Sab. Apr 27th, 2024

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Care concittadine e cari concittadini,

tra pochi mesi, il nostro paese sarà chiamato a nuove consultazioni popolari, per l’elezione del Sindaco e il rinnovo del Consiglio Comunale. Come ho già avuto modo di chiarire – e in tempi lontani dalla campagna elettorale – non mi ricandiderò per il terzo mandato. Ho assunto questa decisione con la serenità di chi sa di aver fatto il suo corso. Ogni tempo, del resto, va così: corre, consuma giorni e stagioni e ad un certo punto finisce. E dieci anni, aldilà di ogni analisi, rappresentano un tempo bastevole per tirare delle somme. Per chiudere, in altri termini, un ciclo. Con questa consapevolezza, ho ritenuto che mettermi da parte fosse la scelta più giusta per il bene del mio paese. E così ho fatto, con lealtà.

A fronte delle grandi ambizioni che, poco più che ragazzino, nutrivo per la mia terra, non so se abbia perso o vinto la mia partita. Mi torna in mente quella bellissima frase del Professore di lettere in “Notte prima degli esami”: “non è importante quello che trovi alla fine di una corsa, ma quello che provi mentre corri”. Ecco, per me, correre per il mio paese è stato un fatto di passione. E ogni risultato, anche minimo, è figlio di una corsa appassionata. Il sogno di Vivere Benestare – costruito e condiviso da tante e tanti – altro non è stato se non la speranza di un paese dove ognuno potesse identificarsi e riconoscersi. Dove, per rievocare un passo di un romanzo di Pavese a me caro, “nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”. Questo ha significato per me “il paese migliore”: un’aspirazione di elevazione della dimensione collettiva. Non sono riuscito ad arrivare a tanto, ne sono consapevole. Ma mi piace pensare che dalla medesima spinta ideale si ripartisse per il presente e per il futuro.

Sarà mia cura lasciare un memoriale pubblico sulle cose fatte e su altre ancora incompiute, su finanziamenti da portare a termine e progettualità future. Ma anche di riflessioni critiche sullo stato di difficoltà finanziaria dell’Ente e, più in generale, sulle questioni più urgenti da affrontare nel breve e nel lungo periodo. Dal canto mio, anche se da angolature differenti, sarò sempre disponibile – a prescindere dalle compagini e dai colori politici – a dare un contributo costruttivo per il mio paese e la mia gente.

Mi auguro che le forze politiche che si confronteranno democraticamente alle prossime elezioni amministrative si impegnino a promuovere costantemente un terreno d’intesa nelle politiche e nelle scelte di interesse collettivo. Comprendo le pulsioni emotive della lotta politica, ma la sfida è un’altra e va oltre – molto oltre! – la competizione locale. I mutamenti normativi che questo momento storico ci pone davanti rischiano di accentuare ancora di più il divario tra il Nord e il Mezzogiorno del Paese, con conseguenze drammatiche per i cittadini e, in modo particolare, per le fasce deboli. Serve pertanto un grande spirito di coesione tra enti, cittadini e istituzioni. A partire dal nostro paese. Le divisioni, anche a casa nostra, altro non faranno se non renderci più poveri e allontanare irrimediabilmente ogni speranza di cambiamento.

Fare il Sindaco di Benestare ha rappresentato, per me, una grande esperienza di crescita e arricchimento umano. Mi riesce difficile trovare parole per esprimere la profonda gratitudine che provo per quante e quanti hanno riposto la loro fiducia nella mia persona e nella compagine politica che ho guidato. Così come sento il bisogno di ringraziare chi, pur non sostenendomi, mi ha fornito preziosi consigli, riflessioni o anche critiche. Oggi, uscendo di casa, ho difficoltà a riconoscere tra i miei concittadini dei volti “contrari”. Questo mi gratifica più di ogni altra cosa, perché, credetemi, in questi anni, ho cercato con tutte le forze di emancipare la mia comunità dalla antica e dannosa divisione “dei nostri e dei contrari”.

Sono stati anni difficili, forse senza precedenti nella storia repubblicana. Avere responsabilità di governo, a queste latitudini, non significa solo esercitare la funzione di indirizzo politico, proporre e promuovere una visione o, ancora, farsi carico dei bisogni di una comunità. Fare il sindaco, qui da noi, in Calabria, nella Locride, è soprattutto un fatto di resistenza. E, in questi anni, credo di aver speso gran parte delle mie energie per affrancare il mio territorio dalle logiche perverse di un sistema dove ‘ndrangheta, pezzi di politica e tecnocrazia si sostengono vicendevolmente. Ma sono stati anche anni di lezioni di vita che, ovunque andrò, custodirò meticolosamente. Penso a Mamadou Camara, un ragazzo venuto dal mare con la speranza di costruirsi una vita migliore, ma che ha trovato la morte in un letto di ospedale. Qualche giorno prima di andarsene, ricordo che mi chiese, sforzando un discreto sorriso, di salutargli il mio paese e la mia gente che lo aveva accolto e voluto bene. E voglio ricordare il caro compianto Avvocato Guidace, a cui Benestare deve tanto, per la cultura e la memoria che ci ha lasciato. Un giorno mi disse che accanto ai grandi progetti, un amministratore locale dovrebbe avere cura anche delle piccole cose. “E ricorda – mi ammonì – che è bene che ascolti un po’ di più chi ha qualche insegnamento da dare e un po’ di meno chi ha solo qualcosa da chiedere”. E quanti altri volti ancora potrei ricordare, ho avuto la fortuna di incontrarne tanti, e da altrettanti trarne scuola.

Sarò sempre grato a tutte le persone che hanno messo la faccia per sostenere il progetto di cui ho cercato di esserne l’interprete. Voglio ringraziarli, ancora una volta, una per uno: Maria Teresa AloisiDaniela de Lorenzo, Antonia Giampaolo, Martina GioGiovanni CaminitiDomenico MantegnaCamillo Monteleone, Giovanni Morabito, Filippo MusolinoDaniele NastasiAntonio Oliva, Antonio Parisi, Giuseppe Pelle , Giuseppe Portolesi, Bruno Princi, Domenico Trimboli, Giuseppe Varacalli. Ringrazio i sostenitori, i simpatizzanti, quanti hanno dedicato tempo e passione durante due estenuanti e indimenticabili campagne elettorali.

Ringrazio i segretari comunali che mi hanno accompagnato in questo percorso Caterina Giroldini, Giuseppe Pipicella, Mario Ientile e Domenico Di Giorgio, così come i dirigenti e dipendenti comunali tutti che, con dedizione, hanno coadiuvato il lavoro della mia amministrazione.

Ringrazio la mia famiglia che mi è stata, sempre e incondizionatamente, vicina.

Ringrazio la mia gente, infinitamente.

Proprio nell’ultimo scorcio di questa mia esperienza, mi è capitata la cosa più bella che possa capitare ad un uomo: diventare padre. Mio figlio, che ha poco più di due mesi, ha iniziato, proprio in questi giorni, a sorridere consapevolmente. Quando lo guardo, la sera, mi chiedo se abbia fatto abbastanza per difendere l’innocenza di quel sorriso. Mi piace pensare che altri, raccogliendo anche un piccolo seme che ho lasciato, rendano quello stesso sorriso consapevole di speranza.

Vi abbraccio. Ad maiora.

Rosario Rocca

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