Ven. Mag 3rd, 2024

Questa mattina su IL FATTO QUOTIDIANO un articolo che racconta come “Pignatone fece saltare” la nomina a Ministro della Giustizia di Nicola Gratteri:

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Non è vero che per Matteo Renzi i magistrati sono tutti cattivi. Lo sono quelli che indagano lui e la sua famiglia. Ma altri sono buoni, buonissimi. Buono è Carlo Nordio, dispensatoore di consigli “che purtroppo non ho ascoltato, scrive nel libro Il mo-
stro. Un caso a parte è Nicola Gratteri, da Renzi proposto comeministro della Giustizia, ma poi impallinato – sostiene nel libro l’ex presidente
del Consiglio da una sorta di congiura e dalle pressioni esercitate sul Quirinale. “Naturalmente, scrive Renzi, “io avrei dovuto fare di più per rottamare le correnti della magistratura. E dire che nella settimana in cui ho composto il mio governo ci ho pure provato, invano. Avevo scelto infatti di fare una proposta ardita per la carica di guardasigilli. Volevo azzerare il potere
delle correnti nominando ministro un uomo capace e totalmente fuori dagli schemi. Qualcuno dice: fin troppo fuori dagli schemi. E avevo pensato a Nicola Gratteri, magistrato di valore da sempre in prima linea contro la ‘ndrangheta’.

Con il procuratore calabrese, Renzi rivela che aveva già discusso molto: “Gratteri aveva idee rivoluzionarie: avremmo lavorato per il sorteggio al Csm, così da spezzare il meccanismo delle correnti. Avremmo rivoluzionato la responsabilità del magistrato che sbaglia”. Ma quandonRenzi entra nella stanza del presidente Napolitano con il nome di Gratteri nel taschino, in pochi minuti, l’operazione
naufraga clamorosamente. Come mai?

Ecco la spiegazione di Renzi: “Magistrati come il procuratore della Repubblica di Roma, leader di varie correnti della magistratura, giudici eletti in Parlamento con alte responsabilità fecero arrivare al Quirinale -in modo più o meno diretto la loro avversione totale all’ipotesi di Gratteri”
Fu quindi Giuseppe Pignatone, attuale presidente del Tribunale del Vaticano,
ad affossare Gratteri parlandone con Napolitano? Quando il Fatto chiede conferma all’ex procuratore di Roma, ottiene la seguente risposta: “No comment”.

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