Ven. Mag 3rd, 2024

La Guardia di Finanza di Catanzaro, in collaborazione con la Procura, mette sotto torchio un presunto sistema di frode legato agli incentivi anti-Covid

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In una mossa senza precedenti contro presunti reati tributari, militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, sotto la supervisione della locale Procura della Repubblica, hanno eseguito un’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Catanzaro. Tale ordine prevedeva l’applicazione di misure interdittive nei confronti di tre individui, due imprenditori e un commercialista, per presunti reati legati all’evasione fiscale e alla truffa nell’utilizzo di finanziamenti anti-Covid.

I due imprenditori, Damiano Boncore di Soverato ed Enrico Dandolo di Catanzaro, sono stati sottoposti alla misura interdittiva dall’esercizio dell’attività imprenditoriale, mentre per il commercialista Antonio Macrì di Soverato è stato disposto il divieto temporaneo di svolgere attività professionale. Queste misure sono state attuate in seguito alla ritenuta sussistenza di gravi indizi di associazione a delinquere per la commissione di reati tributari e di truffa, principalmente nel contesto dell’illecito sfruttamento dei vantaggi fiscali per la gestione della pandemia da Covid-19.

Parallelamente, è stato eseguito il sequestro preventivo di oltre 2,7 milioni di euro, corrispondenti al presunto valore di crediti di imposta inesistenti, e di ulteriori 765.000 euro considerati come illecito profitto dei reati contestati.

Tali provvedimenti, richiesti dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, sono il risultato di un’approfondita attività investigativa condotta dal Nucleo di Polizia Economica-Finanziaria di Catanzaro. Queste indagini hanno portato alla luce la presunta esistenza di un’associazione a delinquere che, attraverso la creazione di fatture per transazioni inesistenti, avrebbe cercato di ottenere indebitamente crediti d’imposta per servizi mai effettuati di sanificazione e adeguamento anti-pandemico. Questi crediti, ottenuti tramite società collegate agli indagati, sono stati poi utilizzati per compensare debiti tributari o monetizzati attraverso la cessione a terzi, causando un danno ingente all’Erario e trarre in inganno l’Agenzia delle Entrate.

Il procedimento giudiziario, ancora nella fase delle indagini preliminari, sarà sottoposto a verifica processuale nel contraddittorio con la difesa degli indagati.

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