Dom. Mag 19th, 2024

Il Commissario Dott. GULLI’ ha amministrato in maniera fallimentare dal 2016 a Tutt’oggi, con il sostegno di quelle persone che Firmarono la sua Rinconferma. Lo afferma Francesco Anoldo in una nota diramata alla stampa.

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Si è riacceso (o forse in realtà non si è mai spento del tutto) il dibattito sull’utilità dello scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose, sulla sua legittimità costituzionale, sui presupposti – che da alcuni sono considerati troppo «larghi» – e sui poteri e sull’individuazione dei commissari che sono chiamati ad amministrare l’Ente dopo lo scioglimento. Insomma sull’intero istituto.
Il dibattito si è riacceso sopratutto nella Locride dove negli ultimi anni molti comuni sono stati «sciolti per mafia». Da ultimo il comune più grande della zona, Siderno.
E’ l’articolo 143 del Testo Unico degli Enti Locali (Decreto legislativo 276/2000) a prevedere l’istituto dello «scioglimento dei consigli comunali conseguente a fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso».
L’istituto è stato introdotto con il decreto legge n. 164 del 31 maggio 1991.
I PRESUPPOSTI
Durante gli anni l’articolo 143 del TUEL ha subito alcune modifiche.
Oggi il primo comma dell’articolo 143 fissa i presupposti dello scioglimento e recita: «Fuori dai casi previsti dall’articolo 141, i consigli comunali e provinciali sono sciolti quando, anche a seguito di accertamenti effettuati a norma dell’articolo 59, comma 7, emergono concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare degli amministratori di cui all’articolo 77, comma 2, ovvero su forme di condizionamento degli stessi, tali da determinare un’alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi elettivi ed amministrativi e da compromettere il buon andamento o l’imparzialità delle amministrazioni comunali e provinciali, nonché il regolare funzionamento dei servizi ad esse affidati, ovvero che risultino tali da arrecare grave e perdurante pregiudizio per lo stato della sicurezza pubblica.
Quindi non avendo un contraddittorio tra Prefetto e amministratori pubblici non può essere in grado di fornire elementi validi per una difesa del proprio operato. IL DECRETO LEG. TIVO 267 /2000 prevede una netta separazione tra organo politico e gestione amministrativa»

Ovviamente è su San Luca che Anoldo Candidato Sindaco  pone L’attenzione.

LA PRIMA (E LA SECONDA) VOLTA DI SAN LUCA

Il consiglio comunale di San Luca è stato sciolto per la prima volta il 14 settembre del 2000 (qui il decreto con le motivazioni).
Lo scioglimento del settembre 2000 è stato prorogato con il decreto del 15 marzo 2002.
Il secondo scioglimento è invece del maggio 2013.
Quest’ultimo scioglimento ha prodotto una gestione commissariale e una scoramento da parte dei Sanluchesi nei confronti della politica, tanto che nel 2016 ci provò Giuseppe Trimboli a fare una lista ma non Raggiunse il quorum perché i SanLuchesi misero in atto una protesta e non andarono a Votare.
Quindi la Prefettura ha gestito per 6 anni l’amministrazione del Comune e dal Dossier in mio possesso, l’ha fato non Male ma Malissimo.
Sìcuramente lontano dal Modello di buona amministrazione che lo stesso commissario Prefettizzio Gulli’ dichiara nel (DUP).
INFATTI sfogliando proprio questo documento ci accorgiamo che salluca ha un Bilancio in ROSSO DI CIRCA 1 Milione e 500 mila EURO.
Bilancio che Renderebbe ingovernabile il Comune per i prossimi 20anni se non aumentando i Tributi al Massimo e Azzerando i Servizi che già sono al Lumicino.
Ovviamente Fa sapere Anoldo provvederò ad Informare La Prefettura, Il Ministero degli Interni, La Magistratura e La Corte dei Conti.
Per questo e tanti altri Motivi Martedì Anoldo incontrerà la Stampa per discutere di questo disastro e probabilmente ritirerà la Sua Candidatura venendo meno  i presupposti di Governabilità. Ma come Movimento Calabria Attiva conclude Anoldo Rimarremo sul Territorio come Laboratorio Politico che si Spenderà per i Sanluchesi ma anche per tutta La Locride mettendo in pratica la Politica del Fare e non dell’apparire. 

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