Dom. Mag 19th, 2024

 

Sono l’ultimo dei 51 firmatari della richiesta che i Sindaci reggini hanno inviato al Ministro degli Interni, loro conterraneo, chiedendo un incontro per sottoporgli l’opportunità di poter riesaminare l’impianto normativo relativo all’istituto dello scioglimento dei Consigli Comunali.
E sono la stessa persona che, la sera precedente all’incontro cui il signor Prefetto di RC ha invitato i 51 Sindaci, ho convocato e presieduto l’Assemblea dei Sindaci dei 42 Comuni della Locride (3 dei quali in atto commissariati), le cui conclusioni sulla tematica sono state unanimi e senza distinguo, tra firmatari e non, della lettera al Ministro Minniti.
Intendo con questa mia nota rigettare ed eccepire rigidamente titoli, impostazione e gran parte dei contenuti e riferimenti dell’articolo del Corriere della Sera presentato ed introdotto come “I 51 sciolti per mafia – I Sindaci dei centri infiltrati dalle cosche si ribellano allo Stato” e nel quale poi si aggiunge pure “i sindaci dei comuni calabresi sciolti per mafia (o in odore di scioglimento) non si rivoltano contro la ‘ndrangheta ma contro lo stato”.
Preciso che nessuno dei firmatari della lettera è attualmente assoggettato a verifica da parte di Commissione d’accesso.
I pubblici dibattiti sul tema svoltisi nelle ultime settimane hanno da più parti messo in rilievo la necessità di rivisitazione della legislazione in questione, ivi comprese le dichiarazioni di Magistrati Procuratori.
Nessuno dei Sindaci ha sostenuto l’aspettativa di vedere abolita la misura dello scioglimento, bensì si è inteso segnalare inadeguatezze e limitazioni normative che ledono in pieno il principio giuridico della garanzia di contraddittorio e, senz’altro, palesano insufficienze in termini di risultati dopo le esperienze delle gestioni commissariali. Altro quotidiano meridionale ha riportato giorni addietro in pagina nazionale una mia più precisa intervista sull’argomento.
Nessuno intende nascondere la realtà, così come nessuno può rimanere indifferente innanzi al fenomeno di una ricorrente reiterazione del provvedimento riguardo ai medesimi enti, a comprova che in mancanza del “Sindaco-taumaturgo” neanche altri organi di amministrazione straordinaria riescono ad assicurare adeguata bonifica rimuovendo ed eliminando definitivamente anomalie ambientali o comportamentali e di gestione.
I Sindaci non si rivoltano, tuttavia non intendono soggiacere ad una condizione di pregiudizio, discriminazione e diffidenza – confermata anche da questo episodio – e gradirebbero poter servire lo Stato e le proprie popolazioni con il dignitoso rispetto che la loro funzione merita.
Infine, non risponde al vero che i 51 firmatari siano Sindaci dei Comuni già destinatari o in odore di scioglimento, né può sfuggire che gli stessi siano soltanto una parte della più amplia platea di colleghi che, comunque, condivide e sostiene la presa di posizione e che si riconosce nella rappresentanza di ANCI Calabria ivi impersonata dal Presidente Gianluca Callipo.
Io non accetto, come firmatario della lettera, di essere incorniciato e definito da quei titoli del Corriere o compreso in un alveo irreale a fronte di tanta brava gente che assolve, invece, con passione ed onestà al proprio mandato.
Penso di avere rispettato e servito lo Stato da giovane rivestendo per più anni il grado di Ufficiale delle Forze Armate con disciplina ed onore.
Mi sono, poi, applicato con dedizione assoluta, come operatore di Patronato di una grande Organizzazione, per più lustri all’impegno sindacale ed assistenziale in favore della nostra gente che ne aveva tanto bisogno.
Ricopro la carica di Sindaco da più mandati impegnandomi in diverse attività extraterritoriali.
Ma soprattutto posso vantare di non avere cercato espedienti per sottrarmi all’esercizio dell’ufficio di Giudice Popolare allorquando così risultato per sorteggio per un lungo processo passato alla storia come liberatorio della città di Locri.
Il mio Comune aderisce alla rete e pratica l’accoglienza degli immigrati.
Confermo stima ed apprezzamento agli organi ed altri rappresentanti dello Stato che assolvono ai compiti di Governo, Giustizia e Polizia, ma non rinuncio alla mia libertà di pensiero ed espressione, dichiarandomi immune a condizionamenti e collusioni, ma soprattutto non disponibile a subire lezioni di antimafia attraverso le pagine di prestigiose testate giornalistiche che vorrei poter continuare a considerare dai contenuti attendibili, soppesati ed anzitutto veritieri.
Riservandomi di esercitare, d’intesa con gli altri Sindaci, ogni eventuale diversa azione di tutela del mio prestigio e di quello del Comune e della popolazione che rappresento, auspico che quanti esercitano la delicata funzione dell’informazione sappiano meglio contribuire alla causa del riscatto sociale e della responsabilizzazione dell’opinione pubblica senza incorrere nella facile tentazione dei giudizi sommari e populistici.

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* Franco Candia |  presidente assemblea sindaci locride

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