Sab. Apr 27th, 2024

Reggina, il punto della situazione a meno di quattro giorni dalla scadenza del bando per acquisire il titolo a partecipare alla serie D con una nuova società: è ancora tutto in alto mare

E’ una domenica di duro lavoro per tutti coloro che gravitano intorno all’universo Reggina, una domenica tra l’altro molto amara perchè nel primo pomeriggio cìè l’esordio del Brescia in serie B contro il Cosenza in quello che sarebbe stato il derby tra Reggina e Cosenza se solo Saladini non avesse vanificato l’esistenza del glorioso club amaranto. Ma torniamo al futuro: tra meno di 4 giorni (esattamente alle ore 13:00 di giovedì 7 settembre) scade il bando del Comune rivolto proprio a raccogliere le manifestazioni di interesse degli imprenditori che intendono proporsi per rilevare la licenza a ripartire con il calcio a Reggio Calabria dalla serie D, con una nuova società che erediti le spoglie della Reggina Calcio.

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Sul numero e sull’identità delle figure interessate a rilevare il club ci sono tantissime chiacchiere, ma poche corrispondono al vero. In base alle informazioni raccolte da StrettoWeb, sono solo tre i gruppi che in questi giorni stanno lavorando per proporsi realmente. E nessuno di questi tre ha la certezza di farcela. Vediamo chi sono e a che punto sono.

Il gruppo di Nicola Amoruso e Mark Iuliano

Del gruppo di Nicola Amoruso e Mark Iuliano abbiamo già parlato ieri. Proprio nel pomeriggio di ieri i rappresentanti di questo gruppo hanno incontrato in videocall i sindaci f.f. Brunetti e Versace per un incontro interlocutorio che non è stato particolarmente positivo. I sindaci, infatti, hanno giustamente chiesto certezze sulla solidità del gruppo e soprattutto un impegno concreto per gli impianti di proprietà degli enti pubblici: lo stadio Granillo e il Centro Sportivo Sant’Agata. I sindaci hanno chiesto garanzie concrete sull’effettivo pagamento dei canoni di affitto, che negli ultimi anni sia Saladini che Gallo non avevano mai onorato, e soprattutto un importante progetto di riammodernamento e riqualificazione di entrambi gli impianti. A fronte di queste richieste inattese, il gruppo sta avendo dei tentennamenti e sta valutando l’effettiva partecipazione al bando. Dal punto di vista tecnico, questo gruppo prevede il coinvolgimento della controversa figura di Pierluigi Sapio come direttore sportivo mentre non è ancora chiaro il ruolo dell’imprenditore romano Carmine Saladino: il suo sarebbe un impegno marginale, non avrebbe in ogni caso la maggioranza delle quote, tanto che il gruppo è alla ricerca di sponsor sul territorio reggino per sostenere gli impegni finanziari richiesti da una serie D di alto livello. I sindaci non sembrano affatto convinti da questo tipo di soluzione, ammesso che poi il gruppo partecipasse davvero al bando (decisione tutt’altro che scontata).

Il gruppo che ha chiesto a Massimo Taibi di rimanere

Il secondo gruppo interessato è quello legato a Massimo Taibi, nel senso che l’imprenditore intenzionato a rilevare la Reggina ha chiesto al direttore sportivo di rimanere per la ripartenza dalla serie D. In questo caso si tratta di una soluzione più concreta, perchè l’imprenditore è importante e agirebbe in prima persona come proprietario del club. Non stiamo parlando di uno sceicco, ma di un imprenditore originario di Reggio Calabria, precisamente di Saline Joniche, che ha un’azienda importante che opera a Milano nel settore energetico ed è in forte crescita con importanti prospettive di sviluppo. Sarebbe quindi una proprietà con un legame anche sentimentale ed affettivo nei confronti della Reggina e di Reggio Calabria, e con una progettualità importante non solo nel calcio: nelle idee della proprietà c’è un più ampio progetto di investimenti a Reggio Calabria nel settore delle energie sostenibili, a partire dagli impianti sportivi come lo stadio Granillo. Dal punto di vista sportivo, l’intenzione è quella di investire 2 milioni di euro nei prossimi dieci giorni per costruire una squadra che possa competere con Trapani e Siracusa, oltre ai 400 mila euro per l’iscrizione da allegare con assegno circolare alla domanda di partecipazione al bando del Comune. Taibi è già pronto a buttarsi a capofitto sul mercato e ha già individuato l’allenatore ideale per provare a vincere il campionato, ma anche questo gruppo mantiene la riserva sulla effettiva partecipazione al bando in modo particolare per il tentativo in corso in queste ore di individuare uno o due nuovi soci di minoranza da inserire nella nuova Reggina per rinforzare il progetto. La giornata decisiva sarà quella di domani, lunedì 4 settembre: entro la serata sapremo se questo progetto andrà in porto e quindi se nei tre giorni successivi riuscirà a presentare la domanda che in questo momento è certamente la più interessante per il futuro della Reggina.

