Dom. Mag 26th, 2024

Le associazioni aspettano la legge sulla doppia preferenza di genere. Ma la politica è al lavoro per mantenere gli assetti attuali e ampliare il numero dei posti disponibili. Spunta l’ipotesi di un censimento “fai da te” per superare il tetto dei due milioni di abitanti. Torna la proposta del “supplente”

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Oliverio non c’è e la seduta serve solo per ritoccare al rialzo le statistiche sulle riunioni del consiglio regionale. Oggi il parlamentino calabrese si è dato appuntamento per il question time ma si è concesso una moratoria rispetto al tema più spinoso del momento: la doppia preferenza di genere. A parole la vogliono tutti, in realtà, tra gli eletti, non la vuole quasi nessuno. La priorità sembra essere un’altra: conservare la poltrona. Ed è proprio in questa direzione che si stanno svolgendo trattative “sottobanco” per tentare una modifica della legge elettorale che preservi gli attuali componenti dell’assemblea.

 

LA COMMISSIONE Nelle scorse settimane, l’Ufficio di presidenza ha nominato la commissione (composta da tutti i capigruppo) che dovrà elaborare la nuova legge elettorale, all’interno della quale, in teoria, dovrebbe essere contemplata anche la doppia preferenza di genere. Per il momento, tuttavia, i lavori del nuovo organismo procedono a rilento.
La doppia preferenza, in particolare, sembra scaldare poco i cuori: quasi nessuno la considera una priorità, malgrado gli appelli e le iniziative promosse da associazioni, commissione per le Pari opportunità e dalla Consigliera di parità Tonia Stumpo, che ha anche avanzato l’ipotesi di una candidata presidente donna.
Gli uomini dell’assemblea (30 su 31 eletti) sembrano avere altre urgenze. In primis quella di aumentare il numero degli eletti del Consiglio.

LA “NUOVA” LEGGE Nella scorsa legislatura, su indicazione governativa, il Consiglio era stato “costretto” ad approvare la riduzione dei consiglieri, passati da 50 a 30, in virtù dell’ultimo censimento Istat, secondo cui gli abitanti calabresi erano meno di due milioni. L’allora presidente di Palazzo Campanella, Franco Talarico, aveva tentato una via di fuga con un “auto-censimento” dall’esito infruttuoso. Adesso, sembra che i consiglieri, desiderosi di ampliare il numero degli scranni disponibili, vogliano riprovarci.
La proposta sarebbe stata avanzata da Orlandino Greco e Giuseppe Giudiceandrea, che avrebbero invocato un censimento “fai da te” con il conteggio degli stranieri comunitari residenti in Calabria e dei correligionari all’estero. L’obiettivo è chiaro: sforare il tetto dei 2 milioni di abitanti. Ma c’è un ostacolo di non poco conto, su cui le trattative sembrano essersi arenate: un censimento di questo tipo, con ogni probabilità, non avrebbe alcun valore giuridico e, dunque, non potrebbe essere il “grimaldello” istituzionale in grado di modificare gli assetti dell’aula.

LE ALTRE PROPOSTE La commissione dovrebbe inoltre introdurre altre modifiche, tra cui quella imposta dalla Corte costituzionale in merito al caso sollevato da Wanda Ferro: il riconoscimento di un seggio al miglior candidato perdente e, forse, anche al terzo arrivato.
Ma la novità più rilevante, che va sempre nella direzione di aumentare i posti dell’assemblea, è quella del “consigliere supplente”, un istituto che permetterebbe ai primi non eletti di subentrare ai colleghi nominati in giunta regionale. Un escamotage che potrebbe garantire un surplus di almeno 7 scranni (tanti sono oggi gli assessori).
In mezzo a tutte queste proposte, quella sulla doppia preferenza di genere sembra avere pochi sostenitori. L’unico consigliere che perora apertamente la causa sembra essere Flora Sculo, sola presenza femminile in assemblea nonché firmataria della legge fino a ora dimenticata in un cassetto.

QUESTION TIME Il question time in programma oggi, di conseguenza, non ha riservato particolari emozioni, anche perché molte interrogazioni erano rivolte direttamente a Oliverio, assente, secondo quanto riferito, per motivi personali.
L’unico sussulto si è avuto quando Carlo Guccione è tornato all’attacco sul caos sanità: «Il silenzio di Oliverio è così dirompente che è giusto che il Consiglio si occupi di questa situazione». L’ex assessore ha ricordato l’annuncio del governatore, che lo scorso anno aveva promesso di incatenarsi davanti a Palazzo Chigi per protestare contro il commissariamento. «La Calabria – ha detto Guccione – ha perso credibilità per colpa del suo presidente, che ha creato un danno irreversibile all’istituzione regionale: non si può strumentalizzare la sanità per fini di potere».

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