Ven. Apr 26th, 2024

L’invasione della plastica nei mari e sulle spiagge non è un problema lontano dalla Calabria. Lo Ionio ed il Tirreno sono stati negli ultimi anni oggetto di questa progressiva invasione di spazzatura che, oltre a deturpare le bellezze marine e delle spiagge, mette in pericolo la loro biodiversità. E’ il grido d’allarme, è scritto in una nota, lanciato nel corso del workshop #IoSonoMare che si è tenuto a Catanzaro e organizzato dal Ministero dell’Ambiente con Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente della Calabria) e ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) nell’ambito dell’omonima campagna nazionale di divulgazione dei risultati dell’attività in Italia della Direttiva UE “Marine Strategy”.

Continua dopo la pubblicità...


IonicaClima
amaCalabria
Calura
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
stylearredamentiNEW
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
FEDERICOPUBB
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

In Calabria, il Centro regionale Strategia Marina dell’Arpacal ha proceduto nelle annualità 2015-2018 al monitoraggio dei rifiuti spiaggiati, seguendo le precise metodiche imposte dal Ministero. I punti di monitoraggio sono stati individuati nella Foce del fiume Crati (Cassano Ionio, Cosenza), a Crotone, Catanzaro-Borgia, Gioia Tauro (Reggio Calabria), Vibo Marina e Cetraro (Cosenza).

La frequenza di campionamento è semestrale ed avviene a marzo e a novembre. I dati raccolti in questo triennio, presentati nel workshop da Laura Pirrera, prosegue la nota, “sono fin troppo evidenti”. Il numero di rifiuti spiaggiati maggiore è stato riscontrato nei litorali del versante tirrenico (16.986 rifiuti – 2015-2018), rispetto a quello ionico (6297 rifiuti – 2015-2018). La macrocategoria di rifiuto più abbondante in tutti gli anni analizzati (dal 2015 al 2018) e per i litorali di entrambe i versanti, è stata la plastica.

“E purtroppo – è scritto nella nota – relativamente alla macrocategoria ‘plastica e polistirene’, il trend dal 2015 al 2018 sembra essere in aumento
(ad esempio il versante tirrenico sale da 81% a 93%). Quello che i tecnici del Centro Strategia Marina dell’Arpacal hanno potuto constatare è che i rifiuti raggiungono il mare prevalentemente veicolati dai corsi d’acqua e si distribuiscono non necessariamente in prossimità dei luoghi di produzione; sarebbe
utile correlare i risultati alle caratteristiche idrologiche (correntometriche e ondametriche), su scala locale e di bacino, per capirne l’esatto ‘movimento’ e, quindi, provenienza”.

Print Friendly, PDF & Email