Mer. Mag 1st, 2024

Dalla sua istituzione nel 1928 ad oggi, l’Istituto Italiano Tumori di Via Venezian, a Milano, magistralmente diretto dal dottor Stefano Manfredi, è stato protagonista di grandi traguardi clinici e sanitari, e continua a essere punto di riferimento nella ricerca oncologica,  a livello europeo.  L’istituto, orgoglio della nostra Nazione, svolge un servizio pubblico caratterizzato da un elevato livello di attività diagnostico terapeutiche e di ricerca, sempre guidate da principi fondamentali e imprescindibili di rispetto della dignità dell’essere umano, di tutela del paziente e del suo diritto a ricevere l’assistenza e le cure mediche più appropriate.

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In Istituto si conduce una ricerca traslazionale che segue i due percorsi «From bench to bedside» e ritorno, unendo i dati della pratica clinica con le evidenze riscontrate in laboratorio. Dalla valutazione sistematica dell’effetto delle cure al di fuori dei trial clinici, la «real world evidence», ricaviamo segnali da riportare in clinica e in laboratorio. INT è coordinatore italiano di numerose sperimentazioni cliniche nazionali e internazionali, sponsorizzate dall’industria o promosse da enti pubblici, da qualche tempo anche con studi di fase precoce. Poter partecipare agli studi clinici permette ai pazienti di contribuire alla ricerca e di avere accesso a farmaci altrimenti non disponibili ma, data la natura dei farmaci sempre più specifici e personalizzati, è anche un’opportunità di cura. Per questo, l’accesso agli studi è ormai considerato un diritto del paziente.

Fra le perle mediche dell’Istituto, uno specialista reggino, di Seminara, orgoglio della Calabria, ovvero il dottor Antonino Ditto (nella foto di copertina).  Laureato in Medicina e Chirurgia, presso l’Università degli Studi di Milano, con specializzazione in Ginecologia e Ostetricia ottenuta presso la Scuola di Specializzazione dell’Università degli Studi di Siena.
dal 2001  è dirigente medico di I° livello presso l’U. O. di Oncologia Chirurgia Ginecologica, diretta dal prof. Francesco Raspagliesi.

Si occupa principalmente di tutti i tumori primari e secondari del tratto genitale femminile.
L’attività clinica quotidiana comprende 3 aree di competenza: area chirurgica, medica e diagnostica; e include tutti gli aspetti della gestione dei tumori ginecologici: diagnosi, chirurgia e follow-up.

Ha partecipato in qualità di relatore a oltre 100 meeting scientifici nazionali ed internazionali.
E’ autore 213 pubblicazioni in riviste scientifiche internazionali (Research score: 43.13)

Ha eseguito numerosi interventi chirurgici come primo operatore in chirurgia oncologica ginecologica. Più di 2000 procedure chirurgiche (dal 2000 al 2020)

È membro della European Society of Gynecologic Oncology (ESGO), della Italian Society of Gynecologic Oncology (SIOG), della International Gynecologic Cancer Society (IGCS) e del MaNGO-group.


  1. Dottor Ditto, cosa l’ha spinta a dedicarsi, anima e corpo, come si suol dire, in questa branca della medicina

Da quando portavo i calzoncini corti  sognavo di diventare un chirurgo.  Ho sempre pensato che aiutare le persone ad affrontare e superare un momento cosi difficile della loro vita come è la diagnosi una di malattia fosse una sfida che merita tutto l’impegno e l’umanità di cui sono capace. Ho studiato all’università di Milano e ho deciso di specializzarmi in Ginecologia oncologica perché sono interessato alla sfera della salute femminile.  Ogni giorno metto davanti a tutto la paziente che ho davanti e la sua storia, consapevole che ogni donna è un mondo a sé ed ogni storia va approcciata singolarmente con competenza ma anche con molta umanità.   Penso che il cancro lo sconfiggeremo con la prevenzione, la diagnosi precoce, lo screening e con una chirurgia adeguata effettuata da mani esperte. Per questo ritengo che parlare di tumori ginecologici sia fondamentale: insieme, un giorno non molto lontano, sconfiggeremo il cancro.

  • Sono tante le testimonianze di pazienti che hanno voluto manifestare il loro ringraziamento per le cure ricevute da Lei e da altri colleghi dell’Unità in cui opera, quali sono i metodi di approccio con le pazienti, che fanno del vostro Istituto un centro di umanità, prima che di cura efficace di importanti patologie?

Per noi le pazienti non sono un numero o una malattia,  ma una storia da scrivere assieme verso la guarigione in maniera olistica.

Per quanto concerne i metodi di approccio con le pazienti,  noi siamo al fianco delle nostre pazienti dalla prevenzione fino al post operatorio. I nostri piani di cura sono creati sulle esigenze di ogni singola persona, il nostro approccio è unico, come unica è la storia di ognuna di loro.
Il team ha un approccio multidisciplinare agli aspetti clinici di ogni singola persona. Il caso di ogni singola paziente dell’Istituto è discusso all’interno di riunioni settimanali a cui partecipano tutti gli specialisti coinvolti nel processo di cura. Le scelte terapeutiche e le impostazioni dei piani di cura vengono sottoscritte congiuntamente dai medici delle diverse discipline che si occupano del caso. Viene così garantita al malato l’applicazione del miglior trattamento possibile.

