Lun. Mag 20th, 2024

Secondo l’ultimo rapporto del Fondo Monetario nel 2016 il Pil crescerà dello 0,8%, facendoci piazzare tra gli ultimi posti dei paesi industrializzati e sotto la media europea.

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Ma il Pil, prodotto interno lordo ovvero risultato delle attività produttive dei residenti di un determinato territorio in un preciso periodo, viene scomposto su base regionale e allora la preoccupazione diventa legittima perché la Calabria si pone ancora una volta come fanalino di coda mentre altre Regioni del Mezzogiorno registrano punte di eccellenza.

La scomposizione avviene secondo l’andamento dei distretti industriali nonché valutando le varie voci di spesa.

La realtà sembra sorprendente, l’Italia sorpassa la Germania che subirà un calo nel 2017 ma sembra non bastare.

All’interno dei confini nazionali si registrano due velocità, con un Mezzogiorno che cresce della metà rispetto al Nord che però registra qualche cambiamento.

Ci sono infatti delle sorprese perché la Regione Leader non è più la Lombardia (+ 1%) ma l’Emilia Romagna (+1,1%) agli ultimi posti si collocano invece la Calabria e la Sardegna (+0,3%).

L’immagine di un’Italia che cresce ma non in misura egualitaria sebbene le esportazioni incomincino a dare un tiepido segnale di ripresa insieme ad altri settori quali l’agroalimentare, le ceramiche in Emilia, l’imballaggio nel bolognese, la termo meccanica a Padova e Verona, le conserve in Campania e l’elettromeccanica a Bari.

In difficoltà il settore della metallurgia e quello della moda, un tempo primo testimone italiano nel mondo.

A prima occhiata visto il sorpasso nei confronti della Germania, da sempre il punto d’arrivo da raggiungere, c’è ottimismo che però mal si adatta alle condizioni economiche complessive degli italiani sia legati al potere di acquisto che al reddito disponibile.

Il dato più preoccupante è quello di un Sud Italia che si conferma come tale, in particolar modo la Calabria che vede in difficoltà le proprie imprese e la mancata valorizzazione di un territorio che per doti naturali e non riuscirebbe, se ben sfruttato, a modificare e forse invertire la tendenza.

SARA FAZZARI

 

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