Sab. Apr 27th, 2024

L’accusa mossa da Aleksandr Bortnikov, direttore dell’Fsb, l’intelligence russa: “Tutti quelli coinvolti saranno trovati e puniti”. La replica di Kiev: “Solo bugie”. Confermato ottavo arresto: è 32enne di origini kirghisa

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Ucraina, Usa e Gran Bretagna sono dietro l’attacco alla Crocus Hall di Mosca che ha ucciso almeno 139 persone. E’ l’accusa mossa da Aleksandr Bortnikov, direttore dell’Fsb, l’intelligence russa, come riporta l’agenzia di stampa statale Tass. “Ci saranno rappresaglie, ovviamente. Tutti quelli coinvolti saranno trovati e puniti, lavoreremo”, aggiunge. Bortnikov fa riferimento anche all’addestramento che l’Ucraina avrebbe condotto “in Medioriente preparando i miliziani”, con “rappresentanti del regime di Kiev” che avrebbero raggiunto i terroristi per “lavorare con loro e prepararli”.

“L’attacco terroristico -dice ancora- era necessario per creare panico nella società russa. L’Occidente e l’Ucraina mirano a provocare altri danni al nostro paese. La celeberrima controffensiva” condotta da Kiev nella guerra contro la Russia “non ha prodotto risultati e quindi cosa bisogna fare? Bisogna dimostrare di valere qualcosa”.

Le accuse del presidente della Duma

Accuse a Ue, Usa e Ucraina anche dal presidente della Duma Vyacheslav Volodin: “Vogliono dividere la società russa con simili attacchi terroristici”, ha sostenuto Volodin citato dalla Ria Novosti. “La società di oggi è estremamente consolidata e dobbiamo fare tutto per garantire che il consolidamento sia ancora più forte”, ha affermato Volodin. ”Perché i terroristi e coloro che stanno dietro di loro, ovvero il regime sanguinario di Ucraina, Washington e Bruxelles, sperano che attraverso tali attacchi terroristici potranno dividere la nostra società, seminare discordia, ostilità su base interetnica”. Ed è per questo, ha osservato, ”dobbiamo fare di tutto per impedire loro di raggiungere l’obiettivo. Dobbiamo fare tutto di affinché diventiamo ancora più forti”.

Peskov: “Toppo presto per parlare di reazione contro Kiev”

Da parte sua il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, dopo che ieri il presidente russo Vladimir Putin ha parlato della responsabilità di “estremisti islamici” nell’attacco a Mosca, senza tuttavia ‘scagionare’ l’Ucraina, ha riferito che è troppo presto parlare di una reazione della Russia rispetto a un potenziale coinvolgimento di Kiev nell’attentato di venerdì scorso al Crocus City Hall. “Un’indagine è ancora in corso – ha detto Peskov alla Tass, rispondendo alla domanda se il presunto coinvolgimento di Kiev potrebbe avere conseguenze sulla disponibilità di Mosca ad avviare negoziati – Non sarebbe corretto fare speculazione in questo momento”.

Diversa l’opinione di Nikolai Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza russo, secondo il quale “dietro l’attacco terroristico al Crocus City Hall di Mosca c’è l’Ucraina”.

Kiev: “Solo bugie da Mosca”

“Dopo la bugia di Putin”, altre “menzogne vengono ufficialmente diffuse dal soggetto Patrushev e poi dal ‘capo dell’Fsb’ Bortnikov. Domanda: perché una tale dimostrazione di inadeguatezza collettiva?”. Lo ha dichiarato sul social X il consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak, riferendosi alle nuove accuse mosse da Mosca.

“Ci sono fatti inconfutabili, comprensione comune (in diversi Paesi) delle cause e delle conseguenze, totale scetticismo anche da parte di Paesi neutrali riguardo la ‘traccia ucraina nell’attacco terroristico alla sala concerti di Crocus’ “, ha aggiunto Podolyak.

Confermato ottavo arresto per attentato, 32enne di origini kirghisa

Il tribunale distrettuale Basmanny di Mosca ha confermato l’arresto fino al 22 maggio di un ottavo sospetto per l’attentato. Si tratta di Alisher Kasimov, 32 anni, originario del Kirghizistan ma con cittadinanza russa: è accusato di aver dato in affitto l’appartamento nella regione di Mosca in cui i quattro assalitori hanno soggiornato. “Ho messo in affitto l’appartamento su Avito”, ha affermato Kasimov, riferendosi alla piattaforma per gli annunci immobiliari. L’annuncio specificava che l’appartamento sarebbe stato dato in affitto “solo a slavi”, secondo una pratica discriminatoria comune in Russia.

La decisione di affittare la proprietà a non russi è stata presa, ha detto la madre di Kasimov, perché questi avevano offerto tanti soldi. Le forze di sicurezza russe hanno fermato undici persone in relazione all’attentato in cui sono state uccise almeno 139 persone. Da domenica, il tribunale Basmanny ha confermato l’arresto di otto persone, fra cui i quattro esecutori della strage e tre persone accusate di aver aiutato i terroristi, vale a dire l’ex proprietario dell’auto usata dai quattro per fuggire, il fratello e il padre.

Lukashenko: “Attentatori hanno provato a fuggire in Bielorussia”

Secondo il leader bielorusso, Alexander Lukashenko, i sospetti autori della strage, come prima opzione, hanno tentato di fuggire in Bielorussia, ma hanno desistito a causa delle misure di sicurezza adottate dal Paese. Una versione che contraddice le affermazioni delle autorità russe, secondo le quali gli attentatori avrebbe provato in prima battuta a dirigersi verso l’Ucraina.

“Nei minuti” immediatamente successivi all’attacco “proprio come in Russia, siamo passati a un regime di sicurezza rafforzato. Ecco perché non hanno potuto entrare in Bielorussia e si sono allontanati verso la sezione del confine ucraino-russo”, ha detto Lukashenko. Quanto ai mandanti, ha aggiunto il presidente bielorusso, “abbiamo dei sospetti su alcuni, chiamerò Putin e glielo dirò”.

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