Ven. Apr 26th, 2024

Il presidente dell’Antindrangheta preoccupato per il possibile giudizio della Corte costituzionale sulle nuove norme antimafia: «Potrebbero interferire con le materie riservate al legislatore nazionale»

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«Ho paura che la legge regionale antimafia possa essere bloccata». A dirlo è il presidente della commissione regionale Contro la ‘ndrangheta, Arturo Bova. Il consigliere regionale, fresco di addio al Pd e del suo approdo tra le fila di Mdp, non nasconde i propri timori sull’approvazione dell’ultima legge regionale proposta dalla sua commissione.
Fra i temi caldi della nuova norma proposta da Bova c’è quello legato al contrasto del gioco d’azzardo e della ludopatia. È tutto racchiuso nell’articolo 15 che prevede, ad esempio, che i Comuni calabresi impongano la chiusura entro le 22 di sale slot, centri scommesse e da gioco. C’è, poi, il cosiddetto “distanziometro”: tutti i centri di gioco dovranno essere lontani almeno 500 metri da luoghi pubblici e di culto, dove sono presenti minori e sportelli bancari.
È proprio su questo tema che emergono tutte le paure di Bova: il legislatore regionale, infatti, ha delle limitazioni rispetto a quello nazionale e, in alcuni campi, non si può intervenire sulla potestà legislativa.
«Ho il timore, non vi nascondo, che la legge regionale antimafia possa incontrare qualche censura da parte della Corte costituzionale e dunque incorrere in impugnative da parte del governo sulla legittimità ,perché si potrebbe dire che la Regione stia cercando di disciplinare e di intervenire direttamente su un campo che è riservato al legislatore nazionale».
Gli ostacoli, secondo Bova, sono tanti, a cominciare dai fondi a disposizione per l’applicazione di tutte le misure previste dalla nuova legge: dalla commissione Bilancio della Regione Calabria, infatti, manca ancora l’ok definitivo.

Ma il consigliere regionale punta il dito anche contro il sistema legislativo nazionale: «Le lacune e i rallentamenti, lo sappiamo tutti, sono evidenti, basti pensare al doppio passaggio tra le due Camere dei deputati e dei senatori e lo abbiamo visto, ad esempio, con la riforma del codice penale e antimafia: abbiamo dovuto attendere 4 anni nonostante fosse un progetto di legge votato all’unanimità dalla Commissione bicamerale. Anche laddove tutti vogliono un qualcosa, ci voglio poi anni per l’approvazione».

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