Sab. Mag 4th, 2024

Hamas: “E’ la rivoluzione”. Lanciati 5000 razzi, incursioni e scontri: 6 morti e quasi 200 feriti

Continua dopo la pubblicità...


JonicaClima
amacalabria
Calura
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
stylearredamentiNEW
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
FEDERICOPUBB
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

Israele sotto attacco oggi 7 ottobre 2023. Pioggia di razzi dalla Striscia di Gaza, Hamas rivendica l’offensiva che penetra nel territorio israeliano, con incursioni e scontri armati. Secondo i servizi d’emergenza israeliani, almeno 22 morti finora. “Cittadini di Israele, siamo in guerra. Non è un’operazione, non è un’escalation: è guerra”, dice il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu.

“Stamani Hamas ha commesso un errore grave e ha iniziato una guerra contro lo Stato di Israele”, dice il ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, in dichiarazioni riportate dal Times of Israel. “I soldati delle Idf stanno combattendo contro il nemico in tutti i punti in cui si è infiltrato – aggiunge – Lo Stato di Israele vincerà questa guerra”. Gallant, ha approvato il richiamo dei riservisti, ha reso noto una portavoce del ministero israeliano.

Il bilancio delle vittime

Si contano almeno 20 morti e circa 200 feriti a causa degli attacchi con razzi dalla Striscia di Gaza contro le zone meridionali e centrali del Paese. Il Soroka Medical Center di Be’er Sheva ha fatto sapere di aver ricevuto 80 feriti, alcuni in condizioni gravi. L’Assaf Harofeh Medical Center, nei pressi di Tel Aviv, sta fornendo assistenza a 17 pazienti, due dei quali in condizioni serie. Sono inoltre 21 i feriti, due gravi, assistiti al Kaplan Medical Center di Rehovot.

Il messaggio di Netanyahu: “Siamo stati attaccati ma vinceremo”

“Cittadini di Israele, siamo in guerra. Non è un’operazione, non è un’escalation: è guerra. Stiamo richiamando un gran numero di soldati riservisti”, dice il premier Netanyahu in un videomessaggio in cui ha promesso che “il nemico pagherà un prezzo altissimo”.

“Il popolo di Israele è stato attaccato. Siamo in guerra e vinceremo”, ha ribadito facendo appello ai cittadini israeliani a “obbedire agli ordini dell’esercito e delle forze di sicurezza”.

Hamas rivendica: “È il giorno della grande rivoluzione”

E’ “il giorno della grande rivoluzione”, afferma Mohammad Deif, comandante militare di Hamas in una dichiarazione in cui rivendica l’attacco e dichiara l’inizio di una “operazione militare” contro Israele. L’obiettivo dell’operazione ‘Alluvione al-Aqsa’, spiega, è porre fine alle “violazioni” israeliane. Il movimento palestinese ha “colpito obiettivi del nemico, aeroporti e postazioni militari con 5.000 razzi”, spiega in una breve dichiarazione registrata.

Deif chiama poi alla rivolta generale contro Israele: “Se avete un’arma tiratela fuori. Questo è il momento di usarla. Tirate fuori camion, auto, asce, oggi inizia la storia migliore e più onorevole”, afferma nel messaggio. Il comandante chiede di “liberare al-Aqsa” e afferma che l’attacco a Israele è una risposta a quelli che denuncia come attacchi alle donne, profanazione della moschea di al-Aqsa e assedio di Gaza.

Il leader di Hamas, Ismail Haniye, descrive l’attacco lanciato dal braccio armato del movimento contro Israele come una “battaglia per la dignità” di fronte ai “crimini” di Israele. In un messaggio di cui ha dato notizia al-Jazeera, Haniye afferma che l’operazione ‘Alluvione al-Aqsa’ è rivolta contro “un nemico che assedia Gaza, unito all’aggressione e al colonialismo che va avanti in Cisgiordania e che mira a sradicare il nostro popolo e allontanarlo dalla sua terra”.

Per Haniye, l’attacco è una risposta ai “crimini dell’occupazione contro il nostro popolo dal 1948“. Il leader di Hamas accusa Israele di aver “rinnegato gli accordi” sui prigionieri “tornando ad arrestare coloro che erano stati liberati nell’ambito di processi di scambio”. “Per tutto questo – afferma – stiamo combattendo una battaglia per l’onore, la resistenza e la dignità e per difendere al-Aqsa sotto il nome annunciato dal nostro comandante in campo: un’alluvione iniziata a Gaza che si estenderà alla Cisgiordania e oltre, dove il nostro popolo e la nostra nazione sono presenti”.

La Jihad islamica in battaglia con Hamas

I militanti della Jihad islamica si sono uniti ad Hamas nell’attacco lanciato contro Israele. Lo ha riferito il gruppo di resistenza islamica, secondo quanto riferiscono i media dello Stato ebraico.

Israele: “Terroristi infiltrati da Gaza, ci sono ostaggi”

Si tratta di “un’operazione combinata”, riferiscono le forze di sicurezza israeliane (Idf). “Terroristi si sono infiltrati in Israele da Gaza. Agli abitanti nell’area è stato chiesto di rimanere nelle loro case”, si legge in un messaggio. Militanti palestinesi si sono infiltrati in alcune città nel sud di Israele, prendendo in ostaggio alcune persone. Una fonte di polizia citata da Haaretz riferisce che hanno preso in ostaggio civili nella città di Ofakim. “Siamo in uno stato di guerra. Siamo sotto un attacco massiccio dalla Striscia di Gaza. Ci sono attualmente situazioni di confronto attivo nel sud di Israele”, dice in una nota il capo della polizia israeliana.

“35 israeliani rapiti, cinque i militari in ostaggio”

Hamas ha rivendicato la cattura di cinque soldati israeliani, notizia che l’esercito di Tel Aviv non ha confermato. Lo ha riferito il sito del Jerusalem Post, mentre altri media israeliani hanno indicato che l’organizzazione terroristica palestinese ha sequestrato 35 israeliani tra militari e civili.

Parroco di Gaza offre rifugio in parrocchia

 La situazione è molto brutta, nessuno sa dove si arriverà“. Padre Gabriel Romanelli, parroco latino di Gaza, guarda con preoccupazione all’attacco a Israele dalle prime luci dell’alba con Hamas che annuncia ‘il giorno della rivoluzione’. Interpellato dall’Adnkronos, padre Romanelli descrive una situazione preoccupante, “molto brutta. Io – dice – mi trovo a Betlemme perché dovevo aspettare dei medicinali ma dovrei tornare domani a Gaza”. “I nostri a Gaza – spiega – stano bene. Però la situazione è molto brutta. Nessuno sa dove si arriverà”. Intanto, la parrocchia della Sacra Famiglia di padre Romanelli si è mobilitata per offrire riparo alle famiglie: “Abbiamo incominciato a ricevere i parrocchiani con le loro famiglie. Potranno rifugiarsi qui. Stiamo anche allestendo spazi in una scuola per ulteriori rifugiati”.

Print Friendly, PDF & Email