Ven. Apr 26th, 2024

Nacque probabilmente qui la prima ammalata di cui si sia avuta notizia, nel 1904

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Importante iniziativa della comunità di emigrati di La Plata giunta in visita a Bivongi per agevolare una ricerca sul morbo di Alzheimer, grazie al dottor Egidio Melia, già direttore di alcuni importanti ospedali della città argentina, che ha collaborato con la ricercatrice lametina dell’Istituto di neurogenetica, Amalia Cecilia Bruni. Una ricerca che si era bloccata a La Plata per problemi legati al trasporto dei campioni di sangue prelevato agli emigrati bivongesi.

Grazie a questa iniziativa gli emigrati giunti a Bivongi si sono recati al centro analisi del paese dove Egidio Melia, Sandra Marzano e Ciccio Comito, dello staff della Bruni hanno completato i prelievi mancanti per la conclusione della ricerca.

Ricerca iniziata anni fa su campioni di bivongesi sia residenti in paese sua emigrati in Argentina visto che, secondo l’equipe di ricercatori del Centro regionale di neurogenetica di Lamezia Terme, guidata dalla dottoressa Bruni, la prima ammalata al mondo di Alzheimer fu proprio una donna di Bivongi, Angela R., di 38 anni nel 1904, tre anni prima che il dottor Alzheimer la diagnosticasse su una donna tedesca. Notizia è stata pubblicata dalla Bruni sulla rivista “Journal of Neurology.”

«Abbiamo portato avanti questa ricerca con Amalia Bruni – dice la dottoressa Marzano – per capire se l’ambiente abbia in qualche modo modificato le cellule del sangue dei bivongesi di La Plata. Abbiamo inoltre approfittato della presenza di questi nostri emigrati a Bivongi, giunti in occasione della festa della Madonna Mamma Nostra, per fare i prelievi mancanti perché c’erano state difficoltà di trasporto per le fialette di sangue dall’Argentina in Italia». Ricordiamo che il Consiglio comunale di Bivongi, nel 2014, ha conferito ad Amalia Bruni la cittadinanza onoraria per la sua ricerca.

«Abbiamo approfittato – afferma Melia – della presenza di questi emigrati a Bivongi per completare l’ultima parte della ricerca per avere delle risposte interessanti per il futuro, capire come intervenire. Abbiamo condotto la ricerca su molti emigrati giunti a La Plata, ora anziani, conducendo anche un esame clinico, neurologico e psichiatrico su un campione di settanta persone. Continueremo ancora la ricerca su residenti a Bivongi e credo che avremo delle risposte tra un paio di mesi».

A Bivongi l’iniziativa continua con il progetto “Alzheimer Cafè” che coinvolge la parrocchia sostenuta dall’associazione regionale di neurogenetica. «Progetto sostenuto anche dall’8 per mille – dice il parroco don Enzo Chiodo – con cui siamo riusciti a stare vicini agli ammalati di Alzheimer e quelli affetti di demenze». “Alzheimer Cafè” ha una larga adesione di ammalati, cittadini, associazioni e famiglie del circondario che portano i loro malati all’oratorio dove si svolge il progetto.

UGO FRANCO

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