Sab. Apr 27th, 2024

Una vera e propria “multinazionale del narcofraffico”: così la Dda di Catanzaro e la Guardia di finanza definiscono l’organizzazione criminale, nelle cui fila compaiono esponenti di spicco della cosca di ‘ndrangheta dei Mancuso, sgominata ieri mattina con l’operazione denominata “Ossessione” che ha portato all’esecuzione di 25 provvedimenti di fermo. Dall’inchiesta sono emersi, in particolare, i forti interessi delinquenziali gestiti dall’organizzazione nell’hinterland milanese. In questo senso un ruolo significativo sarebbe stato svolto da Giuseppe Campisi, di 59 anni, originario di Vibo Valentia, personaggio, secondo quanto riferito dagli investigatori, “dall’elevatissimo spessore criminale”, che dopo avere espiato una condanna a 30 anni di reclusione per un omicidio di stampo mafioso é tornato sulla scena del crimine. Tra le persone “pienamente inserite” nella cosca, sempre secondo gli investigatori, c’erano anche i fratelli Salvatore, Giuseppe e Fabio Costantino, già detenuti, attivi nella gestione del narcotraffico. C’é anche un narcotrafficante colombiano, Julio Andres Murillo Fugueroa, di 44 anni, tra le 25 persone fermate dalla Guardia di finanza nell’ambito dell’operazione coordinata dalla Dda di Catanzaro, denominata “Ossessione” per l’assillo costante manifestato dai principali indagati di essere monitorati dalle forze dell’ordine. L’inchiesta ha dimostrato come i vertici dell’organizzazione fossero in grado di disporre di canali diretti di approvvigionamento di cocaina dalla Colombia, dal Venezuela e dalla Repubblica Dominicana, oltre che dall’Olanda. Fugueroa, secondo quanto riferito dagli investigatori, veniva ospitato dai calabresi a Milano per pianificare gli arrivi della cocaina dai Paesi dell’America Latina. Il colombiano, secondo l’accusa, in passato ha collaborato con i guerriglieri colombiani e con Pablo Emilio Escobar Gaviria, capo storico del “cartello di Medellin” tra gli anni ’80 e ’90 del secolo scorso. Un ruolo fondamentale, nell’ambito dell’organizzazione, era affidato, poi, alle donne, che dal ruolo di “teste di ponte” per le comunicazioni tra gli accoliti erano passate a quello di co-finanziatrici ed “intermediarie di alto rango”, secondo la definizione degli investigatori, con gli esponenti dei Cartelli sudamericani. Spiccano, in particolare, le due venezuelane Clara Ines Garcia Rebolledo e Gina Alessandra Forgione, note nel panorama del narcotraffico internazionale ed in grado di mettere in contatto i calabresi con i narcos sudamericani, entrambe fermate nell’operazione di stamattina.
Ad essere coinvolto nel blitz anche un attore che ha lavorato come comparsa nella serie tv “Gomorra”. Si tratta di Carlo Cuccia, di 39 anni. Cuccia compariva nella fiction come “specchiettista”, colui cioé che ha il compito di segnalare la presenza dell’obiettivo da colpire in occasione di agguati. Nella realtà, all’interno dell’organizzazione criminale, a Cuccia, secondo quanto riferito dagli investigatori, era stato attribuito il compito di reperire armi insieme ad un altro dei fermati, Ivo Menotta.
Le indagini hanno fatto registrare, inoltre, come i vibonesi siano in affari anche con esponenti legati al clan dei MAZZAFERRO di Gioiosa Ionica (RC), da anni trapiantati nel milanese e nel comasco, in grado di smistare importanti quantità di narcotico in Lombardia. Proprio a MAZZAFERRO Tonino i finanzieri sequestravano nel marzo del 2018 un chilogrammo di cocaina pura al 98%.Un ruolo fondamentale era affidato, poi, alle donne: da “teste di ponte” per le comunicazioni tra gli accoliti, a co-finanziatrici, come nel caso della cittadina albanese KOTJA Elisabeta, a intermediarie di alto rango con gli esponenti dei Cartelli sudamericani. Spiccano, in particolare, le due venezuelane GARCIA REBOLLEDO Clara Ines e FORGIONE Gina, estremamente note nel panorama del narcotraffico internazionale, in grado di mettere in contatto i calabresi con i narcos sudamericani.
“Siamo riusciti a dare alle indagini un respiro internazionale perché i nostri uomini sono credibili proprio a livello internazionale. Fare una rogatoria internazionale non serve se non si ha credibilità con la polizia giudiziaria di quei Paesi”. Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri. “La novità di questa operazione – ha aggiunto Gratteri – è che siamo riusciti a intervenire su un’organizzazione che era in fase di crescita”.

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