Dom. Mag 19th, 2024

di FRANCESCO SORGIOVANNI

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MONASTERACE – Sulla morte di Andrea Ruga si apre “un diverso scenario interpretativo di natura medico-legale”. Uno scenario “corroborato da numerosi elementi tecnico-scientifici”. Sono queste le conclusioni del consulente tecnico nominato dall’avvocato Giuseppe Gervasi del foro di Locri, difensore di Giuseppe Cosimo Ruga, fratello di Andrea, in carcere perchè anche accusato della morte del fratello Andrea. La relazione medico-legale di Massimiliano Cardamone, dirigente medico e specialista in Medicina legale, che ieri è stato sentito nell’udienza del processo “Confine 2”, in corso davanti alla Corte d’Assise di Locri, partendo da una serie dalla disamina dei vetrini istologici afferenti tutti gli organi di Andrea Ruga, effettuata in collaborazione con Alberto Vincenzo Filardo, Dirigente Medico del Servizio di Anatomia e Istologia Patologica e di Citodiagnostica del Presidio Ospedaliero “A. Pugliese” di Catanzaro, conclude che “il decesso del sig. Ruga Andrea sia avvenuto per cause naturali su genesi cardiaca”. Per il consulente della difesa dell’imputato “la lesività da corpo contundente rilevata sull’estremità cefalica del cadavere del sig. Ruga Andrea appare scarsamente compatibile con la dinamica di accadimenti degli eventi prospettata dal Ct del Pm dott. Trunfio, ovvero soffocamento da parte di uno o più aggressori”. Andrea Ruga, è stato trovato morto nella sua casa di Monasterace marina la mattina del 13 gennaio del 2011. La causa della morte, in base all’esame autoptico successivo, sarebbe avvenuta per “una causa asfittica meccanica riconducibile a soffocamento”. Il consulente medico-legale di parte, Massimiliano Carbone, in diversi passaggi della sua relazione, che “all’esito delle operazioni di consulenza è possibile definire che il decesso del sig. Ruga Andrea sia da inquadrare in una morte improvvisa prevedibile dal momento che il predetto era affetto da diverse patologie preesistenti seppur apparentemente compensate”. Ieri, nel corso dell’udienza a Locri, sono stati anche sentiti, però su altre argomentazioni che hanno sempre al centro Giuseppe Cosimo Ruga, il consulente tecnico di parte, Antonio Miriello e la moglie dell’imputato. Il primo, responsabile per la Calabria dell’Istituto di Scienze forensi di Milano e Londra, ha evidenziato alcune discrasie contenute nella perizia d’ufficio. Lo stesso ha eseguito una copia forense su alcuni smartphone, il cui contenuto rivelerebbe che il proprietario del supermercato non era l’imputato Ruga ma altri soggetti, chiamati a rispondere di intestazione fittizia. La moglie di Giuseppe Cosimo Ruga ha confermato gli “ottimi” rapporti tra i due fratelli. Ha specificato che Andrea Ruga fece visita al fratello quando era rinchiuso nel carcere dell’Ucciardone a Palermo. Ha rivelato che quando ha ricevuto la notizia della morte del fratello Andrea, il marito, che era in casa insieme ad alcuni operai, si sentì male. E sulla conversazione ambientale durante la quale la stessa, rivolta al marito, avrebbe detto “ammazzami, come hai ucciso tuo fratello”, la donna ha chiarito di essersi espressa male perché in preda ad un attacco di gelosia e dal momento particolarmente concitato. La difesa, tuttavia, ha specificato che in altro progressivo captato, sempre la moglie di Giuseppe Cosimo Ruga, conversando con alcuni soggetti, avrebbe riferito che il cognato Andrea Ruga era morto di infarto.

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