Dom. Mag 19th, 2024

“Capoluogo paga ancora per la sua fragilità e marginalità”

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Comprendo le ragioni e le

preoccupazioni del presidente della Corte d’Appello, Introcaso,

che ha spostato, per il secondo anno consecutivo, nell’aula

bunker di Lamezia Terme la cerimonia di inaugurazione dell’anno

giudiziario. I motivi di ordine sanitario, legati all’emergenza

Covid, non cancellano però i dubbi e le perplessità che tale

decisione suscita. I valori simbolici sono molto importanti e

superano spesso anche le esigenze contingenti”. E’ quanto

afferma, in una nota, Nicola Fiorita, già candidato a sindaco di

Catanzaro ed ex consigliere comunale.

“Catanzaro subisce un notevole colpo alla sua immagine di

‘capitale’ calabrese della Giustizia – prosegue Fiorita –

praticamente la sua funzione giurisdizionale più antica e

radicata, la sua principale ‘fabbrica’ anche per il notevole

indotto che ha sempre creato. Si pensi alla celebrazione a

Catanzaro dei più importanti processi italiani degli anni

Sessanta e Settanta, come il maxi-processo alle cosche mafiose

siciliane (con imputati del calibro di Tommaso Buscetta) e il

processo per la strage di piazza Fontana che vide alla sbarra

prima l’anarchico Pietro Valpreda e poi i neofascisti Freda e

Ventura. L’asse della Giustizia, complice il Covid e la

purtroppo evidente insufficienza logistica del capoluogo, si è

spostato lentamente ma inesorabilmente verso Lamezia Terme, dove

si celebra il più importante processo di mafia che si ricordi in

Calabria. Non solo la grande aula bunker nell’area ex Sir, ma

anche l’archivio distrettuale si sposta nella Città della Piana,

con oltre 3.600 metri quadrati messi a disposizione dalla

Regione”.

“Non stupisce, quindi – sostiene Fiorita – che la cerimonia

altamente simbolica dell’inaugurazione dell’anno giudiziario si

svolga nella più comoda aula bunker piuttosto che nello storico

edificio di piazza Matteotti. Si poteva fare diversamente? La

prudenza e il senso di responsabilità del presidente Introcaso

rispetto all’emergenza Covid sono inappuntabili. Ma osservo

soltanto che le restrizioni anti Covid non impediranno ai Grandi

Elettori di svolgere il loro alto compito nell’Aula di

Montecitorio. A nessuno è venuto in mente – proprio per l’alto

valore simbolico dell’elezione del Presidente della Repubblica –

di spostare il voto magari al Palalottomatica o all’Auditorium

Parco della Musica. Catanzaro paga, anche in questo caso, la sua

fragilità e la sua marginalità. Ancora si aspetta l’entrata in

funzione della nuova ala del Palazzo di giustizia ‘Ferlaino’ che

prevede al suo interno una grande aula della Corte d’Assise,

dove probabilmente si sarebbe potuta tenere senza problemi

l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Ma sono passati più di 12

anni dall’appalto dell’opera, un tempo biblico. Il Capoluogo ha

invece bisogno di risposte rapide, di nuovi e grandi spazi, di

un nuovo assetto infrastrutturale, altrimenti sarà risucchiato

da altre realtà, come la vicina Lamezia Terme, che

legittimamente si è aggiudicata funzioni molto importanti come

il centro di ricerca ‘Dulbecco Institute’ e gli studios

cinematografici della Film Commission. Una lenta parabola che va

assolutamente fermata”.

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