un appartenente alla comunità Maronita, quindi il Patriarca medesimo (chiunque esso sia e in qualsiasi epoca) svolge un ruolo fondamentale, soprattutto ‘in vacatio’ di carica, parimenti al nostro momento cogente e contemporaneo.

Vieppiu`: il ‘decantato’ Aoun, nel 1990 -cioè quando per un artifizio costituzionale, proprio in luogo alla guerra civile che impazzava e insanguinava le strade di Beirut e del Libano- si schiero` solo lui (per la verità assieme al ‘suo nemico’ Yasser Arafat, defunto leader palestinese) a favore di Saddam Hussein, nella fase prodromica e poi in quella vera, della prima guerra del Golfo.

Aoun lanciava strali contro l’occidente e procurò una coda più lunga e maggiormente dolorosa, negli scontri interni alle comunità religiose libanesi, sia cristiane che mussulmane e persino frazionando, ulteriormente, le medesime al loro stesso interno.

E, sempre in riferimento ad Aoun, sarebbe d’uopo ricordare -in primis al pro tempore (e ‘multitasking’ ) Ministro Tajani- come l’attuale crisi economica, sociale, finanziaria, sanitaria e istituzionale, che attanaglia questo splendido Paese (da me considerato adottivo, pur se rimango fieramente italiano e ‘figlio’ della mia incantevole Bovalino), proprio i libanesi tutti e financo le pietre di ogni strada, la imputano  alla Presidenza di Michel Aoun, il quale per sua palese inettitudine politica (e molta approssimativa malafede) ha sconquassato la Nazione dei Cedri e la vita dei suoi cittadini.

Caro Antonio (Tajani), meno ‘avanspettacolo politicante’ e più studio, poiché di Alberto Sordi, ne rimane uno, ma,  ovviamente, non, sei tu!

Vincenzo Speziali 

Membro del Bureau Politique dell’Internazionale Democristiana 

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