Dom. Mag 19th, 2024

«Ci sarebbero da pagare 516 euro ma chi di dovere non ha dato risposta…»

Continua dopo la pubblicità...


JonicaClima
amacalabria
Calura
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
stylearredamentiNEW
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
FEDERICOPUBB
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

È morto a febbraio scorso, a 95 anni, ma da allora la sua salma, dopo i funerali celebrati alla Sacra Famiglia di Focà, è “parcheggiata” nella cappella cimiteriale di Marina di Caulonia. A otto mesi dal trapasso, non è stato ancora possibile dargli sepoltura. La notizia, trapelata a seguito di una denuncia del comitato “AttiviAmo Caulonia”, è subito rimbalzata in paese. Il defunto, nativo della Sicilia, da tempo era residente a Focà. Era affiancato da un “amministratore di sostegno”, una sorta di tutore legale nominato dal giudice tutelare per «affiancare quelle persone che, per effetto di un’infermità o di una menomazione fisica o psichica, si trovano nell’impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi».

A rito funebre ultimato l’azienda, che aveva anche provveduto alla ricomposizione della salma, non avendo ricevuto indicazione in merito al luogo dove effettuare la sepoltura, ha collocato la bara nella cappella del cimitero di Marina di Caulonia, in attesa di disposizioni.

L’Amministrazione comunale, tramite il responsabile dell’area cimiteriale, arch. Rosella Cavallaro, ha avvertito il Giudice tutelare del decesso e, a seguito di ciò, l’Amministratore di sostegno si è presentato negli uffici per conoscere la disponibilità dei loculi comunali e la spesa da sostenere. Alla nota ufficiale, con la quale l’Amministrazione comunicava che vi era disponibilità al cimitero della frazione San Nicola e che la spesa da sostenere ammontava ad 516,60 euro, non vi è stato alcun riscontro. «Nonostante i continui solleciti, ribadendo l’urgenza per l’autorizzazione al seppellimento, nonché le modalità di sepoltura, ravvisandosi motivazioni di ordine igienico-sanitarie, a tutt’oggi non è pervenuta nessuna comunicazione», dichiara l’arch. Cavallaro.

Uno “stallo” burocratico, insomma, alla quale, a volte, non ci si sottrae neanche… a dipartita avvenuta.

ARMANDO SCUTERI (Gazzetta del Sud)

Print Friendly, PDF & Email