Mer. Mag 1st, 2024

In corso a Crotone il processo contro i tre scafisti dell’imbarcazione naufragata a Cutro nel febbraio scorso, con la morte di 94 persone.

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Nel corso del processo a Crotone contro i tre scafisti responsabili dell’incidente avvenuto a Cutro lo scorso febbraio, il vicebrigadiere dei carabinieri Gianrocco Tievoli ha fornito una testimonianza straziante sulle drammatiche circostanze in cui si sono trovati ad intervenire.

Il vicebrigadiere ha raccontato di essere giunto sul luogo dell’incidente dopo essere stato avvisato dalla centrale operativa, descrivendo la scena come “straziante”. Subito hanno iniziato a recuperare i corpi senza vita dal mare, un compito difficile e doloroso. La tragedia ha coinvolto 94 persone, tra cui 35 minori.

Gli imputati, il turco Sami Fuat, di 50 anni, e i pakistani Khalid Arslan, di 25 anni, e Ishaq Hassnan, di 22, sono accusati di naufragio colposo, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte in conseguenza di quest’ultimo reato. Un quarto imputato, il turco Gun Ufuk, di 38 anni, ha scelto il rito abbreviato, con il processo previsto per il 7 febbraio davanti al gup.

Durante la testimonianza, il vicebrigadiere Tievoli ha anche fatto riferimento ai tempi con cui è stato attuato l’intervento di soccorso, sottolineando che erano impegnati in un altro servizio a Rocca di Neto, distante una cinquantina di chilometri. Hanno impiegato circa tre quarti d’ora per giungere sul posto, senza essere stati preavvisati di un imminente sbarco di migranti. Solo dopo essersi resi conto della gravità della situazione, hanno richiesto rinforzi, arrivati circa 40 minuti dopo.

La Procura della Repubblica di Crotone ha aperto un secondo fascicolo sull’argomento, focalizzandosi sui tempi di intervento, con l’obiettivo di concludere le indagini entro il primo anniversario della tragedia.

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