Sab. Apr 27th, 2024

Biondo: interessante sapere parere candidati presidenza Regione

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di Raffaella Silvestro

         

Quella della carenza di asili nido e

della mancata applicazione dei livelli essenziali di

prestazione nei servizi di cittadinanza al Sud, rappresentano

certamente alcune delle più insopportabili diseguaglianze tra

cittadini del nord e quelli del Mezzogiorno. Su questo argomento

sarebbe interessante capire cosa ne pensano i candidati alla

presidenza della Regione e quale impegno nei confronti della

Calabria e del Mezzogiorno assumono i rispettivi partiti

nazionali all’interno delle aule parlamentari”. Lo afferma, in

una nota, il segretario generale della Uil Calabria, Santo

Biondo.

“Nei mesi scorsi il già ministro Boccia e di recente l’attuale

ministra Carfagna – aggiunge Biondo – hanno in tempi diversi

solo fatto accenno alla questione, rispolverando vagamente

l’argomento dei livelli essenziali delle prestazioni (Lep),

senza spingersi oltre. Occhiuto, Bruni e De Magistris,

soprattutto il primo dato il suo ruolo di capogruppo alla

Camera, dovrebbero porre con forza sul piano nazionale la

questione delle diseguaglianze di cittadinanza e provare a far

rientrare con determinazione questo tema sia nell’ambito di

questa contesa elettorale, sia nel rapporto politico con propri

esponenti nazionali di partito. E’ vietato voltarsi dall’altra

parte, fingendo di non capire che la questione riveste un

aspetto importante per la vita dei calabresi. Tuttavia, quella

sugli asili nido non è la sola asimmetria nazionale, utile a

certificare quanto, in questi anni, il Mezzogiorno sia stato

sacrificato dalla politica e dalle istituzioni di questo Paese,

sul versante dei diritti di cittadinanza. La scorretta

distribuzione statale della spesa pubblica in conto corrente e

in conto capitale, conseguenza di una legge discriminatoria

votata da tutti i partiti, la legge 42 del 2009, è altrettanto

evidente se si prendono in considerazione anche altri ambiti e

altri diritti di cittadinanza negati al sud, legati alla vita

delle persone, solo per citare alcuni esempi: il diritto allo

studio e all’istruzione, il diritto alla mobilità, il diritto

alle cure sanitarie e all’autosufficienza di anziani e giovani

con disabilità, il diritto abitativo. In questi 12 anni di

vigenza la legge 42, meglio conosciuta come legge Calderoli,

eludendo in modo scientifico la definizione e l’applicazione su

tutto il territorio nazionale dei Lep, ma continuando ad

utilizzare in maniera impropria, nella distribuzione della spesa

pubblica in conto corrente, il criterio della spesa storica; ha

di fatto sottratto risorse economiche, nell’ambito dei servizi

di cittadinanza, ai territori che ne avevano e continuano ad

averne più bisogno, e tra questi c’é la Calabria.

Una riduzione di finanziamenti nel Mezzogiorno che in violazione

al dettato Costituzionale, ha costretto in questi anni e

costringe ancora oggi molti Comuni, soprattutto di piccole e

medie dimensioni, a sacrificare, nell’ambito della loro

programmazione di bilancio pluriennale, le politiche sociali”.

“Adesso che i guasti causati dalla legge sul federalismo fiscale

sono venuti fuori – dice ancora il segretario generale dell’Uil

Calabria – la politica nazionale e quella locale devono

intervenire, e devono farlo subito e senza tentennamenti. Le

ingiustizie sociali e le sperequazioni di cittadinanza cagionate

da questo provvedimento normativo, se c’è la volontà politica,

potrebbero essere sanate all’interno della più ampia riforma

fiscale, che il governo dovrà varare nei prossimi mesi, in

risposta anche alle richieste avanzate al nostro Paese dalla

Commissione europea. Le risorse che Bruxelles ha assegnato alla

convergenza del Sud e della Calabria, non possono essere più

considerate, come è accaduto in passato, sostitutive della spesa

pubblica nazionale, ma dovranno invece ritenersi aggiuntive

degli stanziamenti statali. Questo presupposto vale anche per le

risorse previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Per fare questo, nell’ambito dei diritti di cittadinanza,

occorre che si vengano a definire i Lep, così come è

indispensabile l’istituzione e il finanziamento da parte dello

Stato, del Fondo perequativo nazionale, previsti peraltro

entrambi dalla Costituzione”.

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