Il Movimento Federativo delle Minoranze Linguistiche Nuova Arbëria ha presentato un ricorso al Tribunale di Castrovillari, il quale dovrà decidere se trasmettere il dossier alla Corte di Giustizia Europea. Tale iniziativa mira anche a ottenere la possibilità di eleggere un rappresentante proprio a Bruxelles.
Il Movimento Federativo delle Minoranze Linguistiche Nuova Arbëria ha presentato un ricorso al Tribunale di Castrovillari con l’obiettivo di abbattere discriminanti e garantire la rappresentanza della comunità arbereshe al Parlamento europeo. La richiesta di modifica della legge elettorale, attualmente impugnata, è ora nelle mani del collegio della sezione civile del Tribunale, che si è già riunito in giorni precedenti, prevedendo una nuova udienza fissata per il prossimo 7 febbraio.Il nucleo del ricorso si concentra su due aspetti ritenuti discriminatori dai ricorrenti: il limite di sbarramento al 4% e l’omissione del riconoscimento delle minoranze arbëreshe, paragonate ai diritti riconosciuti ai francesi della Val d’Aosta, ai tedeschi della provincia di Bolzano e agli sloveni del Friuli Venezia Giulia. I cittadini italo-albanesi, appartenenti alle comunità arbëreshe distribuite principalmente in Calabria, ma anche in Abruzzo, Campania, Basilicata, Puglia e Sicilia, si vedono negare il diritto di eleggere un proprio rappresentante a Bruxelles.
L’avvocato Vincenzo Besosti, già senatore della Repubblica, ha redatto il ricorso, dimostrando un impegno costante nella difesa dei valori della Costituzione italiana in relazione alle leggi elettorali. Tra i patrocinatori del ricorso figurano anche i sindaci di Acquaformosa e Lungro, Gennaro Capparelli e Carmine Ferraro, insieme ai legali Emanuela Capparelli ed Enzo Paolini. L’esito dell’udienza del 7 febbraio potrebbe determinare se il fascicolo sarà trasmesso alla Corte di Giustizia europea, basandosi sul diritto delle comunità arbereshe di esercitare il voto libero, uguale, personale e diretto, come sancito dalla Costituzione italiana.
