Mar. Mar 19th, 2024

Il capoluogo di regione ospita il corteo dell’associazione per la 24esima giornata dedicata agli innocenti finiti nel mirino della criminalità organizzata. Don Ennio Stamile scuote la città

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Catanzaro si sveglia in un tripudio di colori, bandiere e gonfaloni. Striscioni, disegni, e sorrisi. Tanti sorrisi, che si snodano per le vie del centro sotto gli occhi sonnacchiosi di una città non sempre pronta a riflettere. Ci prova don Ennio Stamile ad aprire gli occhi a quella parte di comunità che non si è lasciata coinvolgere dal vigore del corteo, dal palco sistemato in piazza Prefettura per la chiusura della 24esima Giornata regionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle Mafie organizzata da Libera in collaborazione con Avviso Pubblico. Mentre sfilano cantando i ragazzi animati dall’Agesci, le associazioni del mondo cattolico e del volontariato, i sindaci e gli amministratori, i sindacati al fianco dei rappresentanti del mondo produttivo e imprenditoriale, e da quanti sentono nel profondo l’ingiustizia e dalla prepotenza dei fenomeni criminali che uccidono le persone e la speranza.
«Catanzaro svegliati – tuona don Ennio –. La ‘ndrangheta è anche qui, anche se non si uccide. È presente con pizzo, con lo spaccio della droga. Percorriamo insieme orizzonti di verità e giustizia per democratizzare lo sviluppo». Catanzaro, diventata «città elettiva della zona grigia, il luogo privilegiato della burocrazia e della politica che spesso sono andate a braccetto con le organizzazioni criminali», scelta per la manifestazione regionale con l’auspicio di scuotere il risveglio delle coscienze dei cittadini, «ai quali vogliamo dire – ha avuto modo di dire nei giorni scorsi la referente del Coordinamento provinciale di Libera, Elvira Iaccino – che nessuno è immune dalla violenza mafiosa e che una Calabria senza mafia passa inevitabilmente da una Catanzaro senza mafia».

«Conoscenza è resistenza», fanno eco in molti all’appello di don Ennio soprattutto guardando agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado arrivati da ogni angolo della Calabria, che camminano, consapevoli, fino a sotto la sede della Provincia di Catanzaro, nella grande piazza che sembra abbracciarli.
Il corteo (oltre cinquemila le presenze, ma dei numeri non v’è certezza), è partito dal piazzale antistante il cimitero cittadino in Via Paglia. In prima fila, con don Ennio Stamile, le madri di vittime della mafia, tra queste Donatella Catalano, mamma di Gianluca Congiusta e, la mamma di Massimiliano Carbone.
Nel fiume di teste colorate spuntano gonfaloni e fasce tricolori: non c’è il padrone di casa, e presidente della Provincia di Catanzaro, Sergio Abramo, che ritroveremo poi sul palco per contribuire alla lettura di mille nomi di vittime innocenti della mafia, ma c’è primo cittadino di Lamezia, Paolo Mascaro, da pochi giorni di nuovo in carica dopo l’annullamento, da parte del Tar Lazio, dello scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose disposto dal governo nel novembre 2017. Prima del collegamento con Padova (il capoluogo veneto è stato scelto come luogo della manifestazione nazionale intitolata “Passaggio a Nord-est” a seguito delle risultanza del report “Liberaidee” dal quale è emerso che nella regione nordica vi è una scarsa percezioni in merito alla presenza della criminalità organizzata) per ascoltare l’intervento del fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, sul palco si alternano autorità civili e amministratori: si sgrana lentamente il triste rosario delle vittime. Apre la lettura il prefetto Francesca Ferrandino, la segue il questore Amalia Di Ruocco, il sindaco Abramo, ma anche il presidente della commissione regionale Antimafia, Arturo Bova. Parenti delle vittime, studenti, professori, sindacalisti. Mille nomi, mille ferite aperte, tanto dolore ma nello stesso tempo «la speranza dei colori della primavera, la consapevolezza che la vita di quelle vittime cammina sulle vostre gambe – dice Matteo Luzza, in rappresentanza delle famiglie delle vittime di mafia -. La memoria che é resistenza”. L’appello poi è a “chi sa dove sono i resti delle ultime tre vittime di mafia le cui spoglie non si trovano, le famiglie hanno il diritto di piangere i loro cari».
«Una Catanzaro bellissima per colori e visi – aggiunge il vice presidente nazionale di Avviso Pubblico, Maria Antonietta Sacco -. Oggi sentiamo una grande responsabilità perché sempre di più sappiano da che parte stare. Lo sappiamo noi, amministratori che facciamo politica per il bene comuni. Lo sanno i ragazzi, gli imprenditori che dicono no al pizzo. I giornalisti che dicono la verità, rischiando la vita e quanti oggi giorno vivono e agiscono per rendere questa regione migliore».
Il questore di Catanzaro ha evidenziato «l’importanza della presenza delle scuole e dei ragazzi perché la memoria è fondamentale anche per evitare che certe cose accadano. Invito i ragazzi ma tutti i cittadini della Calabria  a scegliere da che parte stare».
«Oggi è una giornata importante: è l’inizio della primavera ed è la giornata dell’impegno e  del ricordo – ha affermato il prefetto Ferrandino -. Una giornata tra l’altro codificata da una legge dello Stato, a conferma che lo Stato ci vuole mettere la faccia e tutto il proprio impegno. Ma lo Stato sono anche e soprattutto le istituzioni e i cittadini: oggi è la giornata del risveglio delle coscienze per la cittadinanza attiva, perché i pilastri su cui si poggia una democrazia e la giustizia sociale sono i cittadini e la mente libera dei cittadini».

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