Biondo: interessante sapere parere candidati presidenza Regione
Continua dopo la pubblicità...
di Raffaella Silvestro
Quella della carenza di asili nido e
della mancata applicazione dei livelli essenziali di
prestazione nei servizi di cittadinanza al Sud, rappresentano
certamente alcune delle più insopportabili diseguaglianze tra
cittadini del nord e quelli del Mezzogiorno. Su questo argomento
sarebbe interessante capire cosa ne pensano i candidati alla
presidenza della Regione e quale impegno nei confronti della
Calabria e del Mezzogiorno assumono i rispettivi partiti
nazionali all’interno delle aule parlamentari”. Lo afferma, in
una nota, il segretario generale della Uil Calabria, Santo
Biondo.
“Nei mesi scorsi il già ministro Boccia e di recente l’attuale
ministra Carfagna – aggiunge Biondo – hanno in tempi diversi
solo fatto accenno alla questione, rispolverando vagamente
l’argomento dei livelli essenziali delle prestazioni (Lep),
senza spingersi oltre. Occhiuto, Bruni e De Magistris,
soprattutto il primo dato il suo ruolo di capogruppo alla
Camera, dovrebbero porre con forza sul piano nazionale la
questione delle diseguaglianze di cittadinanza e provare a far
rientrare con determinazione questo tema sia nell’ambito di
questa contesa elettorale, sia nel rapporto politico con propri
esponenti nazionali di partito. E’ vietato voltarsi dall’altra
parte, fingendo di non capire che la questione riveste un
aspetto importante per la vita dei calabresi. Tuttavia, quella
sugli asili nido non è la sola asimmetria nazionale, utile a
certificare quanto, in questi anni, il Mezzogiorno sia stato
sacrificato dalla politica e dalle istituzioni di questo Paese,
sul versante dei diritti di cittadinanza. La scorretta
distribuzione statale della spesa pubblica in conto corrente e
in conto capitale, conseguenza di una legge discriminatoria
votata da tutti i partiti, la legge 42 del 2009, è altrettanto
evidente se si prendono in considerazione anche altri ambiti e
altri diritti di cittadinanza negati al sud, legati alla vita
delle persone, solo per citare alcuni esempi: il diritto allo
studio e all’istruzione, il diritto alla mobilità, il diritto
alle cure sanitarie e all’autosufficienza di anziani e giovani
con disabilità, il diritto abitativo. In questi 12 anni di
vigenza la legge 42, meglio conosciuta come legge Calderoli,
eludendo in modo scientifico la definizione e l’applicazione su
tutto il territorio nazionale dei Lep, ma continuando ad
utilizzare in maniera impropria, nella distribuzione della spesa
pubblica in conto corrente, il criterio della spesa storica; ha
di fatto sottratto risorse economiche, nell’ambito dei servizi
di cittadinanza, ai territori che ne avevano e continuano ad
averne più bisogno, e tra questi c’é la Calabria.
Una riduzione di finanziamenti nel Mezzogiorno che in violazione
al dettato Costituzionale, ha costretto in questi anni e
costringe ancora oggi molti Comuni, soprattutto di piccole e
medie dimensioni, a sacrificare, nell’ambito della loro
programmazione di bilancio pluriennale, le politiche sociali”.
“Adesso che i guasti causati dalla legge sul federalismo fiscale
sono venuti fuori – dice ancora il segretario generale dell’Uil
Calabria – la politica nazionale e quella locale devono
intervenire, e devono farlo subito e senza tentennamenti. Le
ingiustizie sociali e le sperequazioni di cittadinanza cagionate
da questo provvedimento normativo, se c’è la volontà politica,
potrebbero essere sanate all’interno della più ampia riforma
fiscale, che il governo dovrà varare nei prossimi mesi, in
risposta anche alle richieste avanzate al nostro Paese dalla
Commissione europea. Le risorse che Bruxelles ha assegnato alla
convergenza del Sud e della Calabria, non possono essere più
considerate, come è accaduto in passato, sostitutive della spesa
pubblica nazionale, ma dovranno invece ritenersi aggiuntive
degli stanziamenti statali. Questo presupposto vale anche per le
risorse previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Per fare questo, nell’ambito dei diritti di cittadinanza,
occorre che si vengano a definire i Lep, così come è
indispensabile l’istituzione e il finanziamento da parte dello
Stato, del Fondo perequativo nazionale, previsti peraltro
entrambi dalla Costituzione”.