Gio. Mag 2nd, 2024

Sarebbero addirittura in crescita rispetto al 2022 gli infortuni sul lavoro, con un 4,4% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I primi 7 mesi del 2023 hanno registrato già 559 vittime, praticamente circa 80 morti al mese. Preoccupa anche la percentuale giovanile, vittima degli incidenti sul lavoro, con una mortalità significativa tra i 15 e i 24 anni, ben superiore a quella tra i 25-34enni. Sono i dati presentati dall’Osservatorio Vega, su Sicurezza e Ambiente. Per l’Osservatorio, in base ai dati raccolti, il livello emergenziale delle morti sul lavoro rimane alto e riguarda spesso lavoratori stranieri. Il loro rischio di infortunio mortale sarebbe quasi il doppio rispetto a quello degli italiani, con un’incidenza del 33,3% contro il 16,9% dei colleghi italiani. In diminuzione dall’inizio dell’anno invece le denunce, con un – 21,9% rispetto al 2022. Il dato comunque va interpretato, alla luce della diminuzione di infortuni sul lavoro causa Covid. La conclusione – o almeno la riduzione – dell’emergenza sanitaria sarebbe quindi la vera spiegazione dietro alla diminuzione dei casi di infortunio, relativi nello specifico soprattutto all’ambito sanitario. La filiera della manifattura sarebbe quella più a rischio incidenti, infortuni e morti, con una percentuale che supera il 42%, stando agli ultimi dati. Tra le regioni con dati più allarmanti l’Umbria, l’Abbruzzo, la Basilicata e la Calabria. Sono i luoghi dove, nel 2023, i lavoratori hanno rischiato maggiormente la vita. In zona rossa, nei primi sette mesi del 2023, l’incidenza è stata superiore al 25% rispetto alla media nazionale. In arancione troviamo poi Friuli, Puglia, Marche, Trentino, Campania, Sicilia e Veneto. In zona gialla: Piemonte, Valle D’Aosta, Liguria, Sardegna, Lombardia, Lazio ed Emilia. In zona bianca: Toscana e Molise.

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