Dom. Mag 19th, 2024

VANGELO DEL GIORNO

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Dal Vangelo secondo MatteoMt 6,1-6.16-18

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.”

PAROLA DI DIO

Il commento al Vangelo a cura di monsignor Piero Romeo, vicario generale della diocesi di Locri Gerace:

Nella nostra fragile umanità noi sperimentiamo che abbiamo bisogno di tempi specifici in cui esercitarci con più intensità, cioè dei tempi in cui ricominciare il cammino verso il Signore, riorientare i nostri desideri, ritornare a Cristo. “Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti” . Sembra un grido sofferto questa richiesta di RITORNARE. È la voce di Dio, che attraverso il profeta supplica gli uomini di convertirsi, di smetterla di girare le spalle a suo creatore e riconsegnarsi a lui.
In Cristo, dopo la sua venuta, la sua morte e risurrezione, quest’invocazione è ancora più tenace. Nel nostro immaginario ormai si veste dei panni del padre misericordioso della parabola di S. Luca, che per anni scruta l’orizzonte da casa sua, aspettando il ritorno del figliol prodigo. Il tempo forte della Quaresima dilata questa supplica, si dota di segni particolari che creano un’occasione unica di riflessione, di presa di coscienza. Un appuntamento che ogni anno si rinnova e si ripropone a noi tutti con forza e novità, come fosse la prima ed unica volta. Ad ogni età questo tempo ci scuote e fa riemergere il desiderio di pentimento, di liberazione, di salvezza. Un tempo particolare, un’opportunità unica da non perdere per fare ordine, rinnovarsi, far pace col passato e liberarsi da abitudini scorrette e mortifere. È il momento di gettare le maschere. Quelle che indossiamo quotidianamente, per dimostrare di essere dei bravi genitori, dei buoni figli, dei bravi cittadini… Maschere che indossiamo per essere accolti, per piacere, per non sfigurare davanti al mondo così esigente, come un gigantesco tribunale che continuamente ci giudica. Inizia la quaresima, finalmente. Inizia con un digiuno che ci aiuterà a ricordarci di cosa è davvero essenziale nella nostra vita, riferendoci a quell’unico pane che ci sazia, a quell’unica acqua che ci disseta. Quaranta giorni in cui cercheremo, come ogni anno, di fare il punto della situazione, mettendo a fuoco le cose che vanno cambiate

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