Mer. Mag 1st, 2024

Tra loro c’è anche Schirone, condannato in secondo grado per associazione mafiosa. Chiesta la conferma

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Èiniziata ieri la discussione delle parti davanti alla Corte d’Appello per sette imputati del processo di ‘ndrangheta ‘Aemilia’. Dei 148 che erano stati giudicati a Reggio, 87 si erano rivolti alla Cassazione che, nel maggio 2022, bocciò 74 ricorsi (36 rigettati, 38 dichiarati inammissibili) di imputati che videro così confermata la pena di secondo grado.

La Corte Suprema aveva annullato alcuni verdetti senza rinvio, alleggerendo qualche posizione, mentre per altre sette persone, anche per singoli capi di imputazione, aveva disposto un nuovo processo di secondo grado.

Tra questi ultimi figura Graziano Schirone, accusato di associazione mafiosa (fu condannato a 11 anni e 4 mesi nel primo giudizio in Appello). Poi Lauro Alleluia (8 anni), Giuseppe Aloi (5 anni e 6 mesi), Francesco Di Via (3 anni), Francesco Lomonaco (6 anni e 6 mesi), Luigi Salvati (3 anni e 4 mesi), Giuseppe Vertinelli 1986 (4 anni).

Per questi sette imputati, ieri il sostituto procuratore generale Nicola Proto ha chiesto la conferma della condanna data in secondo grado. Per Di Via, ha chiesto il proscioglimento per prescrizione, a cui l’avvocato difensore Claudio Bassi si è associato (in subordine minimo della pena e niente aggravante). Per Aloi e Salvati, l’avvocato Giuseppe Migale Ranieri ha sostenuto che mancano elementi fondamentali per sostenere il reato e ha fatto riferimento alle dichiarazioni dei pentiti Salvatore Muto e Giuseppe Giglio.

Le parti civili, tutte costituite contro Schirone, hanno discusso, associandosi alle conclusioni di Proto e chiedendo la conferma delle condanne date in Appello.

Hanno chiesto i danni ventinove soggetti, tra cui la Regione, la Cgil e la Uil regionali, la Cgil di Reggio, i Comuni di Reggio, Gualtieri, Reggiolo, Montecchio, Brescello, Bibbiano, la Provincia, Cna Fita, Confindustria, Agenzia delle entrate, l’associazione Libera, i ministeri dell’Interno e dell’Ambiente.

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