Il gruppo di Edoardo Lamberti Castronuovo, Ninni Tramontana e i giovani di Confindustria

A Reggio Calabria si stanno muovendo con molta buona volontà anche Eduardo Lamberti-Castronuovo e Ninni Tramontana, che non hanno bisogno di presentazioni. Insieme ai giovani imprenditori di Confindustria, Lamberti e Tramontana stanno coinvolgendo un foltissimo gruppo (diverse decine) di piccoli imprenditori della città e della provincia per quello che definiscono un “atto esclusivamente amministrativo” per dare continuità alla Reggina. La loro intenzione è quella di partecipare al bando dopo aver fatto una vera e propria colletta per raccogliere i 400 mila euro necessari all’iscrizione, senza alcun tipo di ulteriore impegno economico per la futura gestione. Un gesto certamente di buona volontà, anche perchè disinteressato (nessuno di loro ha intenzione di diventare proprietario o presidente della nuova Reggina), ma con un orizzonte troppo limitato anche alla luce dei tempi strettissimi per costruire la squadra. L’intenzione espressa da Lamberti è quella di affidare poi la gestione tecnica a una persona esterna agli imprenditori, che sia competente di calcio, che però non è stata ancora individuata. Così come non c’è un’idea chiara su come e dove reperire i fondi necessari alla futura gestione della squadra, dopo l’iscrizione. Domani ci sarà un’altra riunione di questo gruppo che è alla ricerca di idee di prospettiva che possano andare oltre la raccolta dei 400 mila euro utili ad iscrivere la squadra e che certamente non basteranno per convincere Brunetti a consegnare la Reggina a quello che è un gruppo di reggini di buona volontà, certamente innamorati di Reggio e della Reggina, ma senza alcun tipo di garanzia per il futuro.

Il nodo del Centro Sportivo Sant’Agata

Sullo sfondo di questo scenario c’è un nodo importante relativo alla gestione del Centro Sportivo Sant’Agata, che al momento è a tutti gli effetti nelle mani della Reggina Calcio di Saladini e tale rimarrà anche nella successiva procedura fallimentare, sotto controllo del curatore. Come già accaduto nel 2015 tra la Reggina di Foti e la nuova società di Mimmo Pratico, senza un adeguato intervento della Città Metropolitana – ente proprietario della struttura – il rischio è che sul Sant’Agata ci siano seri problemi. Ovviamente la nuova Reggina non potrà che ripartire dalle strutture del centro sportivo, ma affinché l’ente possa concederlo in gestione dovrà prima liberarlo dall’attuale concessione che fa capo alla Reggina Calcio di Saladini. Correttamente i sindaci chiedono garanzie importanti ai nuovi investitori, ma prima sarebbe opportuno che siano nelle condizioni di poter effettivamente assegnare il Sant’Agata alla nuova società. Oggi non è così. Dovrebbero formalmente stralciare l’attuale concessione, e per farlo dovrebbero appellarsi a ciò che gli consente il contratto, con riferimento ai mancati pagamenti di Saladini. Farlo entro giovedì sarebbe determinante, perchè da un lato è corretto chiedere garanzie a chi vuole investire nella Reggina ma dall’altro bisogna anche mettere nelle condizioni gli investitori di poter essere nelle migliori condizioni per farlo con successo. E affidargli la nuova Reggina senza la piena disponibilità del Centro Sportivo significherebbe creare difficoltà importanti.

Le parole di Brunetti e lo spettro di un bando deserto

La scorsa settimana abbiamo già pubblicato le parole del sindaco f.f. Paolo Brunetti, che ai microfoni di StrettoWeb assicurava come “se non mi convincerà nessuno, con garanzie importanti e adeguate sugli investimenti e sulla prospettiva di lungo termine, preferirò non darla a nessuno. Meglio fermarsi per un anno anziché affidarci a nuovi Saladini“. A tal proposito è importante sottolineare che l’iscrizione in sovrannumero in serie D concessa quest’anno dalla FIGC alla Reggina esclusa dal campionato di serie B per le ovvie vicende, non è affatto scontata nei prossimi anni. Non sfruttare questa Licenza, quindi, non significa “fermarsi per un anno” ma probabilmente per molto di più. Brunetti ha tutta la consapevolezza della responsabilità della scelta che dovrà prendere tra quattro giorni, ma è importante che su questa scelta sul piatto della bilancia non pesi più la paura di sbagliare rispetto al coraggio di rischiare.

Nel 1986 la Reggina che poi per 30 anni avrebbe regalato le più grandi soddisfazioni della storia del calcio calabrese nasceva anche grazie all’impegno dell’allora sindaco Pino Mallamo, che riuscì a stimolare e coagulare quel gruppo di imprenditori guidati da Lillo FotiPino Benedetto e Lucio Dattola che poi riuscirono a scrivere le pagine più belle della storia di questa città. Tutti vorremmo che domattina davanti al portone di Palazzo San Giorgio si presentasse un magnate pieno di soldi e di idee per la Reggina, ma è molto improbabile che questo possa accadere. I sindaci, quindi, hanno il sacrosanto dovere non solo di chiedere garanzie adeguate a chi si propone ed evitare di affidare la Reggina a nuovi speculatori e affaristi, ma anche di evitare che il bando vada deserto mettendo i volenterosi nelle condizioni ideali per rilevare la Reggina e coagulare le figure intenzionate e animate da buona volontà in un progetto comune. Non saranno i sindaci a fare un favore agli imprenditori che avranno la Licenza; gestire la Reggina è un onere importante non solo sociale ma anche economico e finanziario quindi è importante fare tutto il possibile per attirare investitori e rendere appetibile quello che è sì un patrimonio ma così complesso e difficile che – come vediamo per l’ennesima volta in queste settimane (ma era già successo con Foti nel 2015, con Praticò nel 2019 e con Gallo nel 2022) – non vede certo la fila di soggetti interessati.

strettoweb

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