Mar. Apr 30th, 2024

Lit. Martedì – III Pasqua

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Dal Vangelo secondo Giovanni

Gv 6,30-35

In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”».Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

Parola del Signore!

Il commento al Vangelo di monsignor Piero Romeo, vicario generale della diocesi di Locri Gerace:

Fame e sete, ma di che cosa? Il dialogo che Gesù ha intavolato con la folla, che lo ha seguito dopo il segno dei pani e dei pesci, giunge finalmente al suo nucleo: che cosa veramente sazia e disseta per la vita? Certo, ci furono un pane e un’acqua che furono necessari per il cammino nel deserto verso la terra promessa, per mantenersi in vita, ma quello fu un dono momentaneo. Ora, in Gesù, il dono è definitivo e totale. Il Padre dona il pane che è la vita del mondo. Ovviamente questa affermazione fa desiderare quel tipo di pane alla folla. Ecco che allora giunge da parte di Gesù il grande annuncio: «io sono il pane di vita». Della vita vera. Chi si sazia di lui non avrà più né fame né sete. Gesù è il dono totale, definitivo, del Padre. In lui si trova finalmente ciò che permette di vivere fino in fondo la propria relazione col Padre. Giungere a lui è scoprire finalmente chi può dare pienezza ai desideri più profondi di vita, di comunione, di scoperta di un Dio che si dona e che è dono per il mondo intero, di un Dio che proprio nel pane eucaristico si mette nelle mani dell’uomo per trasformarlo. Un Dio così può anche scandalizzare, ma è l’unico modo per dire all’umanità che il suo amore è totale, che la sua vicinanza è completa, che la relazione con essa non potrà mai venire meno.

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