Dom. Mag 19th, 2024

Protagonista al recente congresso medico di Firenze con una brillante relazione sulle malattie cardiovascolari

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Tra i protagonisti di un importante incontro medico nazionale che si è tenuto a Firenze per mettere a fuoco la malattie cardiovascolari c’era anche Simone Ventra, eccellenza medica della Locride, anche se opera in Puglia ( a Taranto e a Bari ). Il noto professionista ancora una volta si è confermato grande esperto di questo tipo di malattie confrontandosi con altri luminari sulle nuove terapie ed in particolare sull’utilizzo di nuove categorie di farmaci che possono ridurre il rischio di morte. E ci sono delle importanti novità. Ventra ha ribadito che le malattie cardiovascolari rappresentano ancora la principale causa di morte nel nostro Paese, essendo responsabili del 34,8% di tutti i decessi (31,7% nei maschi e 37,7% nelle femmine). Secondo i dati Istat, la cardiopatia ischemica è responsabile del 9,9% di tutte le morti (10,8% nei maschi e 9% nelle femmine), mentre gli accidenti cerebrovascolari dell’8,8% (7,3% nei maschi e 10,1% nelle femmine). Adesso, però, la situazione potrebbe migliorare. Lo ha confermato durante un incontro , quì nella Locride dove è venuto per qualche giorno, subito dopo il congresso medico di Firenze che ha avuto luogo la scorsa settimana. ” Adesso – ha detto – come ho evidenziato al congresso di Firenze, le malattie cardiovascolari sono in gran parte prevenibili, in quanto riconoscono, accanto a fattori di rischio non modificabili (età, sesso e familiarità), anche fattori modificabili, legati a comportamenti e stili di vita (fumo, alcol, scorretta alimentazione, sedentarietà) spesso a loro volta causa di diabete, obesità, ipercolesterolemia, ipertensione arteriosa. C’è ancora molto da lavorare per risolvere la situazione dei pazienti a rischio elevato ma gli studi osservazionali europei confermano che con una terapia ipolipemizzante appropriata si possono raggiungere importanti obiettivi e, quindi le possibilità di abbassare i rischi. E’ bene, però, non abbassare la guardia – dice il dott. Ventra – ; abbiamo accertato che le motivazione per le quali i pazienti non raggiungono o non mantengono nel tempo valori sufficientemente bassi di c-LDL sono diversi: Inerzia clinica; mancata percezione del rischio e mancata conoscenza dei valori di c-LDL da dover raggiungere. Ed ancora difficoltà amministrative nel poter accedere a terapie innovative come gli Ab monoclonali che hanno dimostrato essere molto efficaci nel ridurre i valori di c-LDL e quindi il rischio. C’è, però, anche una grossa novità – aggiunge Ventra -; a brevissimo potremo utilizzare per ridurre il colesterolo LDL e quindi il rischio cardio vascolare dei nostri pazienti l’acido bempedoico Nell’ultima decade, la fervente ricerca scientifica nel campo delle malattie cardiovascolari, ed in particolar modo nella gestione delle malattie aterosclerotiche, ha portato allo sviluppo di nuove opzioni terapeutiche e tra le molecole emergenti è incluso l’acido bempedoico, un profarmaco che, attivato a livello epatico, blocca la sintesi del colesterolo in una tappa enzimatica a monte della tappa bersaglio delle statine. A brevissimo potremo averlo a disposizione per poter ridurre sensibilmente il rischio dei pazienti”

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