Dom. Apr 28th, 2024

Stamattina, i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Catanzaro e il Nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia. Sono coinvolti 38 indagati, di cui 16 in carcere, 10 ai domiciliari, 5 con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e 7 sospesi dall’esercizio delle funzioni.

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Tra gli indagati, figura anche l’ex direttrice dell’Istituto penitenziario di Catanzaro, Angela Paravati. L’indagine ha rivelato un traffico di droga e l’ingresso di dispositivi come cellulari nel carcere di Catanzaro, diretti a un parente legato a un’organizzazione criminale.

Il procuratore f.f. della Dda di Catanzaro, Vincenzo Capomolla, ha sottolineato la gravità della situazione durante una conferenza stampa organizzata dopo il blitz. Capomolla ha parlato di un’organizzazione che coinvolgeva persone sia detenute che non, sotto il controllo di parenti e agenti. Le misure cautelari riguardano soggetti già detenuti e operatori della polizia penitenziaria.

L’indagine ha rivelato omissioni di pubblici ufficiali nel nascondere condotte illecite. Sono stati individuati due distinti sodalizi con attività di distribuzione di droga e di dispositivi cellulari all’interno del carcere. I parenti dei detenuti, inclusi un numero considerevole di donne, supportavano l’attività dei loro familiari all’interno della struttura.

Movimenti finanziari su carte prepagate per un totale di 12mila euro in 5 mesi sono stati rilevati durante l’indagine, indicando che il traffico di droga e di cellulari costituiva fonti significative di reddito per i due gruppi criminali. Sono stati ricostruiti diversi profili di responsabilità tra funzionari penitenziari, agenti e direttori, con contestazioni anche di concorso esterno in associazione mafiosa.

L’operazione, condotta con successo grazie al monitoraggio complesso sia interno che esterno all’istituto penitenziario, evidenzia la necessità di rafforzare i controlli nel sistema penitenziario per garantire il rispetto delle regole e prevenire attività criminali all’interno delle carceri.

redazione@telemia.it

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