Scelte legate a identità personale e gruppo di appartenenza
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Ci sono molte ragioni che spingono i
genitori a non volere vaccinare i figli, ma la gran parte di
esse sono riconducibili a due dinamiche speculari. La prima,
tipica dei contesti più colti e abbienti, in cui il no ai
vaccini si spiega con la privazione della possibilità di
scegliere in un ambito, quello della salute, in cui ciascuno ha
diritto di autodeterminazione. La seconda, tipica di quelli più
poveri, è legata invece all’esclusione sociale e alla mancanza
di fiducia nelle autorità e nelle istituzioni che propongono la
vaccinazione. È quanto emerge da una revisione realizzata da
ricercatori del centro Cochrane South Africa, che ha analizzato
27 studi che avevano indagato le ragioni dell’opposizione ai
vaccini in diverse parte del mondo.
“Quando i genitori prendono decisioni sulla vaccinazione per
i loro figli, spesso comunicano non solo cosa pensano dei
vaccini, ma anche chi sono, cosa apprezzano e con chi si
identificano”, spiegano i ricercatori.
In particolare, sono quattro le variabili che più influenzano
la decisione dei genitori sulla vaccinazione dei propri bambini:
le idee generali in materia di salute e malattia di cui sono
portatori (per esempio visioni influenzate dalla regione o da
approcci di tipo olistico o naturalistico) e il ruolo che assume
la vaccinazione in questo contesto; l’influenza del gruppo
sociale di appartenenza, all’interno del quale il tema delle
vaccinazioni può diventare rilevante e addirittura rafforzare le
dinamiche di gruppo; le preoccupazioni o affinità politiche e,
in particolare, la loro fiducia (o sfiducia) nelle istituzioni e
nelle persone legate ai programmi di vaccinazione; le passate
esperienze con i servizi di vaccinazione e coi servizi sanitari
più in generale.
Secondo i ricercatori, soltanto comprendendo come questi temi
interagiscono e prendono forma in ciascuna persona è possibile
mettere a punto interventi efficaci “per promuovere
l’accettazione e l’adozione della vaccinazione infantile”.