Gio. Mag 2nd, 2024

Susanna Brescia, Giuseppe Sfara, Giuseppe Menniti e Francesco Sfara hanno scelto di non sottoporsi all’esame davanti alla Corte di assise di Locri, dove sono chiamati a rispondere, a vario titolo e con modalità differenti, di omicidio aggravato, in concorso tra di loro, perché avrebbero cagionato la morte di Vincenzo Cordì, il cui cadavere è stato rinvenuto in località “La Scialata” di San Giovanni di Gerace nel novembre 2019.

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Nel corso dell’udienza di ieri i giudici della Corte d’assise (presidente Amelia Monteleone a latere Mariagrazia Galati), hanno chiesto agli imputati presenti e ai rispettivi difensori, gli avvocati Menotti Ferrari, Francesco Macri, Antonio Ricupero, Girolamo Curti e Giovanna Palermo, se fossero o meno intenzionati a rispondere alle domande delle parti, ricevendo una risposta negativa. Gli imputati potranno comunque chiedere di poter intervenire con proprie dichiarazioni fino alla conclusione del dibattimento, dove le parti civili sono rappresentate dall’avv. Rocco Guttà.

Intanto ieri si è esaurita la lista testimoniale della pubblica accusa, rappresentata dal pm Marzia Currao, con l’escussione degli ultimi due testi, i quali hanno sostanzialmente confermato quanto già riferito nel corso delle indagini agli investigatori, in particolare, sulla personalità della vittima, ancora una volta tratteggiata come persona «buona e di gran cuore», e sulle criticità dei rapporti della coppia Cordì-Brescia.

Il processo è stato rinviato al 19 gennaio.

fonte gazzetta del sud

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