Lun. Apr 29th, 2024

Il procuratore di Catanzaro ha partecipato alla serata conclusiva della rassegna che ha ospitato 220 incontri e dibattiti in cinque giorni

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«Ho chiesto di sciogliere la Dia che ci farebbe risparmiare milioni di euro. Manca il coraggio alla politica. Hanno paura che i giornali titolino “smantellata Dia, voluta da Falcone”. Bisogna smettere di speculare sulla morte di Borsellino e Falcone. So per certo che Falcone ad alcuni presenti alle manifestazioni di commemorazione non avrebbe dato neanche la mano». A dirlo, in una nota, è stato il procuratore della Repubblica di Catanzaro nel corso dell’incontro conclusivo del Festival Leggere&Scrivere, kermesse che ha proposto una serie di eventi culturali, musicali, artistici e gastronomici. Parlando della pubblica amministrazione, il magistrato ha detto che «faremo cose importanti sulla burocrazia, lo zoccolo duro». Quindi un monito ai politici ed ai presenti: «Essere più duri dei magistrati, dico alla politica. E voi impegnatevi, allenatevi a essere generosi, insieme possiamo cambiare la Calabria».
Gratteri ha anche parlato del perché è diventato magistrato. «Faccio questo lavoro – ha detto – perché abito a Gerace. Vedevamo morti a terra. Abbiamo visto o siamo stati toccati dagli ‘ndranghetisti. Molti dei miei compagni non hanno avuto la fortuna di nascere in famiglie oneste, si sono persi per strada, alcuni sono morti ammazzati. Sono un miracolato, era un periodo in cui la ‘ndrangheta condizionava in modo pesante la zona di Locri e Siderno. Sono stato all’Università di Messina dove gli ‘ndranghetisti andavano a fare gli esami con la pistola, questo il clima. Oggi continuo a dire quello che penso e questo non mi ha facilitato la carriera. Ma dire le cose che si pensano a chiunque, soprattutto ai più forti, è un lusso. Non bisogna accettare mai compromessi e attrezzarsi culturalmente, nulla è gratis. Fidatevi dei vostri genitori, uniche persone che non vi tradiranno mai».
«Ho impiegato due anni – ha poi detto il magistrato – per costruire la Procura di Catanzaro che aveva grandi contenuti. Magistrati seri, bravi e soprattutto onesti. Il mio compito è di caricarli come sveglie. Poi ho fatto la spola con Roma facendo arrivare investigatori di primo piano. Siamo molto bene attrezzati ma dobbiamo rafforzare le stazioni con personale e qualità: quando è venuto il ministro dell’Interno ad agosto gli ho sottoposto questa problematica, dal 2010 sono state bloccate le assunzioni».
«Se la ‘ndrangheta qui è cosi forte – ha sottolineato ancora Gratteri – la colpa è un po’ di tutti, dei magistrati, dei giornalisti, dei politici e degli storici pur in buona fede. Ma sono certo che le cose cambieranno. Credo che il giro di boa sia iniziato. Ritengo che la ricreazione sia finita. Ma un minuto dopo che noi riusciremo a ripulire dovrete impegnarvi di più, scendere nelle piazze, diventare più generosi, impegnarvi nel sociale». «Negli ultimi due anni in questo territorio sono state date delle risposte», ha aggiunto il procuratore capo di Catanzaro ribadendo la necessità «di ripulire i quadri della pubblica amministrazione».
Infine Gratteri ha ricordato che a breve uscirà il suo quindicesimo libro. «Siamo partiti con Nicaso – ha detto – quando abbiamo sentito un docente di criminologia che non conosceva la differenza tra ‘locale’ e ‘ndrina’ e da qui siamo andati nella casa editrice di Walter Pellegrini: esce Fratelli di sangue, cui la Mondadori ha acquisito i diritti. Ho sentito un’intercettazione tra ‘ndranghetisti e uno dice all’altro: “statti zitto, non sei manco nel libro di Gratteri”. Le mafie per esistere hanno bisogno di pubblicità, tutti devono sapere loro chi sono. Ancora, in 15 libri, non mi ha denunciato nessuno».
IL FESTIVAL LEGGERE&SCRIVERE L’incontro con il procuratore di Catanzaro ha chiuso la kermesse vibonese che in cinque giorni ha ospitato a Palazzo Gagliardi 220 tra incontri e dibattiti, con oltre 300 ospiti e «la presenza – si legge in una nota degli organizzatori – di 30.000 spettatori: dalle scuole agli opinion maker, passando per un pubblico eterogeneo che è stato, al pari, degli ospiti il vero protagonista del festival». Sul fronte degli incontri numerosi i sold-out: Adriano Sofri, Pietrangelo Buttafuoco, Tommaso Labate, Nicola Gratteri, Luciano Violante e Marta Cartabia, il recital di Ascanio Celestini e Alessio Lega, quello di Stefano Benni con Paolo Damiani, la serata in musica con Mauro Ermanno Giovanardi, Cristiano Godano, Edda e Alessandro Grazian, quella con Danilo Rea. E, poi, ancora: Sandra Milo con Giorgia Wurth, Armando Massarenti, Ritanna Armeni, Luciana Castellina, Jas Gawronski, Emanuele Trevi. L’affluenza di pubblico ha avuto anche come effetto un ottimo andamento di vendite libri. Il bookstore della Libreria Mondadori all’interno di Palazzo Gagliardi ha fornito la seguente classifica dei libri più acquistati. I campioni delle vendite sono: Adriano Sofri con Una variazione di Kafka (Sellerio Editore); Tommaso Labate con I rassegnati (Rizzoli); Franco Arminio con Resteranno i canti (Bompiani) e i libri di Nicola Gratteri.
«Ci piace viverci come una comunità», ha detto il direttore artistico Gilberto Floriani. «Non si tratta di una comunità chiusa – ha aggiunto – ma costantemente aperta alle suggestioni, agli stimoli che provengono dalla Calabria e dal mondo. Il Festival ha dimostrato di essere anche quest’anno un caleidoscopio attraverso il quale questo patrimonio è stato filtrato. La versatilità è il punto di forza: saper coniugare letteratura, attualità, ma anche musica, sapori, nuove tendenze. Un panorama a 360° che va dalla filosofia al jazz, dalla storia all’enogastronomia». Maria Teresa Marzano, che condivide la direzione artistica, si è soffermata su un aspetto fondamentale: «Ci tengo a sottolineare i due temi che ha affrontato questa edizione del festival. Si tratta di due anniversari: i 50 anni del Sessantotto e i 40 anni della Legge Basaglia. Li abbiamo affrontati come è nella tradizione della rassegna: approfondimento culturale, ma anche spazio per riflettere con la musica e lo spettacolo come nel caso della performance di Ascanio Celestini con Alessio Lega, dedicato alla malattia mentale». Soddisfazione anche dal direttore della sezione artistica del festival, Antonio La Gamba: «La Calabria è terra d’arte, vive un fermento creativo e che il festival ha trasmesso».
Qui il comunicato stampa conclusivo dell’edizione 2018.

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