Dom. Mag 19th, 2024

Nell’introduzione il presidente della Corte d’Appello ha citato le vicende giudiziarie che hanno interessato alcuni magistrati del distretto: «Al sentimento di stupore si accompagna la serenità del giudizio»

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«Con ferma serenità e fiducia assoluta nell’operato degli inquirenti, abbiamo vissuto il vulnus indelebile inferto alla comunità finanziaria derivato dai provvedimenti giurisdizionali e disciplinari riguardanti magistrati del distretto, titolari di incarichi di grande responsabilità». Con queste parole il presidente della Corte d’Appello di Catanzaro Domenico Introcaso ha introdotto l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2020. Il riferimento è alle recenti indagini che vedono implicati, dalla procura di Salerno, responsabile delle indagini sui magistrati del distretto di Catanzaro, giudici del distretto stesso.«Al sentimento di stupore, dolore, inquietudine professionale e personale – ha aggiunto Introcaso – si accompagna la serenità di essere giudici che si affidano e restano affidati ad altri giudici, fedeli al mandato costituzionale di essere gelosi custodi della giurisdizione e del processo in cui il giudice terzo, e non parte, e amministra la giustizia in nome del popolo italiano. I recenti accadimenti, nati nel distretto e originati da indagini del distretto, delineano un quadro di negazione degli elementi fondanti l’esercizio della giurisdizione. Mi sia dato affermare a nome di tutti i 292 magistrati togati in servizio che solo attraverso la giurisdizione, l’accertamento rigoroso dei fatti, si possono recuperare gli elementi identitari di noi, chiamati a iusdicere».
«VA FUGATO IL RISCHIO DI MANCANZA DI FIDUCIA» «Il rischio della mancanza di fiducia del popolo italiano – ha aggiunto il presidente della Corte d’appello di Catanzaro – va fugato dunque attraverso la giurisdizione, attraverso il giudizio conseguente alla ricostruzione dei fatti, che noi tutti, anche nelle presenti vicende, attendiamo con fiducia. La disponibilità all’accountability quest’anno è marcata da questa ulteriore esigenza di recupero della storica immagine della magistratura catanzarese con l’offrirsi al giudizio attuato attraverso i canoni ordinamentali e processuali, come risposta al vulnus dolorosissimo inferto. Alla disponibilitàdell’accountability si accompagna ka riaffermazione dell’impegno dei giudici e della magistratura tutta».
Introcaso ha infine osservato: «Mi si permetta una mozione della memoria, richiamando quello che questo Distretto, questa città, questo corpo di giudici è riuscito a compiere nel processo sulla strage di Piazza Fontana. Quel processo, per una stramba circolarità della storia, è stato affidato al Distretto di Catanzaro, al quale era stato sottratto, per simmetria diseguale, 100 anni prima il processo a Garibaldi, con analogo principio di negazione fiduciaria». «Ebbene – ha rimarcato il presidente della Corte d’appello – i giudici del processo di Piazza Fontana, con impegno e sacrificio, in pregiudizio della loro vita e quella delle famiglie, resistendo ai condizionamenti, alle pressioni mediatiche, alle suggestioni, alle lusinghe del potere, con agire nella giurisdizione fermo e sereno hanno salvato le istituzioni repubblicane». «E – ha concluso Introcaso – con lo spirito, l’impegno di quel corpo magistratuale ci accingiamo ad agire nell’anno che verrà».
LE “SOFFERENZE” DEL DISTRETTO Nel distretto di Catanzaro gli uffici «in maggiore sofferenza sono quelli di Paola (46% di scopertura), Castrovillari (40%), Catanzaro (26%)”». Emerge dalla relazione del presidente della Corte di appello di Catanzaro, Domenico Introcaso. In particolare, Introcaso ha evidenziato che «il tribunale distrettuale, per vero, e in particolare gli uffici Gip/Gup e riesame, presentano segni di preoccupante criticità riconducibili alla scopertura del 30% del primo ufficio e all’afflusso di affari il secondo». Il presidente della Corte d’appello si è poi soffermato anche sull’impatto della recente maxi-operazione anti-‘ndrangheta, “Rinascita Scott”, condotta dalla Dda guidata dal procuratore Nicola Gratteri. «Va ricordato che il 19 dicembre 2010 era eseguita una misura cautelare personale nei confronti di 334 indagati per reati associativi, 416 bis codice penale. L’ordinanza di cautela annovera 12.500 pagine e si fonda su acquisizioni indiziarie compendiate in circa un milione di fogli. Il presidente del Tribunale di Catanzaro – ha rilevato Introcaso – prospettava il prevedibile collasso del settore Riesame: si è posto rimedio con l’applicazione infradistrettuale di tre magistrati, Va dato poi atto della sensibilità della settima commissione del Csm che ha promosso l’applicazione extradistrettuale di 4 magistrati in regime privilegiato». Secondo Introcaso, infine, «malgrado le enormi criticità, per così dire endemiche, la risposta della giurisdizione penale nei tribunali è stata soddisfacente. Nell’anno 2018 si è registrata una ‘clearance rate’ favorevole per tre uffici, prossima a 1 per altri 2, negativa per gli altri 2, un lieve miglioramento per l’anno 2019 primo semestre».

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