Negli anni ci siamo presi cura delle nostre pazienti oncologiche sia in Istituto che fuori dall’Istituto, permettendo loro di vivere esperienze che le aiutassero a superare la malattia e a riprendere sicurezza. Il processo di cura per noi non termina una volta usciti dalla sala operatoria, ma continua fino a quando le nostre pazienti non tornano a prendersi cura di loro stesse con fiducia e forza

Un percorso di informazione e cura specializzato  fin dal primo dubbio

  • Di cosa si occupa in particolare?

Ho inziato a Lavorare all’INT dal 1990 come studente universitario del IV anno di medicina. Quindi ho un esperienza di ginecologo oncologo  che supera il 1/4 di Secolo. Ho avuto  delle esperienze importanti al Memorial Sloan kettering Cancer Center di New York e all’Università di Siena e ho eseguito migliaia di interventi come primo operatore, in particolare  mi occupo di chirurgia radicale, chirurgia laparoscopica mini invasiva con tecnologia 3D  e chirurgia ambulatoriale

  • Quali sono i suoi programmi futuri?

Il team di Oncologia  Ginecologica dell’Istituto  Nazionale dei Tumori mette  al servizio delle nostre pazienti più di un secolo di Ricerca. La conoscenza porta alla cura-.

Per molti tumori non sono ancora state trovate cure definitive. La ricerca scientifica e i progressi in campo medico svolgono quindi un ruolo fondamentale nell’individuare e sperimentare terapie sempre più efficaci.
L’Unità di Oncologia Ginecologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano è da sempre dedicata alla cura e alla ricerca sul cancro e ha come obiettivo primario quello di offrire alla paziente una valutazione multidisciplinare del trattamento più efficace con particolare attenzione alla preservazione delle funzioni riproduttive.

Il reparto è un centro di riferimento nazionale ed internazionale per il trattamento chirurgico di tutte le principali patologie oncologiche dell’apparato genitale femminile. Alle donne affette da queste neoplasie viene proposta una vasta gamma di possibilità terapeutiche innovative che coprono tutte le varie fasi della malattia con un elevato standard qualitativo.

L’attività dell’Unità di Oncologia Ginecologica è continuamente rivolta al miglioramento degli standard assistenziali e terapeutici e allo sviluppo di nuove procedure per la diagnosi precoce della patologia primaria e delle metastasi. Numerosi protocolli di ricerca clinica sono attualmente in corso e condotti in collaborazione anche con altri organi internazionali.

  • Pensa che la Calabria, terra dalla quale Lei proviene, possa avere un futuro nel campo della sanità?

Io credo proprio di , si. Occorre attuare un programma di valorizzazione degli ospedali e di una sanità diffusa sui territori. La sanità deve tornare ad essere principalmente una sanità pubblica e dove il privato se vuole competere deve farlo per la  qualità delle prestazioni e non certo per l’assenza totale della sanità pubblica. Concentrare quindi ogni attenzione e senza un minimo di esitazione sul sistema sanitario pubblico, bloccando gli spazi indebitamente lasciati occupare ad una sanità privata Creando parterneship e collaborazione con grandi istituzioni come l’Istituto dei Tumori di Milano.  Il mio invito al popolo calabrese è quello di non commettere gli errori del passato e di individuare, una nuova classe dirigente al di fuori della partitocrazia, convergendo poi su una figura di garanzia, in Calabria ne abbiamo tante, che possa far rinascere la sanità calabrese.

  • Si può pensare alla realizzazione di una struttura, specifica, in Calabria, vista la grande incidenza di tumori e, magari, con il supporto e/o la guida di un professionista del Suo livello?

Credo proprio di si, anzi è un mio auspicio. Creare e sostenere reti nazionali, regionali e internazionali di strutture sanitarie e di organizzazioni della società civile coinvolte nel tema dell’oncologia è molto importante. La prevenzione primaria, intesa come educazione sanitaria è volta a prevenire comportamenti scorretti e a promuovere quelli che possono risultare efficaci per far vivere le persone  in un ambiente sano, con fattori di rischio ridotti al minimo. Diagnosi e cure precoci sono in grado di innalzare i tassi di sopravvivenza e di contenere le conseguenze invalidanti temporanee e permanenti causate dalla malattia.  la salute non può essere considerata come mera assenza di malattia, ma deve essere tutelata e promossa come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale”. È il modo in cui è possibile agire sulle cause sostanziali che negano a tante persone ammalate  di cancro le cure necessarie e la speranza di un futuro.

  • Molti considerano Lei e i Suoi colleghi, a partire dal primario Raspagliesi, dei luminari ricchi di umanità e altruismo. Lei cosa dice, in merito?

Qui, nel reparto di ginecologia oncologica dell’INT , abbiamo creato un ambiente con elevato expertise, con dei colleghi competenti e una struttura che valorizza la cura delle paziente grazie alla ricerca ed alla sperimentazione.  

Il Futuro dell’oncologia e dei pazientei oncologici in Italia 

Secondo le statistiche più recenti, sono più di 3.000.000 le persone vive in Italia con una pregressa diagnosi di tumore. I progressi della medicina e della tecnologia consentono oggi ai pazienti di guarire più facilmente. Alla guarigione clinica, infatti, deve corrispondere la guarigione sociale anche in termini di assistenza e inclusione socio-lavorativa. Di fatto per i sopravvissuti si sta evidenziando un duplice orientamento: l’esigenza di ridurre il rischio di recidive insieme al bisogno di ristabilire la migliore qualità della vita possibile, includendo oltre agli aspetti strettamente clinici anche quelli sociali e professionali.

Il Direttore generale, dott. Stefano Manfredi
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