Sab. Apr 27th, 2024

Domenica si conosceranno i nomi dei candidati grillini. Non saranno possibili ricorsi da parte degli esclusi. Fi e gli alleati trattano ancora sulle ripartizioni. Mentre il Pd è fermo all’approvazione delle regole. Chi non ha finanziato il partito non sarà in lista. Panico tra i dem calabresi

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Al di là delle polemiche, delle rimostranze degli esclusi e delle possibili appendici giudiziarie, le Parlamentarie hanno permesso al M5S di definire prima di tutti gli altri partiti le liste per Camera e Senato: tra pochi giorni si conosceranno i nomi dei candidati calabresi nei tre listini proporzionali della regione. I dati, custoditi da due notai, verranno ufficializzati domenica prossima a Pescara, ma ormai il dato è tratto: i grillini – a dieci giorni dalla presentazione delle liste – sono pronti, gli altri proprio no. Il Pd è ancora fermo all’approvazione delle regole per le candidature, il centrodestra è bloccato sulle trattative per fissare le percentuali di collegi che spettano a ogni singolo partito, Grasso non si è ancora pronunciato in merito alla lista dei 60 aspiranti parlamentari calabresi.

INCERTEZZE Si naviga, così, nell’incertezza più assoluta, in preda a un toto-nomi continuo difficilmente confutabile perché, al momento, eccezion fatta per i pentastellati, le cui risoluzioni rimarranno avvolte in un velo di Maya ancora per qualche giorno, non esistono verità sui prossimi candidati al Parlamento. Emblematico il caso del ministro dell’Interno Marco Minniti. Dall’entourage di Renzi ogni giorno trapelano indiscrezioni che smentiscono quelle del giorno prima: fino a ieri il capo del Viminale avrebbe dovuto correre solo nei listini proporzionali (sicuro quello della Campania), oggi emerge che dovrà assumere su di sé anche la sfida dell’uninominale nel suo collegio di riferimento, Reggio Calabria.

IN ANTICIPO Nel frattempo, il M5S, che ha avviato l’“operazione candidature” in ritardo rispetto agli altri, ha già recuperato il tempo perduto e si appresta ad aprire in anticipo la sua campagna elettorale.
Le polemiche non mancano, tra attivisti depennati che hanno già presentato ricorsi e iscritti candidati a loro insaputa. Ma non ci sarà alcuna proroga né esiste il «timore di ricorsi da parte degli esclusi», ribadisce il Movimento sul Blog delle Stelle: «La nostra è stata una prova di democrazia diretta online che non ha eguali per dimensione e importanza in tutto il mondo e ciò è stato possibile grazie all’associazione Rousseau che ha seguito i processi della votazione». Poi un attacco alle altre forze politiche: «I partiti che goffamente ci attaccano stanno decidendo i nomi nelle segrete stanze senza alcuno spiraglio di partecipazione dal basso».

IL PD E GLI ALTRI In effetti, le candidature calabresi degli altri partiti si decideranno a Roma, con i rappresentanti regionali nel ruolo di meri esecutori di decisioni prese nelle varie segreterie nazionali che, con ogni probabilità, non esiteranno a paracadutare alcuni big (vedi Maria Elena Boschi) nei listini blindati. E mentre Berlusconi, Salvini e Meloni trattano per modificare a loro favore lo schema in base al quale si formeranno le liste, nella Direzione del Pd di ieri – a cui hanno partecipato tutti i maggiorenti calabresi – è stato approvato il regolamento per la selezione delle candidature.
Sarà Renzi, valutate le proposte dei segretari regionali, a proporre alla Direzione le liste per Camera e Senato. Non saranno candidabili «coloro che non risultino in regola con le norme che prevedono il dovere degli eletti di contribuire al finanziamento del partito, come da articolo 22 comma 2 dello Statuto del Pd». Una prescrizione che, in Calabria, preoccupa molti dem non in regola con i pagamenti. Nessun problema, invece, per l’assegnazione delle deroghe ai parlamentari con più di tre legislature alle spalle. La Direzione le ha già date al presidente del Consiglio Gentiloni e ai suoi ministri. L’approvazione finale delle liste comporterà la concessione automatica delle deroghe per tutti gli altri candidati.

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