Dom. Mag 26th, 2024

Ancora una volta Locri apre le porte alla sensibilizzazione. Sabato 8 ottobre la sala consiliare comunale ospiterà il primo convegno dell’Associazione Thalassemici di Locri (ATL) dal titolo “Vita da thalassemico a 360°: uno sguardo al futuro”. L’incontro è stato fortemente voluto dall’Associazione, rappresentata dalla presidente Pina Sergi, per fare luce su una patologia comunissima nel Meridione e che, solo in Calabria, colpisce circa 400 persone. La talassemia, anche nota come anemia mediterranea, rientra tra le emoglobinopatie e cioè il gruppo di patologie per le quali nell’organismo non è presente una corretta sintesi qualitativa o quantitativa dell’emoglobina, essenziale per il trasporto di ossigeno. Proprio per questa ragione i pazienti talassemici hanno bisogno di trasfusioni ogni 15-20 giorni.

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L’Associazione, racconta la presidente Pina Sergi, nasce nel 2017 ad opera di pazienti talassemici che hanno deciso di fare fronte comune davanti a carenze ormai diventate insostenibili. In primis la generale mancanza di sangue sia a livello nazionale che locale e la tendenza a favorire centri più grandi rispetto a Locri, nonché la mancanza di personale specifico, che possa dedicarsi esclusivamente ai pazienti talassemici nel day-hospital durante la trasfusione. Fino a cinque anni fa i pazienti talassemici erano seguiti dai medici della pediatria (che li avevano in cura, appunto, dall’età pediatrica), ma di fronte al brusco calo di personale è stata creata un’unità multifunzionale nel reparto di medicina, seguita dalla dottoressa Letizia Tedesco, che si forma e informa costantemente sui nuovi sviluppi del campo per garantire la migliore assistenza ai suoi pazienti.

Ed è proprio il futuro il tema centrale del convegno promosso dall’ATL, che non dimentica l’importanza di rimanere con i piedi piantati nel presente. Durante l’incontro, al quale sono stati invitati i massimi vertici regionali e provinciali, si discuterà anche di un nuovo farmaco che promette di dilatare i tempi tra le trasfusioni, allungando anche il periodo utile per la raccolta di sangue. Una vera e propria rivoluzione per i pazienti che hanno un bisogno costante di donazioni, ma che non potrà essere autorizzato se prima non verrà risolta l’annosa problematica della carenza di personale specializzato. Necessaria, dunque, la collaborazione fattiva tra istituzioni e associazioni, al fine di trovare una soluzione che guardi esclusivamente al benessere dei pazienti.

Maria Antonietta Reale | redazione@telemia.it

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