Gio. Mag 2nd, 2024


Vincenzo Speziali inoltra una nuova comunicazione alla Presidente della Commissione Antimafia, in data odierna e dopo aver assolto agli obblighi di legge in Libano, nel merito al procedimento in corso in loco.

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                             On. Chiara Colosimo
                  Presidente della Commissione
                         Parlamentare Antimafia
                                           SEDE

Gent.ma On. Colosimo,
sommessamente e con assoluto rispetto, sia del Suo ruolo istituzionale che delle prerogative parlamentari in capo a Lei, quale Deputato al Parlamento e Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, mi permetto, nuovamente di scriverLe, alfine di rinnovare la mia richiesta e la mia disponibilità, ad essere audito da voi tutti nella Sua stessa Commissione.
Mi guardo bene, Ill.ma On. Presidente, dal mettere ‘paletti’, in merito alla presenza o meno, di qualche autorevole (per il ruolo che ricopre e non per altro!) membro della Commissione stessa: non mi compete ciò è comunque non solo ho rispetto delle istituzioni (io si, altri lo vedremo!), ma -aspetto più importante- non temo il confronto con nessuno, poiché dalla mia, ho la coscienza apposto, prove inoppugnabili, testimonianze certe e pronunciamenti giurisprudenziali, i quali questi ultimi e mi creda, brucia il cuore che vengano da un’AutoritaGiudiziaria, che sebbene naturale e territorialmente competente, persino al netto del Trattato Bilaterale con il Libano, non è quella del mio Paese, adusata a 'crocifiggermi' moralmente e forse illecitamente. On.Presidente, è dura, è stata dura e se per questo, financo ingiustamente dolorosa, la mia vicenda, dalla quale sono uscito con l'aiuto della Fede in Nostro Signore e con le preghiere che nottetempo, allorquando mi svegliavo all'alba, proprio per leggere gli atti, -presuntamente fallaci e che tali considererebbe la Magistratura Libanese prorio sottoscritti e contestati, in modo assurdo e per come si evince dell'inchiesta 'dossieropoli' in corso. Tali addebiti sarebbero stati raccolti in maniera (cito testualmente le parole dell'indagine Striano: "alla carlona, poiché siamo abituati a lavorare borderline") e quindi ribadisco -con pudore e sincera dignità- mi affidavo alle preghiere verso Cristo Santissimo e all'indirizzo di un collega parlamentare ed amico personale, di mio nonno, ovvero l'On. Presidente Aldo Moro, martire della Repubblica. Ciò premesso, On. Presidente e scusandomi per l'apparente divagazione -che tale non è, semmai serve a far meglio comprendere, persino la mia 'via Crucis'- desidero anche o soprattutto, farLe presente, le motivazioni autentiche, le quali mi hanno mosso a scriverLe di già il 19 Marzo u.s. e che mi inducono a riproporre, in data odierna -3 Aprile 2024- la medesima richiesta, ovvero di veder accettata e calendarizzata l'audizione, essendovi fatti sospettamente gravi, mendaci e assurdi, i quali hanno visto tra gli investigatori, proprio il Luogotenente Pasquale Striano, oggi indagato a Perugia. Potrei accennare, tra le 'stranezze' la pedissequamente violazione del segreto istruttorio da parte di un giornale della mia Regione, cioè la Calabria e mi riferisco, segnatamente, al Corriere della Calabria, allorquando a dirigerla era il suo defunto (e per molti un 'personaggio particolare') Direttore, il quale, difatti, prima della Santa Pasqua 2015, in un di lui articolo, anticipo atti dei magistrati di Reggio Calabria, a me avversi, pur non facendo il mio nome, ma con chiaro riferimento al sottoscritto, di cui conservo traccia); oppure una falsa informativa, del Centro DIA di Roma, che coinvolgeva nientepopodimeno che il Direttore dei Servizi Segreti Libanesi, la cui informativa stessa è stata smentita da un pronunciamento della Cassazione Libanese -a seguito di un’indagine del Procuratore Generale) e poi notificata ufficialmente alla magistratura italiana tutta (non solo agli Uffici Giudiziari di Reggio Calabria, nel procedimento Breakfast), facendoLe presente (nonché desiderando ribadirlo in Commissione con evidenze), quanto ciò avrebbe potuto mettere a rischio la mia persona o quella dei miei familiari conviventi a Beirut, senza però vederla presa, doverosamente in considerazione dalle Autorità di Giustizia italiane.
Non parliamo poi, della falsa testimonianza, del faccendiere Paolo Costantini, ‘licenziato’ o ‘accompagnato all’uscita’ dagli stessi nostri servizi segreti, il quale ha proferito falsità plurime in sede di indagine, processo dibattimentale e persino nell’audizione in questa Illustre Commissione, chiaramente non sotto la Sua presidenza senza alcuna responsabilità di chi all’epoca la presiedeva o ne era componente.
Anche su tal punto ho prove della mia versione, antitetiche alla di lui farneticantemente illustrate (ovviamente, dal Costantini, tra l’altro già indagato in altre inchieste), quindi, ho della verità che il sottoscritto ha sempre tentato di far valere senza successo alcuno, poiché -evidentemente?- io dovevo patire ingiustamente, pur possedendo atti ufficiali, persino in tal merito e che permetterebbero l’incrininazione immediata e d’ufficio (pure da parte vostra) di succitato soggetto.
Non cito, il procedimento penale, proorio in merito alla mia vicenda, attualmente in corso a Beirut, laddove sono dichiarato testimone e parte lesa, il quale procedimento si basa sugli atti recapitati a me medesimo e a norma di legge, dai miei avvocati dell’epoca, pur se anche in merito a siffatto aspetto, innanzi ad una Commissione Parlamentare di Inchiesta, potrei dire -ovviamente al netto della verità e supportato dalla documentazione ufficiale in mio possesso- quanto sia di mia conoscenza, senza entrare nel merito di eventuali ed indipendenti decisioni che i magistrati di Beirut, vorranno assumere allorquando decideranno e se decideranno di determinarsi: tra l’altro, non sono io al loro posto, anzi mi rimetto ad essi!
On. Presidente, chiedo, nuovamente, con rivererenza, ascolto e possibilita` di escussione in audizione, benché i miei familiari stretti -mi riferisco a moglie coniuge e figli maggiorenni, oppure genitori e fratelli- e persino amici cari ed intimi, continuano a supplicare di non ‘espormi’, essendo tutti quanti turbati dagli anni ingiustamente dolorosi che abbiamo passato e in primis il sottoscritto li ha patiti, sulla propria pelle e nel proprio animo.
Mi si ripete di “fare attenzione”, alfine di evitare ‘ripercussioni’, le quali non voglio minimamente considerare possano esserci, nel mentre chiedo di poter dimostrare fatti veri e incontrovertibili, poiché credo -devo credere ancora!- nello Stato di Diritto e nelle Istituzioni del mio Paese, le quali, politicamente (e non solo), ho servito e continuo a servire, con onore, decoro, legalità e dignità.
L’occasione mi è propizia per inviarLe ed inviare per Suo tramite alla Commissione tutta, i più ossequosi saluti.

Vincenzo Speziali

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