Sab. Apr 27th, 2024

La Reggina ha ragione, sa di averla e si difende, anche perché ha ampiamente dimostrato di avere le possibilità e disponibilità per pagare, questo e altro, ma si ritrova dentro qualcosa più grande di essa

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Una situazione surreale. E complicata. E intricata. Una di quelle in cui, almeno ad oggi, ci si sente impotenti. E non resta altro che provare a difendersi con delle tesi legittime. E’ la situazione in cui si trova la Reggina, che al momento ha le mani legate, si affida (e si fida) del Tribunale, sa di avere ragione per lo Stato, sa che esiste una falla nel sistema secondo cui l’ordinamento sportivo cammina da solo e sa anche che va trovata una soluzione non solo per sé, ma anche per tutte coloro che in futuro si troveranno nella medesima situazione. Difatti, il club amaranto sta creando un precedente, alla luce della norma “salva-aziende” istituita solo da qualche mese e che porta la società amaranto all’interno di un limbo. Da una parte lo Stato che assicura che è possibile ristrutturare il debito, ma in attesa di risposta del Tribunale non si deve pagare altro oltre l’ordinario (stipendi); dall’altra gli organi del calcio che segnalano ed eventualmente puniscono se non si effettuano i pagamenti.

E’ un limbo, come detto. E lo è anche perché c’è chi attacca la Reggina e chi la difende, così come emerso ieri dall’Assemblea di Lega e così come spiegato da StrettoWeb. Buona parte dei Presidenti ha compreso il problema degli amaranto e sa che sono soltanto parte lesa; qualcun altro ha sollevato dubbi e c’è chi ha anche accusato, in maniera decisa. Era prevedibile. La presenza del club, nella persona del Presidente Cardona, forse ha fatto paura a qualcuno, che ha cominciato a parlare. Anzi, a sparlare. E’ il caso del DG del Brescia Micheli, che non solo ha raccontato falsità, ma ha rotto anche il patto di riservatezza deciso in Assemblea, esponendosi in una conferenza stampa lampo, preparata in fretta e furia. E senza contraddittorio.

Ed è qui che è arrivato l’attacco, direttamente dal proprio sito, di Alfredo Pedullà“nel corso dell’Assemblea di Lega il presidente Balata aveva chiesto riservatezza sulla vicenda Reggina, input che tutti hanno seguito tranne lui. Anzi, lui è andato oltre, dichiarando che in tanti avrebbero chiesto l’esclusione del club amaranto dalla Serie B. Ha scelto una conferenza del suo club, quindi è ancora più grave, raccontando cose fuori dalla realtà. Il signor Micheli sta facendo i conti salvezza in anticipo e spera che un posto venga meno in modo da poter giustificare i fallimenti tecnici di casa Cellino”. Tradotto: il Brescia è in confusione, è sprofondato in fondo alla classifica per l’isteria di una società che cambia allenatori come fossero pupazzi, rischia la retrocessione e si porta avanti con la carta “eventuale ripescaggio” chiedendo l’esclusione della Reggina. Insomma, tutto molto discutibile.

Ma la realtà è che nessuno ha chiesto l’esclusione in Assemblea. E’ tutta una storiella uscita fuori ad hoc dal Dg del Brescia per sollevare il polverone. A confermarlo è Salvatore Gualtieri, ex Crotone, attuale dirigente del Frosinone e anche membro del consiglio direttivo di Lega B. Al Dispaccio, Gualtieri ha ammesso: “assicuro come nessuno in assemblea, compreso il Brescia, abbia chiesto l’esclusione della Reggina. Se poi ha fatto una conferenza per conto proprio, se ne assume la responsabilità. Ero presente, non è successo e non credo che il presidente Balata avrebbe potuto consentire una cosa del genere. Queste cose, in Lega, non succedono. La scadenza del 16 febbraio? Si è parlato serenamente, niente di particolare”. Assemblea calda ma non infuocata, dunque, come anticipato ieri su StrettoWeb.

Eppure, a paventare l’ipotesi esclusione ci pensa il giornalista di Gazzetta dello Sport Nicola Binda, che dice la sua ricostruendo la situazione: “Se per un bimestre saltato si rischiano 2 punti, per due (o più) bimestri scatta l’esclusione. La Reggina ha calcolato il rischio e si sente tutelata dalla legge dello Stato, ma l’ordinamento sportivo ha le sue regole: il Tribunale l’ha considerato? Il braccio di ferro è assicurato. Senza contare i rilievi ‘morali’ mossi dagli altri club, che parlano di ‘concorrenza sleale’ in sede di calciomercato: non quello di gennaio, quando la tagliola del Tribunale ha consentito solo operazioni in entrata non superiori economicamente a quelle in uscita. Tutti quindi aspettano chiarezza: se saranno 2 punti saranno felici quelli in corsa per la A, se sarà esclusione saranno felici quelli che si devono salvare (ci sarebbe una retrocessione in meno), se invece sarà assoluzione sarà felice la Reggina. Ma una dura battaglia l’attende”.

A prendere le difese della Reggina, e non è la prima volta, è Stefano Bandecchi, pronto a cedere la sua Ternana dopo l’indagine della GdF. Ai microfoni di TMW, l’imprenditore è chiaro: “la legge dello Stato supera quella della FIGC e, anzi, la Federazione dovrebbe adeguarsi. Purtroppo ci sono tante persone di dubbia intelligenza che sfrutterebbero ogni occasione per trarne vantaggio. Sono dispiaciuto che qualcuno abbia solo pensato o proposto una penalizzazione o l’esclusione della Reggina dal campionato di Serie B. Devono rimanere dove sono senza se e senza ma”, ha chiosato.

Insomma: qui l’unica certezza sembra essere l’incertezza. La Reggina ha ragione, sa di averla e si difende, anche perché ha ampiamente dimostrato di avere le possibilità e disponibilità per pagare, questo e altro, ma si ritrova dentro qualcosa più grande di essa. Nessuno ha chiesto l’esclusione, ma c’è chi ama “giocare sporco”, sfruttando strade alternative a quelle dei propri disastri sportivi. Ma la colpa non è di questi ultimi e neanche della Reggina, la colpa è del sistema. Giustizia sportiva e giustizia ordinaria si devono allineare, una volta per sempre. L’impressione è che, qualsiasi sia la decisione definitiva su questa vicenda, essa diventerà a suo modo storica.

STRETTOWEB

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